Dopo la crisi portata da Battlefield 2042, i fan si sono riuniti in un unico motto che tutt’ora viene ripetuto come un mantra e una legge in seguito all’annuncio di Battlefield 6: Remember, no pre-orders. Citando la celebre e controversa missione No Russian di Call of Duty: Modern Warfare 2, il pubblico sembra voler mantenere una linea conservativa nei confronti di EA e DICE, rifiutandosi di difendere a spada tratta il nuovo capitolo del franchise e di cedere ai primi, stuzzicanti trailer.
Per loro è però altrettanto difficile rifiutarsi di ammettere che l’anteprima mostrata recentemente sia davvero accattivante. Il risultato? L’open beta inizia solo questo weekend e nei primi due giorni di closed beta si sono già superati record importanti. Infatti, secondo SteamDB – quindi considerando solo gli accessi da PC – oltre 500.000 giocatori hanno provato il titolo contemporaneamente. Per intenderci, Battlefield 2042 ha registrato un picco di 107.000 giocatori su Steam, oppure 156.000 giocatori in fase open beta.
Hype esagerato o giustificato? Dopo un titolo futuristico poco apprezzato, è chiaro che la speranza di un ritorno in auge sia parecchio alta. Quindi, per trovare una risposta a questa domanda abbiamo provato Battlefield 6 su PC e su PS5.
Confronti con le edizioni precedenti di Battlefield
Battlefield 6 entra subito in competizione con alcuni celebri capitoli passati e mostra chiare influenze da Battlefield 3 e 4, da molti considerati le punte di diamante della serie. Rispetto a Battlefield 3, il gunplay qui è più stretto e preciso, con armi che rispondono bene ai comandi senza quel senso di pesantezza che a volte frustrava nei vecchi titoli. Lo shooting è solido e abbastanza bilanciato, con un Time To Kill veloce come in Battlefield 3 ma regolabile, evitando così i problemi di Battlefield Hardline dove le sparatorie duravano anche troppo poco. Una cosa è certa: devono assolutamente rivedere i fucili a pompa, sono troppo potenti anche da media distanza.
A proposito delle armi singole, ciascuna di esse può essere modificata nei suoi componenti chiave. Quindi, si possono aggiustare canna, mirino, caricatore, proiettili e aggiungere altri accessori per trasformare ogni arma nel proprio compagno di battaglie più fedele. Non si tratta di un sistema complesso e funziona a punti, consentendo la modifica degli oggetti entro un certo limite.
Le mappe ricordano quelle urbane di Battlefield 4 dove la distruzione cambiava il flusso della partita. Tuttavia, in Battlefield 6 gli edifici crollano in modo più spettacolare creando nuove coperture o trappole. Nessun posizionamento casuale delle rovine, ma resta comunque un livello di distruzione molto apprezzato.
Il movimento in Battlefield 6 è fluido, simile a Battlefield 4 con sprint e salti che permettono di navigare il terreno senza sentirsi bloccati. Battlefield V aveva introdotto meccaniche di fortificazione che qui evolvono in un sistema di costruzione rapida per barriere meno invadente. Confrontato con Battlefield 2042 – che ha deluso molti per le mappe troppo grandi e vuote – Battlefield 6 stringe il campo d’azione, rendendo gli scontri più frequenti e intensi. I veicoli in Battlefield 2042 erano potenti ma non sempre reattivi, mentre qui sembrano più bilanciati…anche se sembra riaffiorare il vecchio problema dei danni “non direzionali”, rievocando dei fantasmi del passato.
Tra compromessi e innovazione
La base della modalità multigiocatore proposta nella open beta di Battlefield 6 dimostra un approccio positivo. È sintomo di una rivisitazione ben calibrata dell’esperienza storica vista con Battlefield 3 e 4. Un compromesso pensato per avvicinare anche coloro che per anni ormai si sono abituati a Warzone e all’estrema dinamicità degli FPS, portandoli su scenari comunque più vasti in altre modalità più classiche con più giocatori e più veicoli.
Tornano poi le quattro classi tradizionali: Assalto, Geniere, Supporto e Ricognitore. Una mossa decisamente apprezzata e che vede anche qualche ottimizzazione particolare, come la dotazione di un singolo grande pack per munizioni e cure nelle mani del Supporto, la cui arma principale è persino l’LMG per offrire fuoco di copertura e soppressione. Altra novità importante è il drag-to-revive, ovvero la possibilità di spostare gli alleati da rianimare verso posti più sicuri. Un elemento tattico notevole ed essenziale che si rivela rapidamente utilissimo.
