Studi indie talentuosi ne abbiamo? Certamente uno di questi è Lazy Bear Games, team di San Pietroburgo dalle molteplici qualità e dallo stile estetico assai apprezzabile. Nel 2016 hanno deliziato gli occhi di moltissimi retrogamer (compreso il sottoscritto) con il divertente e particolarissimo Punch Club: una vera lettera d’amore a fenomeni degli anni ’80 come Rocky Balboa, mezzo RPG e mezzo gestionale il tutto consegnato in una splendida “confezione” in pixel art dettagliata di gran classe. A due anni di distanza il talentuoso team si rifà vivo con un titolo altrettanto interessante e “di rottura” per tematiche trattate. Graveyard Keeper è definito dagli stessi sviluppatori “the most inaccurate medieval cemetery management sim”. Humor nero, cimiteri, pixel art, crafting ed un mondo medioevale ricco di personaggi caricaturali. Il piatto sembra ricco.
Per iniziare va precisato che lo scanzonato protagonista del gioco proviene dal mondo moderno: viene però investito da un’automobile mentre torna a casa dal lavoro e si risveglia circondato da una strana nebbia. Un personaggio mortifero che ricorda per certi versi i celebre wrestler The Undertaker lo informa che potrà tornare alla vita di prima, ma ora dovrà occuparsi delle salme dei defunti come guardiano del cimitero in un mondo completamente nuovo e diverso. Il nostro si risveglia inserito in un contesto medioevale e dovrà, suo malgrado e nonostante le proteste iniziali, gestire il cimitero locale occupandosi di tumulare cadaveri ed eseguire macabre autopsie. Graveyard Keeper inizia nel migliore dei modi possibili mostrando una pixel art di altissima qualità che cattura l’occhio immediatamente. Lo stile dello studio Lazy Bear Games è facilmente riconoscibile, ma rispetto a Punch Club il gioco attuale vanta una maggior libertà di movimento e di esplorazione, deliziando l’occhio del giocatore con una pixel art colorata, godibile e vibrante così come le animazioni.
Il gameplay è decisamente più complesso: il combat system action, seppur molto semplice, fa da contorno ad un complesso sistema di crafting governato da specifici skill points ottenibili semplicemente svolgendo compiti. Ogni volta che si abbatte un albero, si cucina, si scolpisce una decorazione appariranno punti colorati che andranno a sommarsi nell’apposita barra superiore riassuntiva. Specifiche tecnologie saranno quindi sbloccabili nel menù al costo di un determinato numero e tipologia di punti skill. Il nostro protagonista può quindi combattere, cucinare e creare oggetti al costo di punti energia: la barra blu relativa mostra quanta energia residua è disponibile, e tale indicatore può essere riempito nuovamente tramite il sonno oppure consumando svariati generi di alimenti acquistabili alla taverna oppure al banco di cucina a casa del personaggio principale. A questo punto vi starete chiedendo “ma non era un simulatore di gestione cimiteriale”? La domanda è lecita, e qui sta appunto la mia principale perplessità sulla versione attuale di Graveyard Keeper: la parte relativa alla gestione del cimitero locale è presente ma rappresenta una parte decisamente “piccola” del gameplay totale. Se dovessi definire questa parte in frazione, direi senza dubbio 1/4: il resto del tempo si impiega raccogliendo risorse, svolgendo missioni, sbloccando tecnologie e combattendo. Da un titolo come questo mi aspetterei una spinta decisamente più incisiva sul concetto della gestione del cimitero, con tutti i componenti di gioco relativi: sembra che allo stato attuale il gioco sia un mix tra Stardew Vallery e Rune Factory con aggiunta la meccanica di gestione del camposanto. Quindi un gestionale con tanto di farming, crafting ed interazione con personaggi secondari.
Graveyard Keeper è ricco di umorismo (anche nero) di ottima qualità, per questo vorrei vedere una spinta molto più importante sul lavoro da “becchino” piuttosto che perdermi per l’ennesima volta in mille attività, coltivare verdure e costruirmi banchi da lavoro. Magari sarebbe meglio trovare la maggior parte delle risorse “pronte” e dedicare più tempo a creare un cimitero perfetto con tanto di statue monumentali da costruire con grande dispendio di tempo e risorse. Una spinta più sul gestionale che sul farming/crafting simulator, per intenderci. Attualmente il gioco presenta comunque una piacevole varietà di temi, interazioni con grandi possibilità per il futuro. Ho personalmente molte aspettative per Graveyard Keeper, e spero vivamente che gli sviluppatori tengano in considerazione queste piccole “critiche” per rendere il prodotto finale davvero divertente e diverso dai giochi che si trovano già sul mercato.