Come molte saghe cinematografiche di successo, anche Alien ha ricevuto parecchi adattamenti videoludici con risultati decisamente incostanti. Talvolta i risultati sono stati memorabili anche nel fallimento, grazie a titoli che suscitavano orrore per ragioni qualitative anziché narrative.
Trattando questi titoli ho preferito esimermi dall’esprimere pareri positivi o negativi riguardo il loro grado di fedeltà ai film. Fosse questo il metro bisognerebbe demolire dei bei videogiochi soltanto perché non rispettano certe regole di ambientazione.
I Migliori
Alien Vs Predator (PC – 1999)
Il titolo sviluppato per PC dai Rebellion è uno sparatutto in prima persona diviso in tre campagne: Marine umano, Predator e Xenomorfo, ciascuna caratterizzata da attacchi e spostamenti tipici della propria razza. Il primo titolo a permettere l’utilizzo di un alieno fu l’omonimo AvP per Jaguar (che era un discreto clone di Doom), ma in questo caso la libertà d’azione ricalca fedelmente quanto visto nelle pellicole: è possibile correre a velocità maggiore, salire e scendere dal soffitto per attaccare dall’alto e replicare quel senso di minaccia incombente che tutti gli spettatori provavano quando un personaggio si avvicinava ad un condotto di areazione. Buone anche le campagne di Marine (più tipica come Fps) e Predator (dotato di invisibilità e vista calorifera come nel film). I Monolith ne hanno realizzato un seguito nel 2001, mentre i Rebellion sono tornati sulla serie producendone uno nuovo, intitolato con poca originalità sempre Alien vs Predator, nel 2010. Quest’ultimo è stato pubblicato su Playstation 3, Xbox360 e Pc, mostrando ottime idee per il multigiocatore competitivo. Mescolare alieni, predatori e umani per scontri online ricreava una battaglia gustosamente caotica in cui la scelta del proprio personaggio incideva sullo stile di gioco e ciascuna classe rimaneva vulnerabile ai punti di forza di una delle altre. Un’esperienza perfettamente fedele ai personaggi trattati e molto varia e giocabile.
Alien vs Predator (Capcom – Sale Giochi – 1994)
Uscito sulla scheda Cps2 che ha ospitato i migliori picchiaduro a scorrimento di sempre e prodotto da chi se ne intendeva, AVP targato Capcom è veloce, fluido e di forte impatto. Ancora semplice nelle meccaniche ma molto immediato e divertente, specie in cooperativa (sino a 4 giocatori a seconda del cabinato).
I giocatori possono scegliere tra due predatori o due soldati umani per affrontare a suon di pugni l’ondata continua di mostri che affollano lo schermo (sporadicamente sostituiti dai soldati della Weyland-Yutani). Ciascuna razza dispone di mosse speciali e armi tematiche, rappresentate da brevi utilizzi di laser o armi da fuoco, lanciafiamme o lance tribali. Piccolo particolare: il soldato umano è il maggiore Dutch Schaefer, il personaggio interpretato da Schwarzenegger in Predator 1.
Alien Isolation (Playstation 3/4, Xbox 360/One, PC – 2014)
Probabilmente IL miglior videogioco ispirato ad Alien. Non soltanto è uno stealth di ottima fattura, ampio, longevo, con una buona rosa di azioni e fedele al canone cinematografico, ma riesce persino ad imbastire una trama che meriterebbe di arrivare sul grande schermo per raccogliere gli applausi dei fan non-giocatori.
Unica pecca il finale, sin troppo sbrigativo e lasciato in sospeso per suscitare la voglia di un seguito. Una volta arrivati al termine di questa avventura coinvolgente sarebbe stata preferibile una conclusione più gratificante.
I peggiori
Alien (Atari 2600 – 1982)
Tecnicamente il primo Alien parla di una persona che si ritrova braccata all’interno di una serie di corridoi chiusi, peccato che sia lecito aspettarsi qualcosa di più che non un clone di Pac-Man spudorato. L’effetto tensione inoltre viene perso completamente visto che i pixel sono talmente piccoli e indefiniti che non possono rendere la figura dello xeno mentre il giocatore è portato a pensare ai simpatici fantasmini al loro posto.
Alien Vs Predator (Super Nintendo – 1993)
Un picchiaduro a scorrimento legnoso, poco fluido e tremendamente noioso e ripetitivo. Per abbattere un alieno possono essere necessari più di 15 colpi, rendendo l’incontro con ogni nemico lungo oltre il sopportabile. Le mosse del Predator sono pochissime e alcune decisamente sbilanciate, con il risultato che si finisce per usare sempre la stessa combo e la scivolata per tutta la durata del gioco, ammesso che qualcuno sia disposto ad arrivarci. A fine livello inoltre c’è sovente un momento di incredulità dinanzi le varianti assurde di boss proposti, come l’alien-pipistrello o l’alien-squalo.
