Siamo a gennaio e sono passati solo 4 mesi dall’annuncio a sorpresa durante il Direct di settembre del remake di una delle avventure grafiche ricordate con più affetto dai possessori di Nintendo DS.
Cing, software house giapponese, pubblicò il suo primo titolo su PS2 chiamato Glass Rose, ma la sua fortuna la ebbe con la pubblicazione di Another Code: Two Memories, realizzato appositamente per la console Nintendo. Two Memories uscì nel 2005 in origine con il solo titolo Another in seguito rivisto ed è il primo gioco con protagonista Ashley Mizuki Robins. L’avventura grafica ottenne un buon riscontro dal pubblico perché l’uso dei due touchscreen per Nintendo DS era perfetto per lo stile di gioco. Cing sviluppo altri giochi nel frattempo finché con l’arrivo di Wii non decise di sviluppare un seguito chiamato Viaggio al Confine della Memoria uscito nel 2009 che ottenne un riscontro buono a livello di pubblico ma non di vendite. La nuova console Wii su cui era sviluppato il sequel forse non era la soluzione migliore per far emergere questo seguito atteso dal pubblico.
Ad oggi possiamo solo ricordare con grande affetto il gruppo di sviluppo perché chiuse nel 2010 lasciandoci altri titoli come Hotel Dusk: Room 215 e Last Window: The Secret of Cape West. Vi lasciamo alla nostra recensione di Another Code: Recollection.
I remake che ci piacciono: Ashley è tornata
Another Code Recollection è una mossa non solo commerciale ma una volontà di portare alla luce non uno ma ben due giochi senza dilatazioni temporali in un unico pacchetto. Nintendo ha alcuni titoli ancora nel cassetto che poteva tirare fuori e ha scelto di realizzare questo remake con la tecnologia della console Switch. La revisione del gioco è completa dal punto di vista grafico e si è dovuto cambiare completamente la struttura di gameplay senza modificarne la veste di avventura grafica. L’uso della portatilità della console non viene tralasciata ma adattata per necessità e gameplay. Completata l’avventura Two Memories verrà sbloccato Viaggio ai Confine della Memoria come se il gioco fosse diviso in due parti dando una sensazione di continuità non solo narrativa ma anche videoludica.
Senza scendere troppo in dettagli della trama, Ahsley è una ragazzina di 13 anni cresciuta con la zia Jessica perché i genitori sono scomparsi. All’inizio del gioco (e alla vigilia del suo quattordicesimo compleanno), gli viene fatto recapitare una lettera del padre e un pacco con dentro un dispositivo elettronico chiamato DAS. Veniamo subito coinvolti emotivamente nei dubbi e nella sorpresa di Ahsley a questa notizia. La lettera la indirizza all’isola di Blood Edwards e così prende una barca in compagnia della zia. Giunta sul posto scopriamo che il padre non è lì ad attenderci e la zia Jessica scompare all’ingresso della villa. Inizia l’esplorazione del posto dove faremo la conoscenza di D, un fantasma che ha perso la memoria. Ahsley e D collaboreranno per ritrovare la zia, scoprire dove si trova il padre e recuperare le memorie andate perdute.
Enigmi e narrazione: un equilibrio da rispettare
E’ un’avventura narrativa che unisce problematiche teen ad un dramma familiare con intrecci narrativi e un po’ di mistero. Per chi deve iniziarlo vi sconsigliamo di attivare le indicazioni perché aiutano in modo eccessivo diventando un binario tra dialoghi e il successivo enigma. E’ un’opzione inserita per facilitare e per godersi la storia ad un ritmo rilassato ma toglie il senso di esplorazione. La narrazione è ancora la padrona del gioco, correggendo ed ampliando alcuni momenti rispetto l’originale ma senza intaccare la trama. I dialoghi vi accompagneranno sempre nel gioco con opzioni di scelta fin troppo pilotate, andandosi ad esaurirsi per proseguire nel gioco. È stata, inoltre, migliorata ed aggiornata la regia delle cutscenes che ora sono più coinvolgenti favorendo un buon ritmo complessivo della storia, anche per chi non ha mai giocato l’originale. La seconda parte, Viaggio ai Confini della Memoria è la più debole come remake e l’abbiamo trovata troppo sbrigativa. I ritmi e alcuni momenti meritavano largo respiro per una trama che è interessante ma a conti fatti ci è risultata tediosa e debole nella stesura.
Vi potrà capitare di perdere la bussola su personaggi e biografie ma grazie al DAS si sbloccherà una sezione apposita dove ritrovare la rotta degli intrecci familiari. Non solo, lo strumento tecnologico fornitoci dal padre registra le scoperte fatte ed è possibile fare foto che possono aiutarci nella risoluzioni di alcuni enigmi.
Nintendo DS e Switch: due console portatili molto diverse
Come dicevamo prima, il gioco era legato a Nintendo DS e la sensazione, giocando, era come tenere in mano un diario di viaggio dandoci l’illusione di sfogliarlo e dove segnavamo luoghi e destinazioni. Giocando ci sentivamo coinvolti in prima persona nelle vicende di Ahsley e l’interazione con il touch screen mista all’originalità degli enigmi, creava un mix videoludico come pochi. Il DAS attuale somiglia ad una Nintendo Switch che, per quanto console portatile, non ha le stesse caratteristiche del Nintendo DS. Gli enigmi anche se rivisti, per la maggior parte non sono stati aggiornati ed è uno dei punti dolenti del gioco. E’ comprensibile la difficoltà di adattare una diversa interpretazione dei rompicapo con un sistema nuovo ma non è stato sfruttato nemmeno il touch screen di Nintendo Switch. La sostanza finale è una struttura degli enigmi di stampo classico dei punta e clicca vecchio stile.
Non è più presente la visuale dall’alto dove indirizzare il personaggio nell’esplorazione ma abbiamo un controllo immersivo di Ahsley con telecamera in terza persona posizionata dietro alle spalle. Una scelta che ci aiuta ad immergerci meglio in gioco grazie anche ad un comparto grafico elegante. I personaggi e gli ambienti sono tutti belli da vedere e molto colorati ma se guardiamo nel dettaglio ci accorgiamo immediatamente dei problemi. Gli ambienti sono poveri di dettagli e in alcuni momenti sembrano di bassa risoluzione. Anche alcuni oggetti utilizzati nella risoluzione di enigmi ci sono sembrati uscire da una versione old gen come alcune animazioni. La protagonista ha una qualità visiva molto più definita che non sembra far parte dello stesso contesto. Aggiungiamo che i tempi di caricamento andrebbero rivisti perché capita molto spesso di spostarsi tra una stanza e l’altra per risolvere degli enigmi.
La recensione in breve
Another Code Recollection è un'ottima occasione per giocare con, non uno, ma ben due titoli di Nintendo di uno studio che ad oggi non esiste più. E' un remake gradito e ben realizzato, che non modifica nulla dell'opera originale. Se cercate un'avventura emotivamente coinvolgente e dal giusto ritmo è un titolo da non perdere. Gli enigmi non hanno la genialità del gameplay su Nintendo DS ma sono ugualmente divertenti se vi amanti del genere. Non particolarmente lungo ma riuscirà comunque, a regalarvi dei momenti unici.
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Voto Game-eXperience