La storia che leggerete è un libero adattamento del celebre racconto natalizio di Charles Dickens “Il Canto di Natale”. E’ un lavoro fatto con amore, con dedizione e soprattutto è un lavoro che vuol lanciare un messaggio, per quanto innocente, a tutti là fuori.
IL VECCHIO SCROOGE
Tanto per cominciare, Marley era morto. Morto stecchito. Il registro portava chiaramente i nomi dei testimoni: il prete, l’addetto delle pompe funebri chiamato in precedenza, i pochi parenti presenti. E c’era anche la firma di Scrooge, suo amico in vita che aveva assistito al decesso con la consueta freddezza di sempre.
Ciò che conta è che Marley era morto, troppo presto per la sua età e per gli standard dell’epoca: 60 anni tondi e suonati, una vita mediamente lunga ma considerata fin troppo breve. Una malattia improvvisa se l’era portato via, tra le braccia del becchino, e Scrooge notò quanto di orribile ci fosse nel finire sottoterra così presto: quante occasioni sprecate per fare buoni affari e portarsi a casa una lauta pensione per la vecchiaia. Era un inguaribile taccagno, un lavoratore indefesso che passava la vita a strizzare e spremere qualunque cosa avesse a tiro pur di tirarne fuori un guadagno.
Dalla morte di Marley passarono dieci anni: per uno strano scherzo del destino, il socio ed unico amico di Scrooge era morto il 24 Dicembre, data importante sul calendario che normalmente dovrebbe segnare l’inizio di un periodo di festa. Scrooge non amava il Natale, lo considerava una festa di falsa allegria segnata da repellenti impegni sociali obbligatori, la “festività dell’ipocrisia” come amava definirla lui medesimo. Il tempo fu inclemente con Scrooge: invecchiò rapidamente, contorto nel suo odio per tutto ciò che non era il denaro, ed all’alba dei 70 anni aveva l’aspetto di un vecchio arcigno e spigoloso. Era nuovamente giunta la Vigilia di Natale, decimo anniversario della morte di Marley, e Scrooge si intratteneva più del tempo dovuto (come suo solito) all’interno del suo ufficio dove gestiva denari da prestare a poveracci che ne avevano bisogno. Natale già: un periodo dell’anno durante il quale la gente si scambiava doni e, da alcuni anni a quella parte, soprattutto videogiochi.
Non c’era nulla che irritasse Scrooge più dei videogiochi: li considerava un passatempo stupido, roba per marmocchi, un’attività che consumava ore ed ore per non produrre nulla di utile. “Ciarpame per stupidi” era questa la definizione più comune che Scrooge usava per apostrofare quel divertimento videoludico.
Le ore passarono e Scrooge, nella notte, si ritrovò davanti all’ingresso di casa sua di ritorno dal lavoro: fu allora che notò qualcosa di strano provenire dal suo citofono. Una voce rauca, sommessa, quasi come se provenisse da un altro mondo che sussurrava qualcosa con pesanti disturbi elettrici. Avvicinò l’orecchio per sentire meglio, e quando fu quasi appiccicato al microfono del citofono udì distintamente la voce spettrale di Marley, il suo defunto amico e socio d’affari. Il rantolo all’interno del citofono divenne più chiaro, fino a formare una frase completa “Scrooge…tu passi la vita a denigrare chi apprezza i videogiochi, eppure nella tua durezza hai scordato molte cose…stanotte verrai visitato da tre spiriti che ti daranno la possibilità di ravvederti…questa è l’ultima volta che sentirai la mia voce”. Il vecchio Scrooge era sinceramente terrorizzato: era la voce di Marley, nessun dubbio su quello, ma com’era possibile? E di quale soluzione o ravvedimento stava parlando? Con queste domande nella mente, il freddo Scrooge passò una notte di Natale in solitudine ed andò a letto presto sperando di non aver più strane sorprese.
