FC 26 vola in porta, sfruttando un passaggio filtrante perfetto, quello che taglia la difesa e lascia tutti a bocca aperta per un istante. Rilasciato a fine settembre 2025, questo capitolo della saga calcistica si pone come obbiettivo quello di catturare l’essenza del calcio moderno, con un mix di adrenalina e strategia che sorprende sin dai primi minuti di gioco. Al centro di tutto ci sono i preset duali, Competitivo e Realistico, che dividono il gameplay in due mondi paralleli: uno elettrico (per le sfide online, dove i gol volano come fuochi d’artificio) e l’altro più ragionato (per le partite offline, che premiano la testa fredda e i movimenti calcolati).
Immaginate di passare da un contropiede fulmineo a una partita a scacchi, con la palla che obbedisce a tocchi più naturali e portieri che finalmente leggono il gioco come veri guardiani della porta. Non mancano ritocchi alle modalità classiche, come la Carriera che si arricchisce di sfide scenary-based per manager e giocatori, o Ultimate Team che torna alle origini con tornei tematici e penalità per chi molla a metà. E poi c’è quel tocco italiano, con l’aggiunta dello stadio Diego Armando Maradona, che porta il calore della tifoseria partenopea dritta sullo schermo, un omaggio che scalda il cuore dei tifosi azzurri.
Queste novità non sono solo abbellimenti, bensì trasformano FC 26 in un titolo che ascolta i fan, rispondendo a lamentele passate su ritmo troppo frenetico o difese ballerine. Eppure, lo spoiler che emerge dalle prime ore di gioco è chiaro. I punti di forza non si nascondono ad un occhio attento: un gameplay fluido che si adatta a ogni stile, modalità che tengono incollati per stagioni intere, e un’atmosfera che fa sentire lo stadio vivo intorno a te. Le debolezze, invece, sono quelle ombre “familiari”, come una difesa ancora un po’ goffa nei momenti “concitati” o licenze incomplete che lasciano stadi iconici fuori dal roster, creando un senso di incompletezza per chi sogna un calcio totale. FC 26 non è la rivoluzione che alcuni speravano, ma un’evoluzione frizzante che bilancia tradizione e sorprese, ideale per chi vuole rivivere il brivido del match senza troppi intoppi.
Le grandi novità di questa stagione
FC 26 non perde tempo con preamboli e va dritto al sodo, srotolando novità che pulsano come un cuore da big match. I preset Competitivo e Realistico sono il colpo di “che non ti aspetti” che cambia le regole del gioco, dividendo il campo in due filosofie opposte ma complementari. Il primo è il paradiso degli “animali da UT”, un’arena dove la palla scorre veloce, i dribbling incantano e i gol arrivano in raffiche da capogiro, perfetto per Ultimate Team o Pro Clubs dove ogni secondo conta. Qui il ritmo si mantiene alto, ma con un lieve freno rispetto al caos di FC 25, per evitare che le partite diventino un festival di accelerazioni folli. Nella seconda il tono si abbassa, trasformando ogni tocco in una decisione ponderata: la palla pesa di più sui piedi, i passaggi richiedono precisione chirurgica e le difese diventano muraglie che premiano il posizionamento più del puro istinto. Il risultato si traduce in match da risultati meno tennistici ed una difficoltà importante nel mettere la palla in rete. Questa dualità non è un capriccio: si sente in ogni contrasto, con la Competitiva che premia la reattività e la Realistica la strategia, rispondendo a chi gridava per un calcio più credibile dopo anni di lamentele su momentum ingiusti ed ingiustificati.
Poi arrivano gli Archetipi, tredici profili ispirati a leggende del pallone che danno anima ai calciatori virtuali. Pensate a un Kroos che orchestra dal profondo con visioni laser, o a un Ronaldinho che fa ballare la palla con finte ipnotiche: questi template influenzano animazioni, attributi e persino il modo in cui il personaggio reagisce sul campo, sbloccabili con esperienza in Carriera o tramite Season Pass. Non è solo un boost numerico, ma un’evoluzione che rende ogni giocatore unico, dal portiere che anticipa traiettorie curve all’attaccante che eccelle nei duelli aerei. In Clubs, questi archetipi spingono verso build di squadra più identitarie, dove un “bulldozer” come Lukaku fa la differenza in mischia, mentre un “magician” Mendes taglia le linee con eleganza. È un sistema che aggiunge strati senza appesantire i controlli, ideale per chi ama personalizzare senza perdersi in menu labirintici.
