Che i survival horror siano un genere molto in voga, in questo momento, è fuor di dubbio. Il ritorno di classici del genere come Resident Evil 4, ma anche dei due precedenti capitoli ed il remake di Dead Space, per citarne solo alcuni, sono un chiaro marker dell’interesse del mercato per questa tipologia di prodotti. Questo continuo revival di vecchie glorie, morte e sepolte dai lustri intercorsi dalla prima pubblicazione, rappresenta un investimento “con il paracadute”, grazie al quale le software house riescono ad incamerare liquidità per foraggiare altri loro progetti.
All’appello, oltre ai sopraccitati masterpiece, manca però Alone in The Dark, titolo che ebbe l’oneroso compito, nell’oramai lontano 1993, ben prima della venuta degli agenti S.T.A.R.S, di fare da apripista per questo genere, guadagnandosi, con una esplosiva trilogia, un posto di diritto nell’olimpo dei giochi immortali. A distanza di trenta anni esatti, ecco arrivare un soft reboot di questa saga, di cui, a sorpresa, è stata rilasciata una “demo” (capirete dopo il perchè del virgolettato). Siamo dunque di fronte all’ennesima puntata dell’operazione nostalgia o ad un prodotto capace di dire la sua, nonostante il peso specifico del suo nome? Scopriamolo insieme nella nostra esperienza con il prologo di Alone in the Dark provato in anteprima.
La protagonista: Grace in the Dark
Grace Saunders è una fantasiosa ragazzina, intenta a creare, armata di cartapesta e colla vinilica, una sua maschera. Distratta da una serie di inquietanti rumori, decide di uscire dalla camera per scoprire, poco dopo, di essere intrappolata in un ambiente che credeva familiare ma che, invece, si rivelerà pieno di insidie. Incontrato il signor Jeremy, visibilmente in preda ad un attacco di panico, decide di consegnare una lettera da lui redatta. al maggiordomo, affinché venisse recapitata ai legittimi destinatari.
La casa in cui ha da sempre vissuto è completamente mutata: non più rifugio sicuro ma ambiente ostile, pronto a reclamare la vita di ogni singolo abitante, da un momento all’altro. Questo l’incipit che ci guiderà attraverso i venti minuti scarsi di questo prologo, messo a disposizione gratuitamente per tutte le piattaforme next-gen.
Questo prodotto altro non farà che mostrarci un assaggio della trama e delle lugubri atmosfere che, da qui a cinque mesi (l’uscita ufficiale di Alone in the Dark è fissata per il 25 Ottobre), potremo assaporare pienamente nella versione definitiva del prossimo prodotto Pieces Interactive – THQ Nordic.
Comparto tecnico: tech demo, ma non solo
I quasi venti minuti di gameplay, che diventano sette/otto skippando tutte le cutscenes ed evitando le interazioni ambientali superflue, non sono assolutamente bastanti per farsi una idea, nemmeno di massima, sulla versione di Alone in the Dark che vedremo al momento del lancio.
Questo prologo è stato, infatti, privato di qualsivoglia dinamica di combattimento, dandoci la possibilità di respirare, a fiato lento, le claustrofobiche atmosfere della magione in cui siamo, malvolentieri, rinchiusi. Tralasciando la trama, che fungerà da deus ex machina utile all’avvio della esplorazione del detective Carnby, potremo definire questo prologo una sorta di “demo ambientale“.
Molte saranno infatti le chance di testare la fisica di gioco, scoprendo come sarà possibile modificare l’ambiente di gioco con le nostre movenze ingame. Tocca da capire, ora, se questa feature avrà un peso specifico nel prodotto finale o se sarà solo una aggiunta esteticamente appagante.
Per voler rientrare nei confini delle definizioni canoniche, questo prologo viene a configurarsi come una tech demo, volta a mettere in luce la declinazione dell’Unreal Engine 4 realizzata dai ragazzi di Pieces Interactive. La resurrezione di un franchise dormiente oramai da più di due decenni, il deludente The New Nightmare è infatti datato 2001, mette in luce una abilità nella gestione dei tempi della tensione e stratagemmi visivo-narrativi di primissimo calibro.
Oltre gli Jumpscares
Con questa demo mozzata, THQ Nordic ha voluto mandare un messaggio chiaro alla fanbase tutta di Alone in the Dark, orfana da troppo tempo di un prodotto valido e ligio ai dettami della saga. Squartamenti e truculenza dovrebbero essere messi in secondo piano, debitamente rimpiazzati da una gestione “atmosferica” del terrore, riportando dunque ai fasti delle origini la direzione artistico-narrativa del titolo.
Dal poco che abbiamo potuto osservare, avremo la possibilità di interagire con l’ambiente sia in modo “normale”, mediante l’utilizzo guidato di oggetti presenti nell’inventario (inventario non apparso in questa demo), che avvalendoci di azioni scriptate sostanziate nell’apparizione di QTE interattivi. Poco, davvero troppo poco per poterci sbilanciare, sia nel bene che nel male ma, di sicuro, di carne al fuoco ce n’è: speriamo dunque la cottura riesca bene.
Tecnicamente, ho testato il prologo su Xbox Series X, questo Grace in the Dark può essere fruito in modalità Qualità o Performance. Dopo un primo “giro” in modalità qualità, ho preferito virare sulla preservazione dei framerate in quanto, almeno allo stato attuale, il gioco faticava a reggere un frame rate decente, pur facendo sfoggio di un dettaglio grafico di tutto rispetto. Spero dunque che, nei cinque mesi rimanenti da qui all’uscita, si possa lavorare all’ottimizzazione di questa specifica modalità.
Il comparto sonoro, invece, non da adito ad alcuna perplessità, rivestendo invece la parte del leone e collaborando, a mo di narrazione parallela, a tenere alta la tensione e a regalarmi un sanissimo jumpscare che mi ha fatto domandare, per l’ennesima volta, perchè mai mi vada ad impelagare nella prova di giochi horror o similari. Considerazioni personali a parte, la componente audio di questo Alone in the Dark fa faville già da ora e promette di garantire ore di puro terrore ambientale.
In conclusione
Questo prologo, pur nella sua lillipuziana durata, ci da un assaggio di quello che potremo vedere, il 25 Ottobre 2023, nella versione definitiva di Alone in the Dark, Pur manchevole delle sezioni di combattimento che abbiamo avuto modo di apprezzare nel direct dedicato alla produzione Pieces Interactive, questo Grace in the Dark ci lascia con delle certezze che speriamo tornino tutte, debitamente estese, alla release del prodotto completo.
Narrazione rarefatta ma ben svolta, terrore ambientale veicolato da un audio meravigliosamente gestito ed effetti di luce atti alla buona dipanazione dei tempi narrativi: questi sono gli elementi che lasciano ben sperare per un roseo ritorno di un franchise assente da oramai troppo tempo dalle scene. Fiduciosi nell’operato dei ragazzi di Pieces Interactive, attendiamo con ansia il 25 di ottobre, per tornare a vestire i panni di Carnby, dismessi da tanto, troppo, tempo.