IL FANTASMA DEI VIDEOGIOCHI PASSATI
La campana della chiesa poco distante rintoccò una volta, svegliando Scrooge di soprassalto: si sentì subito stranamente osservato da qualcuno e notò una fioca luce provenire da un angolo della stanza. Vide una candela svolazzante, più grande della norma, avvicinarsi al suo letto e parlare con lui “Sono il fantasma dei videogiochi passati” disse con voce tenue che sembrava provenire da lontano “e sono qui per mostrarti cose che hai scordato”. Scrooge osservò il fantasma con occhi sgranati, annuì con un flebile cenno del capo e rispose “Come potresti mai? Come conosci il mio passato?”.
La stanza iniziò lentamente a svanire, lasciando il posto ad un vecchio salotto con un televisore catodico di grandi dimensioni: Scrooge vide un bambino seduto sopra ad un grande cuscino, intento a giocare con un vecchio videogioco. Era proprio lui, lo stesso Scrooge ma con molti anni in meno: era lui da bambino, mentre giocava al primo videogioco mai ricevuto in vita sua. Il fantasma si avvicinò e chiese con voce flebile “Te lo ricordi? Ti regalarono quel gioco con la tua prima console…mai si vide un bambino più felice”. Scrooge annuì con il capo, sorridendo per la prima volta dopo molto tempo “Si, me lo ricordo…ci passai ore, giorni interi” poi scosse il capo, riprendendo la sua tipica fredda sicumera “ma ero un bambino! Un bambino che non aveva tutte le responsabilità di provvedere a sè stesso…quei tempi sono segnati dalla spensieratezza”. Il fantasma chiese quindi “E non ti mancano?”. La stanza svanì lentamente per lasciar posto ad un altro luogo, un parco, dove un ragazzo stava lì seduto sotto ad un albero scheletrico coperto di neve: il ragazzo sembrava non accorgersi del freddo mentre reggeva in mano una vecchia console portatile, giocando assiduamente con il sorriso sulle labbra. Scrooge si riconobbe nuovamente “Oh cielo ma sono io da ragazzo!” esclamò avvicinandosi “La mia prima console portatile! Feci impazzire mio padre finchè me la comprò” disse sghignazzando amabilmente, entrando nel vortice agrodolce dei ricordi di giovinezza. Il fantasma si avvicinò nuovamente dicendo “Hai passato un’altra vigilia di Natale in questo parco, alcuni anni dopo…te lo ricordi?” e Scrooge, facendo un passo indietro e tornando cupo, rispose “Non voglio vederlo, ti prego”. Il parco attorno cambiò leggermente aspetto mostrando alberi cresciuti un poco ed uno Scrooge cresciuto anch’esso, ormai quasi un uomo, mentre veniva schernito pesantemente da molti coetanei a causa della sua passione per i videogiochi. Il giovane Scrooge esclamò rabbiosamente “Vedrete, non sarà sempre così! Un giorno tutti giocherete ai videogiochi come me! Diventeranno una delle cose più amate al mondo”. Dopo questo improvviso sbotto di rabbia, gli altri ragazzi gli si avventarono addosso, ridacchiando mentre lo ridicolizzavano, spintonandolo di fronte ad un gruppo di ragazze. Il vecchio Scrooge nascose il viso, rabbiosamente indignato nel rivedersi così debole ed umiliato a causa della sua passione di gioventù: notò improvvisamente quanto fossero insopportabili quei bulli, che attaccavano qualcuno solo perchè amava i videogiochi….e riconobbe sè stesso nella vecchiaia. Quando scoprì gli occhi era di nuovo nella sua stanza, nel suo letto, sotto alle sue coperte e sentì la campana della chiesa rintoccare due volte: erano le due di notte ed una luce intensa proveniva dal suo salotto.