La modalità Carriera riceve una scarica di energia fresca con le Manager Live, missioni scenario-based che buttano il manager in situazioni reali o ipotetiche, come partire con penalizzazioni in classifica o conquistare trofei in tempo record. Queste sfide evolvono durante la stagione, sbloccando ricompense come kit storici o punti unificati dal pass e integrano elementi narrativi che fanno sentire ogni salvezza epica. Per i giocatori, gli archetipi si intrecciano con storie ramificate, dove scelte sul campo influenzano lo sviluppo, da un derby acceso che “boosta” la motivazione a trasferimenti che dipendono da umori e budget realistici. Ultimate Team, cuore pulsante della serie, si rinnova con tornei tematici e Guanto di sfida definitivo, dove affronti squadre rotanti con regole speciali, riducendo il grind puro e premiando strategie team-based. Le penalità per ragequit – vittoria automatica se l’avversario molla in pareggio – scoraggiano i deboli di cuore, mentre l’interfaccia snellita centralizza obiettivi per un flusso più intuitivo.
Sul piano tecnico, segnaliamo una fisica della palla che si affina con rimbalzi più naturali ed effetti “umani” che aggiungono realismo senza frustrazione, mentre i portieri leggono meglio le traiettorie (deviando pericoli con istinto felino). HyperMotion V introduce della animazioni di squadra coerenti, eliminando glitch passati come quei contropiedi da corner assurdi che poco avevano a che fare con il calcio “simulato”.
A ciascuno la sua…modalità
Ultimate Team resta il re indiscusso, un’arena dove collezionare talenti e competere in leghe virtuali, ora arricchita da un’impostazione di gioco dedicata che accelera l’azione in contropiedi letali. I nuovi tornei tematici portano varietà, con regole che cambiano il meta – immaginate sfide dove solo i silver brillano o eventi live ispirati a match reali – e il Gauntlet Mode che vi mette contro rotazioni di squadre OP, premiando chi pianifica oltre il singolo boost. Le Sfide evoluzione basate su archetipi evolvono i giocatori in base al ruolo, non solo stats, mentre Rivals si lega a Division per accessi fluidi, eliminando playoff noiosi. Pack più generosi e bounties casuali aggiungono pepe, ma attenzione: le formazioni votate all’attacco mettono in serissima difficoltà le difese (la cui tenuta crolla sotto il pressing incessante) e il pay-to-win serpeggia, forte del Season Pass che sblocca ricompense dedicate.
La modalità Carriera si sdoppia in Manager e Giocatore, ognuna con un sapore unico che cattura l’essenza del calcio gestionale. Nel Manager, il preset Realistico trasforma le partite in duelli intellettuali, con vento che devia cross e campi bagnati che rallentano sprint, forzando rotazioni smart. Il carosello delle panchine vede tecnici saltare da club a club, portando tattiche residue ed eventi random (come infortuni misteriosi o budget tagliati) che infondono un tocco di dramma hollywoodiano. Le Live Challenges sono il clou: scenari come “salva il Napoli dalla zona retrocessione con penalità” evolvono in tempo reale, sbloccando kit retro come la maglia azzurra degli anni ’80, e le sessioni di mercato alla “Football Manager” – con umori giocatori e alert assenti – aggiungono quel tocco di suspense. Contratti duri da negoziare, AI che evita follie e intro match vari per lega – dal glamour di Wembley ai cori di San Siro – rendono ogni stagione un romanzo epico.
La Carriera Giocatore abbraccia gli archetipi per forgiare un eroe personale: optate per un “poacher” che vive d’aria o un “box-to-box” instancabile, e guardate le stats crescere con feedback tattico dal campo. Storie ramificate basate su scelte aggiungono profondità, con rami narrativi che portano a derby accesi o trasferimenti da sogno, integrate con Rush per sessioni veloci. Pro Clubs evolve con archetipi che specializzano ruoli, spingendo verso un team play più strutturato. La modalità Rush – il 5v5 su un campo ridotto – affina la componente social con chat approfondite, opzioni keeper e commenti vivaci. Calcio d’inizio e Tornei beneficiano dei preset, offrendo replay rapidi e campionati epici con condizioni ambientali che influenzano il flusso. Queste modalità non si pestano i piedi ma si passano la palla con armonia, creando un ecosistema dove le ore di gioco si perdono tra gestione e azione.
