Vi piace Dark Souls vero? Ma certo che si! La saga targata From Software ha di fatto plasmato due generazioni di videogiochi, dando il via ad un filone dark fantasy arricchito da alto livello di difficoltà che permane ancora oggi, più in forma che mai. Lo stile tipico dei Souls è anche uscito dai “binari” iniziali dell’action/adventure/RPG con titoli di successo come Darkest Dungeon. Il mondo degli sviluppatori indipendenti ha subìto enormemente il fascino della serie ma pochi avrebbero pensato di veder uscire qualcosa di simile realizzato con il tool RPG Maker. Ne abbiamo già parlato qui, ma ora prendiamo in esame Fear & Hunger, titolo realizzato dallo sviluppatore indipendente Miro Haverinen e pubblicato su Steam da Happy Paintings. Vi piace l’horror? Vi piacciono i giochi difficili? Avete trovato pane per i vostri denti.
GIT GUD
La trama narrata direttamente in realtà è ridotta all’osso: c’è un castello in rovina con annessi sotterranei chiamato appunto Fear & Hunger, luogo maledetto ed evitato da tutti per i tremendi pericoli nascosti all’interno. Il giocatore, nei panni dell’avventuriero scelto tra i quattro disponibili, avrà lo sfortunato compito di esplorare il castello. Perché “sfortunato”? Il motivo è semplice: quel luogo è un ricettacolo di orrori inimmaginabili, depravazione, morte e disperazione. Come nella miglior tradizione dei soulslike (anche se il gioco non è esattamente dello stesso genere) la trama è scarna ma la ricchissima “lore” viene narrata nel corso degli eventi di gioco. E’ buona norma leggere volumi, appunti e parlare con tutti i personaggi per avere una più chiara comprensione del mondo che ci circonda.
Fear & Hunger è un gioco tremendamente punitivo anche in termini narrativi: se non si legge un libro non si possono conoscere ricette alchemiche o specifici oggetti da costruire usando materiali, se non si legge un libro si perdono addirittura sezioni di gioco. La meccanica alla base del gioco potrebbe essere riassunta con la parola “sperimentazione”. Inizialmente si muore quasi subito alla prima scaramuccia con una delle creature deformi che infestano i corridoi del labirinto, si muore sulle trappole, si muore di fame o si impazzisce grazie alle meccaniche relative. Utilizzare magia costa sanità mentale (aaah… i bei tempi del Richiamo di Cthulhu) ed i nemici si uccidono tramite smembramento tattico. E per tattico intendo dire: se sbagli strategia, molto probabilmente muori.
Fear & Hunger presenta un gran numero di meccaniche che arricchiscono il gameplay portandolo ad altissimi livelli di complessità, ma al tempo stesso scivola su alcuni difetti di gameplay che rendono i gioco tremendamente “unfair” al punto che potrebbe scoraggiare i giocatori meno determinati. Molte sezioni del gioco, incluse ricerche di oggetti e specifici attacchi in combattimento, richiamano la funzione “lancio della monetina” per determinare l’esito dell’azione. E se va male molto spesso muori, perdendo anche 1-2 ore di gioco considerato che è possibile salvare un numero limitatissimo di volte.
VIETATO AI MINORI
Il combat system a turni si basa, come dicevamo, sullo smembramento: è necessario tagliare specifiche parti di un nemico per impedire gli attacchi più pericolosi e successivamente ci si può concentrare sull’uccisione o sulla negoziazione in stile Shin Megami Tensei/Persona tramite il comando “Talk”. In realtà ci sono numerose variabili in gioco e parlare di specifici argomenti o donare ad un nemico specifici oggetti potrebbe far terminare subito la battaglia o addirittura farci ottenere un nuovo membro del party. Il resto del gioco è esplorazione con visuale dall’alto in stile RPG classico con tutta una serie di eventi concatenati, trappole e personaggi bizzarri con i quali interagire in quei dungeon generati casualmente.
Fear & Hunger presenta quindi meccaniche da roguelike, ma ciò che fa la differenza è l’ambientazione. I limiti tecnici del tool RPG Maker vengono superati grazie al setting orripilante (in senso buono) messo in campo dallo sviluppatore. Personalmente vivo a “pane e horror” eppure raramente mi sono sentito così a disagio durante l’esplorazione di un dungeon in un videogioco. Smembramento ovviamente, ma anche nudità, orge, sacrifici umani, sbudellamenti assortiti, riti malvagi, sangue a litri e schifezze di ogni genere. E’ davvero incredibile la quantità di deviazioni mentali presenti nel gioco e, ovviamente, il tutto è incorniciato da un comparto sonoro fenomenale che dona sensazioni di orrenda claustrofobia.
Lo stile grafico è grazioso, seppur un po’ semplice a volte tra animazioni a 3 frames ed altre cosucce fuori posto che non danneggiano l’esperienza. I problemi tecnici sono rappresentati da alcuni noti bug e crash che spesso portano l’utente a perdere ore di gioco ingiustamente. Fear & Hunger rappresenta un prodotto unico nel suo genere: un altissimo valore ludico si accompagna a meccaniche non propriamente perfette, a volte eccessivamente punitive, ma poi il tutto oscilla tra grandi sorprese e intricata ambientazione davvero ispirata. Un gioco ottimo, senza dubbio, ammesso che si abbia la pazienza di capirne il concept e le meccaniche a suon di morti.
PRO:
- Ambientazione ed atmosfera al top: meravigliosamente oscuro, blasfemo, orrendo, claustrofobico
- RPG Maker utilizzato in modo fantasioso ed azzeccato
- Longevo, ricco di biforcazioni ed eventi
CONTRO:
- La meccanica casuale del “lancio della monetina” va decisamente rivista, così come altre instant-death che potrebbero stancare presto
- Alcuni bug e crash porteranno a perdere ore di gioco
Voto finale: 8
Versione provata: PC