IL FANTASMA DEI VIDEOGIOCHI PRESENTI
La luce era forte e calda, quasi invitante, e Scrooge scese dal letto per tentare di capire cosa la emanasse: vide una grande testa barbuta apparire da dietro la porta ed una voce allegra lo accolse “Entra pure, vieni a conoscermi meglio amico!”. Scrooge entrò timidamente, ancora scosso dai ricordi visti in precedenza e carico di nostalgici sentimenti “Salve” disse semplicemente “Immagino tu sia un altro degli spiriti mandati per me”. Il grasso ed allegro spirito rise di gusto e rispose “Io sono il fantasma dei videogiochi presenti, sono qui per mostrarti cosa ti stai perdendo mentre passi il tuo tempo a detestare qualcosa che prima amavi”. Scrooge si avvicinò, leggermente rincuorato dall’allegra risata dello spirito, e notò che sedeva su un’enorme catasta di confezioni contenenti console e molti videogiochi moderni: alcuni nomi gli parvero familiari, forse a causa della pubblicità che spesso si sentiva per le strade. Il fantasma lo osservò con un grande sorriso “Tu non giochi vero? Non sai cosa ti perdi! Lascia che ti mostri qualcosa…quest’ultimo anno è stato particolarmente entusiasmante!”. La stanza iniziò a svanire e Scrooge si ritrovò appollaiato fuori da una finestra, sul tetto di una casa sconosciuta, mentre all’interno si sentivano voci allegre commentare un nuovo videogioco appena regalato. Il fantasma spinse delicatamente Scrooge vicino alla finestra “Senti cosa dicono quei ragazzi? Un videogioco è un mondo a sè stante ricco di sorprese che chiunque può vivere! Non lo pensi anche tu?”. Scrooge si avvicinò, osservando lo schermo della tv e rispose sommessamente “Lo pensavo anche io si…anni fa, poi sono cresciuto ed ho capito che non si può vivere di fantasia…non da adulti almeno”. Lo spirito scosse il capo ed attese qualche secondo in silenzio, poi nella stanza entrò il padre dei ragazzi e chiese di potersi unire a loro per una partita “Vedi quell’uomo? Non è un ragazzino…probabilmente ha molti problemi nella vita, eppure trova il tempo per rilassarsi e si lascia permeare dalla fantasia…crescere è un bene, ma non sempre! Dovresti imparare a divertirti!”. La casa iniziò a svanire ed un piccolo appartamento poco elegante prese il suo posto “Perchè siamo venuti in questo strano angolo della città?” chiese sorpreso Scrooge, ed il fantasma rispose candidamente “Anche in questo povero posto è Natale sai? Quei ragazzini che vedi non hanno ricevuto nuovi videogiochi…il padre si poteva permettere poco ed ha donato loro un titolo più vecchio…ma guarda quanto divertimento ha portato!”. Scrooge si fece avanti, sbirciando attraverso il vetro annerito dal fumo e reso opaco dalla condensa: vide una coppia di ragazzini, probabilmente fratello e sorella, che giocavano con un vecchio videogioco picchiaduro. La sfida era rovente, e nonostante si trattasse di un gioco non più attuale i due passavano il tempo urlacchiando e divertendosi. Lo spirito interruppe la magia, toccando la spalla di Scrooge “Vieni ora” disse semplicemente “Il mio tempo si accorcia”.
I due camminarono per strade sempre più vuote, come se qualcosa stesse lentamente scomparendo dall’aria, e lo spirito mostrava rapidamente segni di invecchiamento “La vita degli spiriti è così breve?” chiese timidamente Scrooge “Il mio tempo su questa terra è brevissimo amico…ora ti lascio con lo spirito dei videogiochi che ancora non hai visto…lo spirito dei videogiochi futuri”. Detto questo, il bonario fantasma iniziò a dissolversi in una risata mentre lasciava Scrooge solo, nel mezzo di un’anonima piazza, in attesa di non si sa bene cosa.
IL FANTASMA DEI VIDEOGIOCHI FUTURI
Scrooge si guardò intorno ma non vide nulla, se non fiocchi di neve che cadevano lentamente al suolo formando una patina biancastra sul selciato scuro. Poi qualcosa iniziò a muoversi ed un’ombra adunca guizzò qui e là fin quando non giunse di fronte a Scrooge, che impietrito dal timore chiese con voce tremolante “Sei lo spirito dei videogiochi che ancora devono esser realizzati? Quelli che ancora non ho visto?”. Lo spettro, nero come la pece, si limitò a fare un cenno di assenso con il capo e pose una mano scheletrica sulla spalla di Scrooge, che iniziò a seguirlo “Capisco…la notte sta declinando in fretta e debbo vedere altro…fai strada e ti seguirò spirito”.
