Era l’11 Novembre 2011 ed il mondo videoludico si preparava ad accogliere un titolo destinato a durare nel tempo più di quanto si pensasse. Dopo l’esperienza di Oblivion, un gioco apprezzato seppur non glorificato a voci unanimi, Bethesda si preparava ad immergere nuovamente i giocatori in un mondo RPG ampio ed improntato all’esplorazione com’era avvenuto in passato con l’indimenticabile Morrowind. The Elder Scrolls V: Skyrim scosse un mercato videoludico a cavallo tra le generazioni, mostrando quanto un gioco con evidenti problemi di bug e di IA potesse comunque appassionare per centinaia di ore grazie alla grande libertà d’azione e di scelta concesse al giocatore. Oggi, a distanza di 6 anni dal lancio, il Sangue di Drago toglie il caratteristico elmo cornuto per indossare il ben più moderno e sperimentale visore VR. Skyrim VR promette un’avventura immersiva nelle suggestive terre nordiche di Tamriel.
LA FRECCIA NEL GINOCCHIO
Prima di iniziare l’analisi di Skyrim VR tengo molto a precisare una cosa: ho giocato per centinaia di ore (credo circa 600, un SACCO di tempo) al titolo originale su PC e, nonostante gli evidenti difetti, ho sempre molto apprezzato la serie The Elder Scrolls sin dai primi capitoli. Per questo motivo attendevo con impazienza la versione VR per sentirmi finalmente immerso al 100% nel mondo di gioco. Il feeling iniziale è buono e rivedere l’introduzione che conosco ormai a memoria da una prospettiva diversa è senza dubbio una sensazione piacevole: poi il gioco inizia e tutto inizia a mostrare inesorabilmente i segni di una produzione che non soddisfa le aspettative, soprattutto considerando l’enorme budget a disposizione di Bethesda e la fama che circonda il prodotto. Nel caso abbiate vissuto su un altro pianeta negli ultimi anni ecco un breve sunto del titolo: The Elder Scrolls V:Skyrim è un action RPG ambientato nel continente di Tamriel, precisamente nella regione nordica omonima, durante un periodo di tumulti politici e sociali. La ribellione contro l’Impero di Cyrodiil ad opera dei guerrieri noti come Manto della Tempesta ha gettato la regione nel caos e molti abitanti, dai più umili ai più facoltosi ed importanti, hanno iniziato a decidere da che parte schierarsi. Il protagonista che impersoneremo sarà customizzabile a nostra discrezione e potrà liberamente decidere come comportarsi e quale strada intraprendere: magia, furtività, combattimento ma anche decisioni che determineranno il futuro della regione.
Skyrim è una terra meravigliosamente selvaggia, ricca di scorci splendidi che in VR danno il meglio di loro stessi: esplorare è un piacere, osservare i propri dintorni è un’esperienza che regala ottime emozioni ma quando si inizia a voler davvero “giocare” la faccenda inizia a farsi grigia. Il sistema di controllo basato sui sensori motion si rivela terribile quasi immediatamente: per impratichirsi con i controlli sono necessari svariati minuti, ma i problemi non si fermano qui. Dopo un pò di pratica è possibile muoversi ed esplorare agevolmente pur utilizzando il “teletrasporto”, scelta stilisticamente pessima ma obbligatoria per un titolo a mondo aperto, ma appena ci si trova a dover fronteggiare una situazione un minimo concitata tutto inizia a funzionare poco e male. Il sistema di puntamento non si comporta molto bene, il combat system rivela tutte le sue falle esattamente come accadeva nelle versioni “classiche” e colpire obiettivi distanti diventa ancor più complicato nonostante la piacevole sensazione di utilizzare davvero arco e frecce grazie al sistema di controllo realistico. Skyrim VR migliora considerevolmente se si decide di abbandonare i motion controller e dedicarsi all’esplorazione utilizzando il classico joypad PS4.
VIAGGIARE LEGGERI
Una volta appresi i comandi, il viaggio può davvero iniziare e Skyrim VR inizia a mostrare i suoi pregi: immergersi al 100% nel mondo di gioco, nonostante gli inevitabili compromessi necessari al corretto funzionamento di tutta la baracca, è un’esperienza gratificante. Considerato l’acerbo momento per la tecnologia VR, avere a disposizione un titolo di chiara fama come Skyrim a dimostrare come è possibile anche creare giochi “veri” in VR e non solamente tech demo o sparatutto su binari, è rincuorante per il futuro del settore. Le meccaniche di gioco sono state leggermente variate per poter venire incontro al sistema di puntamento basato sul movimento della testa: la croce-mirino si muoverà infatti in sincrono con i movimenti del capo ed è piacevole raccogliere oggetti guardando in basso o puntare l’arco “guardando davvero” il nostro bersaglio. Ottimo l’effetto paesaggistico ed esplorativo quindi, soprattutto in fasi avanzate del gioco quando si potrà cavalcare ed affrontare qualche sfida più impegnativa addentrandosi nelle lugubri catacombe infestate da Draugr (che fanno VERAMENTE paura in VR, questo va detto) ed altri luoghi pericolosi.
Il sistema di combattimento action è quello classico, e purtroppo non migliora nella versione VR rivelandosi ancora più impreciso come dicevamo poc’anzi. Considerata la fama che circonda Skyrim e l’enorme budget sicuramente a disposizione per creare quest’esperienza in VR, era lecito aspettarsi un titolo confezionato con estrema cura ma si comprende presto di trovarsi di fronte all’ennesimo tentativo di spremere un brand ormai arrivato alla fine della sua vita. Lo stile grafico aggrava i problemi del sistema di controllo: nonostante Skyrim VR rappresenti la versione completa del titolo (con tutte le espansioni e la grafica rinnovata della Special Edition) la resa è mediocre con elementi pesantemente “blurrati” soprattutto sulla media e lunga distanza. Difficile (se non impossibile) quindi destreggiarsi in tiri con l’arco precisi o lanci di incantesimi contro bersagli lontani. Per il resto si tratta di Skyrim, nè più ne meno, con tutto il suo bagaglio di problemi di IA e meccaniche di gioco ma anche con la sua esplorazione ampia ed il suo mondo da scoprire. Se amate questo gioco, se avete passato centinaia di ore come il sottoscritto ad addentrarvi nella regione dei Nord, certamente Skyrim VR potrà offrirvi una prospettiva del tutto nuova e regalarvi nuove emozioni. Se però si vogliono considerare i suoi pesanti difetti (come sarebbe giusto fare) la nuova incarnazione delle avventure del Sangue di Drago è un prodotto generalmente discreto ma afflitto da problematiche tecniche: non è un titolo nato o concepito per la realtà virtuale, e notarlo è facile fin dai primi momenti.
Pro
- Senza dubbio l’esperienza più immersiva nel mondo di Skyrim
- Interessanti meccaniche di gioco variate per adattarsi al sistema di puntamento VR
- Elementi paesaggistici ed esplorativi resi al massimo
Contro
- Resa visiva generalmente mediocre, rende difficile scorgere elementi anche a media distanza
- Sistema di controllo basato sui Move caotico e quasi inutilizzabile
- Si porta appresso praticamente tutti i difetti del gioco base, sistema di combattimento in primis
- Prezzo pieno per un gioco che ormai ha sei anni