Chi è davvero Megaman? Per i più giovani tra voi, l’eroe blu di Capcom ha visto la luce nel 1987 su NES e rappresenta un importante momento di svolta per la software house giapponese: fino a quel momento infatti, Capcom si era concentrata esclusivamente sul mercato arcade allora molto in voga. Megaman, con il titolo originale giapponese Rockman (ロックマン Rokkuman) rappresenta il primo vero ingresso di Capcom nel mondo delle home consoles del tempo. La casa di Osaka ha sempre osservato con attenzione le date “speciali” della sua storia, quindi non è una sorpresa acclamare l’annuncio di Megaman 11 in occasione del 30° anniversario della serie osservato con precisione quasi matematica: l’eroe blu infatti faceva il suo ingresso nel mondo videoludico il 17 Dicembre 1987.
Da allora molto tempo è passato, il mercato dei videogiochi è radicalmente cambiato ma Megaman resta uno dei personaggi più iconici del settore. Per tutti i fanatici del termine “soulslike” che oggigiorno si riempiono la bocca con la parola “difficoltà”, Megaman ha rappresentato forse più di ogni altra serie il concetto di sfida: celebre è infatti il livello di difficoltà dei vari capitoli, una sfida capace di mettere al tappeto anche il più esperto hardcore gamer. Megaman è di fatto un run and gun anche se pone molta più attenzione alla parte platform rispetto a titoli come Metal Slug et similia: diciamo che è il punto d’incontro tra il platform ed il run and gun. Un ulteriore grande salto è stato fatto nel 1993 con il lancio su SNES di Megaman X, graficamente stupendo per l’epoca (ed invecchiato benissimo) ma anche caratterizzato da una trama più adulta e complessa: la differenza con la saga iniziale era talmente marcata che i due universi hanno preso poi strade diverse, pur rimanendo nello stesso filone sia narrativo che di gameplay.
Megaman 11, annunciato a sorpresa da Capcom, rappresenta di certo una gradita novità per gli amanti dell’eroe blu (compreso il sottoscritto) e capita in un momento quasi “drammatico”. Non è infatti un segreto la performance scadente offerta da Mighty No 9, titolo che si presentò al tempo come erede spirituale della saga di Megaman ed ottenne un ampio supporto su Kickstarter, salvo poi mostrarsi in versione definitiva come titolo di qualità decisamente bassa rispetto alle aspettative della fanbase. Il “Blue Bomber” ritorna quindi in grande stile: non si lascia più fare alle reclute il lavoro dei combattenti veterani, e Megaman torna sotto le luci della ribalta al seguito della splendida frase degli sviluppatori riassumibile con “vogliamo che Megaman ritorni al centro della scena”. Cosa aspettarsi da questo titolo?
Le immagini presentate nel trailer lasciano ben sperare: lo stile artistico sembra azzeccato, nessun dubbio per quanto riguarda il comparto sonoro da sempre eccellente in tutti i capitoli della saga, forse qualche problema riguardo le animazioni di corsa e salto (niente che non si possa sistemare) ed in generale un buon ritmo di gioco.
Come dicevo prima, la serie Megaman è sempre stata contraddistinta dall’elevato livello di difficoltà che mette il giocatore in condizione di dover sfiorare la perfezione nell’esecuzione di salti e combattimenti senza però toccare vette di frustrazione simili a quelle di Super Meat Boy. Megaman 11 riuscirà a mantenere intatto quel feeling di perfetto mix tra gameplay e level design strutturato in modo da offrire alta sfida senza sfociare nella frustrazione? Dalle prime immagini si assiste ad un gioco senza dubbio frenetico in più parti, con una boss battle (o forse solo mid-boss?) che richiede una buona dose di tempismo e riflessi pronti.
Certamente un trailer di buona qualità che mescola elementi noti ad uno stile decisamente piacevole, ma Megaman 11 dovrà anche lottare duramente per cancellare dalla memoria degli utenti i brutti ricordi legati a Mighty No 9: prodotti che sembrano spettacolari nei trailer ed alla prova dei fatti si rivelano mediocri? Il mondo videoludico ne è pieno ed i prodotti di Inafune partono ora leggermente svantaggiati dopo l’ultima prova. Potrà Megaman, ibrido platform/run and gun perlopiù lineare e dallo stile cartoon, ottenere l’interesse di una nuova generazione di videogiocatori cresciuti a iper realismo e survival horror? Oppure resterà nella sua nicchia acchiappando soltanto l’interesse della vecchia guardia appassionata? Solo il tempo potrà dirlo, ma il recente successo di Cuphead fa ben sperare nel ritorno del Blue Bomber al centro della scena magari supportato da un mondo videoludico decisamente più ricettivo a titoli con uno stile grafico differente, grazie anche ai successi del mercato indie.