DICE ha pur sempre dimostrato di voler ascoltare la community. Il sistema a classi ritorna ed è disponibile anche una modalità di gioco con armi bloccate. Ovvero, c’è una vera e propria identità come in passato, in modo tale da determinare il ruolo di ogni giocatore sul campo di battaglia. A stupirci è stato poi il comparto sonoro. Se quello visivo si dimostra una certezza, specie con il ritorno della spettacolare distruzione ambientale, quello audio potenzia ogni scontro portandolo a un altro livello. In particolare, si raccomanda la selezione del mix audio ‘Registri Bellici’ o ‘Registri Bellici V.A.L.’ per un’immersione veramente aggressiva nel conflitto.
Generalmente, quindi, Battlefield 6 riprende il meglio dai classici e predecessori, mostrando un’evoluzione naturale orientata verso il rispetto della tradizione, ma con qualche compromesso per tenere il passo con i tempi.
Battlefield 2042 ha sofferto di performance instabili ma questa beta corre liscia ricordando la stabilità di Battlefield 4 al lancio. Il parachute system in Battlefield 6 permette salti estesi simili a Battlefield 3 ma con glitch che fanno volare i personaggi in modo comico. Confrontato con Battlefield V il netcode sembra migliorato riducendo lag e disconnessioni che plagavano le partite. Battlefield Bad Company aveva umorismo nei dialoghi e qui i soldati chiacchierano in modo divertente durante l’azione. Rispetto a Battlefield 1 le granate sono più letali ma bilanciate evitando spam eccessivo.
Breve analisi tecnica su PC e PS5
Chiaramente, parlare delle performance nello stato di open beta richiede una certa attenzione. Del resto, essendo una build creata per testare l’ambiente di gioco, mappe e server raccogliendo il feedback della community, è chiaro che ci possano essere ancora problemi di vario genere.
Tutto sommato, però, attualmente su PC il titolo sembra essere ben ottimizzato. La nostra build con CPU AMD Ryzen 7 9700X, GPU AMD Radeon RX 7800 XT e 32 GB di RAM supera agilmente i requisiti consigliati e permette di giocare anche in 2K ultrawide senza problemi – almeno in linea di massima. Ci sono comunque alcuni disguidi non indifferenti, come il dimezzamento dell’uso massimo delle risorse grafiche disponibili nel caso in cui l’overlay EA non sia attivato. Qualche artefatto visivo non può mancare, specie durante collisioni strane tra modelli.
Su PS5 gira in modo impressionante, con grafica nitida e frame rate stabile in ogni contesto. Il DualSense eleva l’esperienza con feedback aptico che fa vibrare il grilletto durante il fuoco automatico simulando il rinculo reale, garantendo maggiore immersione. Le feature dedicate includono quindi gli adaptive triggers che distinguono tra armi leggere e pesanti con vibrazioni diverse per pistole o mitragliatrici. Oppure, il suono 3D tramite headset compatibili posiziona i nemici con precisione permettendo di sentire i diversi “rumori” del nemico, come passi direzionali e veicoli in arrivo. Funzionalità come il quick resume permettono di saltare dentro e fuori dal gioco senza perdere progressi, mentre il controller sembra sempre sincronizzato alla distruzione degli edifici vibrando in sync.
La risoluzione 4K dinamica mantiene dettagli alti anche nelle scene caotiche con esplosioni che non causano cali di performance. Battlefield 6 sfrutta il ray tracing per riflessi realistici su pozzanghere o vetri rotti che brillano sotto il sole. Durante la prova, la modalità grafica Prestazioni (quella che predilige il frame rate) si è presentata decisamente meglio fruibile di quella Bilanciata (che tenta di creare un giusto compromesso tra grafica e fluidità). Inoltre, su PS5 il gioco supporta la modalità a 120Hz per fluidità extra in TV compatibili.
Ciò fa sì che, graficamente, le mappe montane appaiano vivide e con una nebbia che si dirada dinamicamente, costruendo un’esperienza cinematografica con luci volumetriche che creano atmosfere tese. Restano bug minori come glitch delle texture, attimi in cui il personaggio vola in alto e cade senza danno dopo avere corso sopra un cespuglio o vicino a un albero, o punti critici in cui si può cadere sotto la superficie o risultare impossibili da colpire se si rimane illesi sotto ai detriti degli edifici. Per fortuna si tratta di circostanze sporadiche, frutto di interazioni anomale che speriamo vengano risolte in vista del lancio a ottobre.
Piccola nota finale sul menu. Su console è molto intuitivo e navigabile tramite touchpad per la selezione rapida dei loadout. Anche su PC fa la sua figura, soprattutto per il design scelto da DICE. Il giusto equilibrio tra la modernità di Battlefield 2042 e la tradizione pulita di Battlefield 3 e 4.