Contnuano le disavventure per Kaitlyn “Amouranth” Siragusa, la donna con più visualizzazione su Twitch, che proprio in quesre ore ha dichiarato in un thread su Twitter che la casa dove abita ha preso fuoco venerdì scorso. Secondo Siragusa, gli investigatori non hanno individuato una causa specifica ma “sospettano fortemente che si è trattato di un incendio doloso”.
Siragusa ha detto che l’incendio ha avuto origine vicino ai bidoni della spazzatura che tiene a lato della sua casa, con i funzionari che insospettiti da questo improvviso incendio hanno deciso di analizzare nel dettaglio le videocamere di sorveglianza della sua casa e quelle poste nelle vicinanze.
“Sto bene“, ha scritto Siragusa. “Anche i cuccioli pelosi stanno bene.”
Per i cuccioli pelosi Kaitlyn “Amouranth” Siragusa si riferisce ovviamente ai suoi animali dimestici, anche ai cani da guardia. Questo perché Siragusa, che vanta ben 4 milioni di follower su Twitch e ha giocato un ruolo importante in molte tendenze di Twitch, tra cui i discussi meta “vasca idromassaggio” non è estranea a gravi minacce alla sua salute.
La ragazza ha detto ad un giornalista di Kotaku di essere stata anche vittima di swatted, moda pericolosa in quel del web dove degli utenti chiamano i dipartimenti di polizia condividendo dettagli falsi su una minaccia inesistente, più volte alla settimana, così da far correre la polizia presso l’abitazione della star del web.
Su Twitter, Siragusa ha detto che questo non è nemmeno il suo primo contatto con un potenziale incendio doloso. L’anno scorso, con il pretesto dei festeggiamenti del 4 luglio, qualcuno aveva pianificato di sparare fuochi d’artificio a casa sua. La persona in questione è stata poi catturata ed arrestata.
Detto questo, in seguito a tutte queste false dichiarazioni la polizia quando riceve una chiamata riguardante Siragusa contatta direttamente la donna in privato, prima di decidere se è davvero il caso di recarsi presso l’abitazione della star del web:
“Se sei uno streamer, non lo sottolineerò mai abbastanz. Potresti voler impostare, ad esempio, una cassaforte o una password in modo che [la polizia] possa (come nelle mie situazioni) sapere quando si tratta di una ‘vera minaccia’ e agire a pieno regime”.