Il luogo iniziò a deformarsi, come trasformato in un’oscuro vortice di immagini che si contorcevano ed allungavano: i due arrivarono quindi di fronte ad una vetrina e Scrooge potè ammirare videogiochi di un futuro non troppo lontano, titoli sconosciuti accompagnati da nuovi capitoli di serie più note. “Davvero riusciranno a portare avanti quella saga? Credevo il contrario!” disse convinto Scrooge osservando alcuni titoli esposti “Guarda là spirito! E’ incredibile che ancora vi sia inventiva sufficiente per creare nuove esperienze!”. Lo spirito osservava Scrooge agitarsi e commentare con entusiasmo, senza dire parola alcuna, quando ad un certo punto indicò una strada che conduceva altrove e Scrooge, con rammarico, si allontanò dalla vetrina per seguirlo.
La coppia giunse quindi in un vecchio cimitero, in uso da secoli, poco fuori dalla città e lo spirito indicò con la mano ossuta una lapide quasi nuova posta in un angolo del campo. Scrooge si avvicinò lentamente ma poi si voltò di scatto esclamando “Spirito ascoltami! Io ho compreso molte cose della mia vita questa notte e non lascerò che tale insegnamento vada sprecato…ho illuso me stesso che privarmi di sani ed innocenti divertimenti fosse comportarsi da adulto…ma non è così!”. Lo spirito si avvicinò a Scrooge e lo spinse delicatamente verso la lapide, senza dire una parola, ed il povero vecchio si oppose tentando di non guardare, intuendo ciò che stava per vedere. “Ti prego!” implorò disperatamente attaccandosi alle vesti nere del fantasma “Io non sono più l’uomo che ero! Non getterò via questa lezione lo prometto! C’è ancora tanto divertimento che mi aspetta…sono stato uno sciocco a pensare che bastasse diventar gelido e distaccato per crescere…i videogiochi possono divertire a tutte le età, basta volerlo!”. Lo spirito emanò un lieve fascio di luce dalla mano ed illuminò la lapide: il freddo pezzo di marmo riportava il nome Ebenezer Scrooge, con la data di nascita e la data di morte parzialmente coperta dal ghiaccio. Scrooge lanciò un grido disperato, chiuse gli occhi per non vedere e si sentì improvvisamente cadere per poi atterrare su un morbido giaciglio.
LA NOTTE E’ FINITA
Scrooge non osò aprire gli occhi per i primi secondi, poi sentì distintamente il ticchettìo del suo orologio da camera e riconobbe l’odore nell’aria: era a casa sua, senza dubbio. Aprì gli occhi e si ritrovò sul suo letto, con la sua veste da notte, nella sua stanza come nulla fosse accaduto. Sceso quindi dal letto rapidamente, aprì la finestra per respirare aria pulita e si accorse che era ormai giorno: una giornata fredda, dall’aria deliziosamente pungente e con molta gente che andava e veniva. “Hey tu, ragazzo!” esclamò fermando un giovanotto che passava sotto alla sua finestra: il ragazzo rispose sorpreso “Io signore? Che c’è?”. Scrooge esplose in una risata allegra e chiese gentilmente “Posso chiederti cos’è oggi? Che giorno è?” ed il giovane rispose candidamente “Oggi è Natale signore, che domande!”. Scrooge ringraziò il ragazzino e scomparve per alcuni minuti, per poi uscire per le strade vestito elegantemente e con un umore del tutto nuovo. Saltellava per le vie della città Scrooge, il fu gelido e distaccato lavoratore, cercando disperatamente un negozio che avesse deciso di restar aperto durante quel giorno di festa.
Ne trovò uno, con un commesso che sistemava le vetrine e si aggirava nel negozio da solo senza un singolo cliente in circolazione. Entrando allegramente, Scrooge esclamò “Buon Natale ragazzo, posso disturbarti un attimo? Vorrei acquistare quella console e quel gioco esposti in vetrina! Non vedo l’ora di giocare!”. Il commesso squadrò quel vecchio signore da capo a piedi e disse con una punta di sarcasmo “Ve li preparo…ma non siete un pò troppo vecchio per i videogiochi?”. Scrooge mostrò il più ampio dei suoi sorrisi dopo aver pagato e preso i suoi pacchi, e rispose semplicemente “Non sai cosa ti perdi figliolo, non si è mai troppo vecchi per viaggiare con la fantasia!”.