Alzi la mano chi non ha mai speso almeno una manciata di ore su un capitolo di Warhammer 40.000: Dawn of War. La serie targata Relic Entertainment iniziata nel 2004, prima di finire nel dimenticatoio dopo un disastroso terzo capitolo, ha decisamente innovato e caratterizzato il genere degli RTS facendo la storia del medium. I primi due capitoli, infatti, hanno integrato con successo le peculiarità del gioco da tavolo sul quale si basano gli eventi e il mondo di gioco, nell’archetipo dello strategico in tempo reale old school. A otto anni dall’ultima iterazione è ora il momento per il team tedesco di King Art Games – autori del più che discreto Iron Harvest – di raccogliere il testimone e tentare di far tornare grande la serie con Warhammer 40.000: Dawn of War 4.
Presentato a sorpresa durante l’Opening Night Live della Gamescom di Colonia, abbiamo avuto modo di assistere a porte chiuse a una presentazione e di provare con mano una singola missione di Schermaglia. Proprio le chiacchiere con uno dei designer del gioco ci hanno fatto ben sperare relativamente alla cura riservata a questo nuovo capitolo.
L’uomo della provvidenza presente con noi nell’area business della Gamescom di Colonia, ci ha tenuto a specificare come proprio la serie Dawn of War sia alla base dell’amore suo e di tanti del team di sviluppo per gli RTS. Per questo, la responsabilità e la soddisfazione di poter riesumare il brand sono state le fondamenta dell’entusiasmo per il lavoro di King Art Games. È così che questa nuova avventura sembra voler cogliere il meglio da tutti e tre, seppur tendendo forse fin troppo ad alcune semplificazioni viste nel mediocre terzo capitolo.
Quattro campagne is meglio che one
Iniziamo tranquillizzando i più preoccupati: Warhammer 40.000: Dawn of War 4 e il suo team di sviluppo hanno messo al centro del progetto l’esperienza single player. Quattro corpose campagne con altrettante fazioni – di cui una totalmente originale – disegnano un progetto certamente non avaro di contenuti. Si parla di più di 70 missioni disponibili e diverse decine di minuti di cutscene in CGI. Tutto ciò che serve per quello che desidera essere il capitolo più grande di sempre della saga. Non abbiamo modo di darvi più informazioni sugli eventi, sulla timeline o sulla durata specifica di ogni campagna. Ad ogni modo, le prospettive così presentate ci rincuorano sulla mole di attività concepite dal team teutonico. In questo senso, a fare la differenza, risulteranno solo la varietà e il grado di sfida.
Noi abbiamo avuto modo di giocare una singola schermaglia come Space Marine. Nonostante la build chiaramente ancora molto acerba, le idee alla base del gameplay sembrano chiare e definite. Diciamo nuovamente addio alle coperture – elemento introdotto nel genere proprio da Dawn of War – e prepariamoci a fondere la velocità e l’immediatezza dell’ultimo capitolo, con la profondità delle meccaniche di gestione delle truppe e assalto del passato più remoto.
Se speravate quindi che il flop del terzo capitolo spingesse verso un totale ritorno alle origini, siamo dispiaciuti nel darvi una brutta notizia. Dawn of War 4 non elimina totalmente le modifiche effettuate otto anni fa. Piuttosto, mantiene una struttura di avanzamento e conquista che strizza l’occhio ancora una volta al MOBA. A dire il vero, probabilmente consci delle difficoltà comunicative vissute dal brand sul finire dello scorso decennio, questo termine non è stato mai citato durante la presentazione. A ben vedere però, seppur con mappe più ampie e una gestione meno randomica e automatizzata degli scontri, la voglia di unire vecchi e nuovi giocatori è evidente fin dalle prime battute.
Un po’ vecchio e un po’ nuovo
Quel che funziona molto bene a primo impatto è la gestione delle truppe. Durante la partita avremo modo non solo di costruire le strutture adeguate alla formazione di nuove unità, ma anche di avanzare sempre più nella mappa continuando a replicare le nostre costruzioni e ridurre gli eventuali tempi di ritorno in battaglia. Non sembra esserci un limite di schieramento per una specifica unità, bensì solo un totale che viene gestito sulla base della potenza dell’unità stessa. Questo significa che se uno Space Marine standard occupa un singolo slot, un mezzo corazzato avrà un costo chiaramente maggiore. Le unità nemiche non mancano e affrontare una nuova orda di Orki senza aver dispiegato il giusto numero di Space Marine ci ha portati in un paio di occasioni a doverci ritirare nelle retrovie, recuperare le energie delle poche unità sopravvissute, e spingendoci a dosare al meglio le nostre risorse e gli scontri.
Difficile poter approfondire troppo il gameplay in una prova così breve. Tanto è bastato, comunque, per capire come la volontà di King Art Games non sia quella di rivoluzionare nuovamente il genere. Al contrario, vuole riuscire a tirare fuori il meglio da ciò che il mercato offre attualmente. In questo senso, Dawn of War 4 non fa nulla di particolarmente originale. Anzi, tenta in maniera piuttosto evidente di attrarre giocatori della vecchia guardia e neofiti alla stessa maniera. Il bilanciamento tra queste due diverse nature ne decreterà l’eventuale successo, consapevoli che nel 2025 lo spazio per gli RTS è onestamente sempre meno. È su quest’ultimo punto che si concentrano le nostre paure. Con una fanbase così accanita, ma anche così di nicchia, il rischio di non accontentare tutti i giocatori è concreta. Speriamo che King Art Games sappia trovare il giusto equilibrio.
La cura per il dettaglio in Dawn of War 4
A questo proposito, la cura per l’eredità importante che il progetto si porta sulle proprie spalle è tangibile. Siamo ancora in una fase di pre-alpha, quindi ben lontani dall’arrivo sul mercato che si concretizzerà nel corso del prossimo anno. Nonostante questo, l’attenzione nella riproduzione delle fazioni, le animazioni e le interazioni tra le stesse risultano già oggi di grande pregio. Il tutto al netto di un’ottimizzazione che, per forza di cose, non appare certo allo stato dell’arte. Se anche le cutscene che faranno da sfondo all’avventura risulteranno della stessa qualità, allora siamo certi che ci sarà da sorridere per gli appassionati dell’universo di Warhammer 40.000.