Il segmento di simulatori e gestionali su Steam negli ultimi mesi ha visto il rilascio di diverse centinaia di titoli copia-incolla, ma anche di qualche proposta indipendente di spessore. Ciò avviene grazie soprattutto al supporto offerto da publisher indipendenti interessati a includere nel rispettivo portfolio dei progetti con un evidente potenziale, e non banalità introdotte per riempire qualsiasi vuoto sul mercato. Tra questi progetti figura Ale Abbey, pubblicato da Shiro Unlimited.
Questa volta i publisher di Northgard e Dune: Spice Wars hanno seguito il guizzo dello studio di sviluppo europeo Hammer&Ravens. Ale Abbey colma effettivamente un vuoto peculiare: un simulatore di monastero che produce birra. I monaci e l’arte della birrificazione, un legame noto agli accaniti bevitori ma mai visto nel mondo videoludico. È un connubio accattivante o no? Troviamo una risposta nell’anteprima di Ale Abbey.
Ale Abbey e l’amore per la birra
Ale Abbey è attualmente disponibile in accesso anticipato su Steam. Uscito il 18 febbraio 2025, si avvicina molto a titoli come Fallout Shelter nella gestione bidimensionale del proprio monastero. Essa prevede l’espansione dell’edificio in due ali, in cui vanno costruiti alloggi, biblioteche, birrifici e spazi multi-funzione come il refettorio e l’ufficio dell’abate. Per non parlare delle cantine, spazi sacri per la birra.
L’espansione della chiesa del sacro luppolo è intrigante esteticamente, grazie alla pixel art alquanto pulita, ma anche nelle meccaniche. Lo scopo del gioco è infatti quello di arricchire il codice del monaco birraio attraverso un duro lavoro di ricerca. Dunque, vanno preparati litri e litri di birra ricercando la combinazione perfetta degli ingredienti più disparati, viaggiando tra ben 20 stili europei. Tra il consumo nel monastero e la vendita nei mercati locali, in Ale Abbey la chiave di volta è la prosperità del monastero stesso. Suore e monaci felici sono il vero segreto per una birra eccezionale.
Questo gioco è una sorta di lettera d’amore per la birra, tanto che il lavoro di ricerca delle ricette ha persino un certo valore educativo. Le numerose variazioni della nota bevanda vengono introdotte egregiamente, mostrando la differenza tra di esse e illustrando le rispettive caratteristiche chiave, portando alla scelta ottimale degli ingredienti. Inoltre, la creazione della birra richiede sì le risorse migliori sul mercato, ma anche la tutela del monastero stesso. Man mano che si aggiungono monaci e suore al nostro sacro birrificio, si accumulano richieste ed esigenze. Come se non bastasse, giungono minacce esterne che possono compromettere i profitti e la creazione di birre sane e innovative.
Il cuore del gioco
Sin dal principio e dal tutorial, Ale Abbey chiarisce la sequenza del gameplay. L’Ordine Fermentino di Fratello Maltus vuole creare le migliori birre e portare innovazione sul mercato, lasciandosi trasportare dall’estro creativo e dalle papille gustative. Per farlo, deve anzitutto espandere il monastero offrendo le comodità più necessarie e stimolando lo spirito dei membri dell’Ordine stesso. Si inizia seguendo le direttive del Vescovo, costruendo il dormitorio per il sano riposo, una biblioteca per la ricerca delle ricette, una mensa per nutrirsi, un laboratorium per la preparazione di altri beni utili al monastero e, ovviamente, un birrificio.
Servendosi di una squadra crescente di monaci e suore, l’Ordine Fermentino deve quindi trascrivere la ricetta migliore per una birra. Ciò richiede il giusto bilanciamento, o la giusta enfasi, su gusto, colore, gradazione e schiuma, passando da birre limpide e insapore a soluzioni più pungenti e alcoliche. Dato il nome alla ricetta, il migliore Fermentino deve occuparsi della creazione della birra. In seguito alla preparazione, si può optare per trattenere la bevanda per il consumo nel monastero o per inviarla nei paesini limitrofi, vendendola al pubblico.
Man mano che il patrimonio accresce si può espandere ulteriormente il monastero, accogliendo nuovi Fermentini. Attraverso la ricerca si studiano la cleroeconomia per ottenere profezie di profitto, nuove birrafinatezze tecniche per perfezionare la birra, e altri utili bonus per massimizzare la resa e rendere più allegra la vita nel sacro birrificio.
Loop divertente, ma…
Il tutto risulta in un gameplay loop con molto potenziale ma, attualmente, costellato di difetti. Il sistema delle ricette è molto dinamico e gratificante. La ricerca continua dell’equilibrio perfetto tra profitto e felicità è difficile, ma molto soddisfacente una volta che si comprendono i bisogni del monastero. Tuttavia, il sistema di costruzione e modifica dell’edificio vanno rivisti per essere più intuitivi e meno punitivi: se si vuole rivedere la disposizione delle stanze, infatti, il tempo trascorso a rimuovere il mobilio è eccessivo, mentre il rimborso per la vendita della stanza è eccessivamente basso.
Alcuni elementi riguardanti la preparazione delle birre sono poco chiari, tra cui la maturazione della birra. Il tutorial non spiega chiaramente diverse meccaniche del gioco e porta a un game over anticipato se si commette un minimo errore di valutazione nella costruzione del monastero o nella gestione delle risorse. In più, si nota una certa lentezza nell’addentrarsi nel cuore del loop di Ale Abbey che, infine, potrebbe annoiare, specialmente in questa prima fase dell’accesso anticipato.
Il tempo per migliorare non manca, è chiaro. Con questo comparto grafico, le eccellenti musiche che immergono immediatamente il giocatore nell’ambientazione di metà Cinquecento e una base solida nella creazione delle birre, Ale Abbey è già tra i gestionali indipendenti più curiosi. Dati i 4-10 mesi di accesso anticipato già previsti dal team di sviluppo, crediamo che il risultato finale possa essere decisamente degno delle aspettative generate dalla build attuale. Aggiungetelo già alla vostra wishlist, non ve ne pentirete.