Il cuore dello stadio
FC 26 eccelle, anche in questa edizione, in dimensione artistica, dove grafica e sonoro si fondono per rievocare le emozioni dello stagio. Le texture dei campi catturano ogni dettaglio: erba che si piega sotto i tacchetti, pozzanghere dove si specchiano i riflettori nelle serate piovose e stadi che pulsano di tifosi con bandiere sventolanti e coreografie pirotecniche. L’aggiunta dello stadio Diego Armando Maradona è una piccola perla, con architetture fedeli, grafiche vivide e persino l’inno storico del Napoli che riecheggia nei pre-partita. HyperMotion V porta modelli facciali affinati, con espressioni che catturano sudore post-sprint o esultanze gioiose, anche se i giocatori poco conosciuti restano con tratti generici che stonano un po’. L’UI si rinnova con barre intuitive sotto i nomi – skill moves e piede preferito a colpo d’occhio – e opzioni di accessibilità (come alto-contrasto), rendeno i menu alla portata di tutti.
Le visuali telecamera si adattano ai preset: quella Competitiva si allarga per mostrare pubblico e atmosfera big match (amplificando l’elettricità del momento), mentre la Realistica zooma su dettagli come fiato condensato o tackle che sollevano zolle. Menzione degna di nota riguarda le texture realistiche dei vari completi di gioco delle squadre, dal satinato del Bayern al cotone ruvido del Celtic. Effetti ambientali, infine, aggiungono quel tocco di magia: la pioggia che appanna lo schermo e il vento che devia traiettorie visivamente, assottigliano quel confine tra realtà e simulazione.
Quell’evoluzione figlia del suo passato
La saga calcistica di EA Sports, da FIFA pionieristica a FC rinata, ha calpestato il prato videoludico per oltre trent’anni, evolvendo da sprite 2D a simulazioni che sfidano la realtà con licenze e atmosfera. Negli anni Novanta, FIFA 98 esplose con il 3D e inni da stadio, un boom che mescolava arcade e tattica basilare, mentre FIFA 2000 introdusse engine real-time per un flusso di gioco più all’avanguardia. Il nuovo millennio accelerò: FIFA 10 rivoluzionò con dribbling a 360 gradi, fluidi come un tango, mentre FIFA 14 con Ignite engine portò fisica avanzata, stamina che premiava rotazioni e difese che iniziavano a pensare da sole. Ma fu in questi ultimi dieci anni che la formula magica iniziò a mostrare alcuni segni di debolezza: Ultimate Team si è trasformato progressivamente in un loot box festival con microtransazioni che hanno diviso la community, e modalità come Pro Clubs che hanno vegetato nel semi-oblio.
Il rebranding a FC nel 2023, post-rottura con FIFA, segnò un reset audace: FC 24 pulì l’immagine con HyperMotion per animazioni umane e Rush tentò di far dimenticare quegli esperimenti “alternativi” non andati a buon fine. FC 25 puntò forte su FCIQ per AI tattica, ma inciampò su difese in formato gruviera. FC 26 continua questa curva ascendente, con preset duali che rispondono al grido per bilanciare velocità e realismo, curando il ritmo eccessivo di FC 25 e introducendo archetipi per personalità che mancavano.
Tuttavia, la routine annuale pesa e non di poco. Si procede per piccoli passi, senza stravolgere il lavoro fatto nella stagione precedente. Si tenta di aggirare il more-of-the-same somministrando contenuti e modalità (tra)vestiti con abiti nuovi, ma sotto-sotto la minestra è sempre la stessa. La sfida è sicuramente quella di puntare fortissimo sull’intelligenza artificiale, soprattuto per quello che concerne i movimenti organici di squadra e il comportamento del singolo giocatore rispetto alla palla.
La recensione in breve
Capiamoci, non tutto il male viene per nuocere. Questa nuova edizione ha del buono, con i preset dualistici che vanno pesati sulla lunga percorrenza ma che già tenta di differenziare le abitudini dell'utenza. Potrebbe essere una strategia vincente, oppure un'arma a doppio taglio, ai posteri l'ardua sentenza. Per il resto, atmosfere da match day ulteriormente migliorate, dinamiche pay to win ancora incessanti, fisica calcistica migliorata e AI che tenta di imporsi nelle varie fasi di gioco. Il solito FC?! No, ma quasi...
-
Voto Game-Experience