Alien Colonial Marines (Playstation 3, Xbox 360, Pc – 2013)
Un caso che suscitò scandalo per una grande quantità di motivi. Il primo sicuramente è la qualità: graficamente brutto, animato in maniera aberrante e con pessimi effetti sonori. I filmati rilasciati prima dell’uscita del gioco erano palesemente diversi rispetto il prodotto finale, di molto, al punto da far partire una causa di gruppo dei consumatori per via della pubblicità ritenuta ingannevole diffusa da Gearbox per promuovere il titolo.
Inoltre Colonial Marines si prende delle libertà molto coraggiose, come il modificare la trama di Alien3 mostrando ancora in vita un personaggio amato dai fan: il tenente Hicks. Peccato che il capitolo della campagna in cui viene spiegato come sia stato possibile questo importantissimo particolare è stato rimosso con leggerezza dal gioco e venduto, poco saggiamente, come DLC a parte. Scelta ancora più sciagurata il distribuirlo come pacchetto finale del season pass soltanto diversi mesi dopo, lasciando i fan nelle prime settimane dall’uscita di fronte ad un ritorno presentato incoerentemente senza alcuna spiegazione, causando giudizi negativi della storia.
Eppure Gearbox sembrava una garanzia per realizzare un fps, quindi cosa è andato storto? Ci sono diverse voci di corridoio a riguardo, ma la più accreditata vede Gearbox promettere a Sega di poter gestire adeguatamente la licenza, farsi assegnare l’incarico e intascare un lauto finanziamento, salvo poi dare in sub-sub-appalto lo sviluppo allo studio Timegate, trascurando di supervisionare adeguatamente il progetto per interi anni e dirottando parte di quei soldi per comprare i diritti di Duke Nukem Forever. Salvo poi svegliarsi intorno al 2013 per rendersi conto che dopo più di 5 (!!!) anni di attesa (un lasso di tempo già enorme considerati gli standard del mercato odierno per lo sviluppo di un titolo) Sega non era più disposta ad aspettare. Gearbox avrebbe così preso ciò che era stato sviluppato da Timegate, lo avrebbe messo insieme frettolosamente e consegnato come “buono per essere pubblicato”. Ma perché non occuparsi personalmente del progetto? In quegli anni Gearbox aveva appena scoperto che Borderlands era la nuova gallina dalle uova d’oro e così decisero di sviluppare al più presto un sequito preferendo trascurare i loro impegni presi precedentemente e affossando Colonial Marines per concentrarsi su Borderlands 2.
Menzioni particolari
Alien Infestation (Nintendo DS – 2011)
Uscito su Nintendo DS, inizialmente doveva essere la versione “povera” per console portatili di Colonial Marines. Il rischio era che diventasse quel classico adattamento che non ha niente a che vedere con la controparte per console casalinghe, girando su un hardware meno performante e adattato malissimo.
Invece Infestation fa di necessità virtù e si svincola sia dal nome di Colonial Marines (mossa azzeccata) sia dalle meccaniche, presentandosi come un metroidvania, genere ancora inedito nella gestione della serie. Il risultato finale è più che buono e il gioco esce un paio di anni prima.
Alien Trilogy (Psx – 1996) e Resurrection (Psx – 2000)
Due sparatutto in prima persona, usciti su Playstation 1 in tempi in cui era raro vederne su console. Non c’è molto da dire se non che sono realizzati discretamente bene, senza brillare per originalità ma svolgendo adeguatamente il loro compito. In particolare il secondo, spinge a livelli molto alti le capacità grafiche offerte dalla Psone ed è uno dei primi fps su console ad usare i due analogici rispettivamente per muoversi e puntare l’arma.
Alien (ZX e Spectrum – 1984)
Sarà che i primi anni 80 erano ancora acerbi tecnicamente e forse trasporre questa serie sui limitati hardware dell’epoca portò gli sviluppatori ad ingenarsi per conciliare risorse e desideri in fase di progettazione (anche se la scusa regge poco dato che nell’arco di due anni esce anche “Aliens:the computer game” sempre per ZX e Spectrum, che fa un gran lavoro nell’introdurre meccaniche in prima persona ed esplorazione). Questa nuova licenza è un gioco molto statico, in cui siamo chiamati a gestire attacchi e spostamenti dei personaggi lungo le stanze della Nostromo per evitare la proliferazione dello xenomorfo causata dagli infetti e trovandosi a gestire le interferenze dell’infido androide Ash (nel film Ian Holm/Bilbo Baggins). Il tutto avviene selezionando delle possibili scelte tramite dei menù accanto ad una cartina della nave. Praticamente un prototipo di gioco gestionale che fa da antenato per Isolation.
Alien vs Predator Extinction (Playstation 2, Xbox1 – 2003)
Uno strategico in tempo reale sviluppato per la prima Xbox e Playstation 2. Nonostante ci siano diverse idee interessanti su come gestire marine, predatori e alieni alla maniera di Warcraft, il titolo riflette alcune limitazioni sui controlli tipiche dell’espressione di questo genere sulle console. Aggiungiamo a questo una scarsa intelligenza artificiale ed un livello grafico non eccezionale per completare il quadro e rendere Extinction un’esperimento potenzialmente interessante ma realizzato in maniera non eccelsa.