Il panorama indie spesso si ispira a titoli decisamente più noti, tripla A che sono riusciti a sfondare magari al “primo tentativo” come l’ormai celebre e bellissimo Splatoon targato Nintendo. Da una buona idea può scaturire molto, magari altre idee che prendono un concept già visto e lo trasformano modificandone alcuni elementi caratteristici. Il team indipendente Dranya Studio si butta nella mischia attingendo a piene mani da un titolo di successo ed appartenente ad una saga nota principalmente per il quantitativo industriale di fan service presente: Senran Kagura: Peach Beach Splash. Le sexy-ninja fin troppo svestite targate Tamsoft/Marvelous sono ormai un’istituzione anche in occidente, ma basterà seguire le loro orme per tirar fuori un titolo di successo? Andiamo a dare la prima occhiata a Battle Splash.
Il titolo completo del gioco in realtà è Trianga’s Project: Battle Splash 2.0, ma per comodità lo abbrevieremo d’ora in avanti semplicemente come Battle Splash. Il titolo è in sviluppo da un pò di tempo e fondamentalmente si tratta di uno sparatutto in mischia o a squadre che vede come protagoniste delle scolarette orientali in puro stile “anime” equipaggiate con armi ad acqua. Niente di particolarmente nuovo sotto il sole, ed anzi il concept supera abbondantemente la linea che dovrebbe separare l’ispirazione dal plagio dichiarato. Di fatto Battle Splash rappresenta un’offerta identica a quella vista in Senran Kagura: Peach Beach Splash, con alcune differenze sostanziali a livello estetico e di gameplay che purtroppo non danno molto valore alla produzione. Va precisato che il titolo attualmente è in versione Alpha, ma vien da chiedersi perchè mostrare al pubblico un prodotto zoppicante sia a livello estetico che a livello di gameplay prima di un’iniziale rifinitura doverosa. Ma andiamo con ordine.
Veniamo quasi immediatamente portati a scegliere il nostro personaggio preferito tra un roster di quattro scolarette simili tra loro, soprattutto a causa di un fattore determinante: la pochezza del character design, degno di un qualunque anonimo prodotto mobile, lascia alquanto sconcertati ma è parzialmente perdonabile considerato lo stadio iniziale di sviluppo. Sperando si tratti di puri placeholder, si procede verso lo scontro vero e proprio: le arene a disposizione migliorano considerevolmente il feeling estetico offerto. Si può scegliere tra alcune zone molto interessanti ed evocative che mescolano lo stile giapponese e quello cinese, spesso in tema autunnale o comunque focalizzato su ambienti naturali rigogliosi anche se realizzati in modo un pò dozzinale.
Il combattimento è rapido ed adrenalinico, assai focalizzato sul movimento per schivare i colpi nemici: essendo in versione alpha, il gioco permette di provare tutte le armi disponibili tramite la semplice pressione del tasto corrispondente. Fucili di precisione, bazooka ad acqua, tutto l’arsenale possibile a disposizione per testare ogni funzionalità. Il problema è che Battle Splash mostra da subito tutti i difetti di un gameplay fallato, non è chiaro se a causa dello stadio iniziale di sviluppo oppure di precise scelte dello sviluppatore. Il gioco è estremamente caotico, la IA nemica è pessima ed i bot si limitano a vagare per le arene sparando a tutto ciò che si muove senza una strategia precisa. Il combattimento stesso, a causa della pochezza del comparto sonoro e delle animazioni, risulta poco interessante e di scarso coinvolgimento. Probabilmente è troppo presto per dare un giudizio vero e proprio su questo titolo: la versione testabile al momento è estremamente grezza ma al tempo stesso lascia spazio ad enormi possibilità per il futuro. Se lo sviluppatore sistemerà tutti i (numerosi) difetti della versione presente al momento, Battle Splash potrebbe rivelarsi un gioco degno…sperando che non si scontri con la classica maledizione dei giochi indie focalizzati sul multiplayer: l’assenza di giocatori. Chi vivrà, vedrà.
Aspettative:
- Arene molto interessanti dal punto di vista artistico
- Potrebbe rappresentare una valida alternativa a giochi più celebri
Dubbi:
- Esteticamente è terribilmente “cheap”
- Sistema di gioco caotico e fin troppo random