Dune: Awakening è atterrato come un ornitottero carico di promesse, portando i giocatori nel cuore sabbioso di Arrakis, il pianeta iconico dell’universo di Frank Herbert. Funcom ha preso l’ambientazione del celebre scrittore americano e l’ha trasformata in un mondo aperto dove i giocatori devono sopravvivere, costruire e competere per il controllo della risorsa più preziosa: la Spezia. Il gioco si propone di catturare la vera essenza del pianeta Arrakis, con le sue tempeste di sabbia, i vermi giganti e le fazioni in lotta, offrendo un’esperienza che mescola sopravvivenza estrema e dinamiche sociali.
L’attesa per Dune: Awakening è stata molto alta, ed è probabilmente tra i titoli più attesi di questa annata videoludica. Gli spettacolari trailer hanno fatto sicuramente il loro sul fronte hype, ma il franchise è stato fortemente rinvigorito dal film di Denis Villeneuve. Come abbiamo già detto, Funcom non è sicuramente nuova a progetti di questa portata, ma un MMO survival in un’ambientazione così iconica è una sfida non da pochi. Sul fronte tecnico non abbiamo moltissimo da eccepire. Noi lo abbiamo giocato su PC di modeste pretese (un notebook ASUS TUF Dash F15), lasciando calibrare tutti i parametri di gioco al sistema. Nulla da segnalare sotto questo aspetto.
Dopo aver vagato tra dune roventi, schivato vermi della sabbia e negoziato alleanze fragili, siamo pronti a raccontarvi com’è andata. Insomma, dopo aver assaggiato il gioco in anteprima, vi lasciamo alla nostra recensione di Dune: Awakening titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione PC.
Storia e personaggi: il mondo di Dune a portata di gioco
In Dune: Awakening, non troverete Paul Atreides o il Barone Harkonnen come protagonisti. Il gioco opta per una narrazione originale, ambientata in una versione alternativa dell’universo di Dune. Siete un sopravvissuto, un nessuno catapultato su Arrakis con l’obiettivo di sopravvivere e scalare la gerarchia del potere. La trama principale ruota attorno alla raccolta della Spezia, alla costruzione di basi e alla gestione delle relazioni con le fazioni iconiche: Atreides, Harkonnen e Fremen. Le scelte che fate (come allearvi con una fazione o tradirla), influenzano il vostro percorso (sia a livello narrativo che di sviluppo del PG), donando quel tocco ruolistico che rende ogni esperienza unica nel suo genere.
La narrazione è volutamente “leggera”, lasciando spazio alle storie che emergono dalle interazioni tra giocatori. Le missioni principali vi spingono a esplorare il deserto, affrontare tempeste e negoziare con NPC che incarnano l’atmosfera di Dune. Incontrerete Fremen che vi insegnano a cavalcare i vermi, Mentat che vi sfidano con enigmi e Sardaukar pronti a tagliarvi in due. I dialoghi sono ben scritti, con un tono epico e mistico che richiama i romanzi, ma i personaggi NPC non sempre lasciano il segno. Sicuramente più funzionali che memorabili, e questo potrebbe deludere chi cercava presenze carismatiche, al pari dei libri e/o film.
Le fazioni sono il vero cuore narrativo. Scegliere se schierarsi dalla parte degli Atreides (forti del loro senso dell’onore) o degli Harkonnen (che celebrano, in ogni occasione, la loro brutalità), cambia il modo in cui gli altri giocatori e NPC ci percepiscono all’interno del gioco. Questa precisa scelta progettuale operata dagli sviluppatori, alimenta quel senso di appartenenza alla fazione, ma la storia principale rimane un po’ in secondo piano. In verità, non c’è una campagna single-player ben strutturata, e questo potrebbe essere inteso sia come un punto di forza che come una debolezza, soprattutto man mano che l’esperienza avanza nel tempo. Da un lato, concede un positivo senso di libertà ai giocatori di creare le proprie avventure, dall’altro, invece, chi è alla ricerca di una “storia” (magari che richiami anche dei passaggi letti nei libri di Herbert) potrebbe finire col ricevere una grossa delusione.
L’ambientazione si presenta fedele a Dune con una lore ricca e corposa. Le fazioni sono ben caratterizzate e offrono scelte significative a livello di gameplay, con le interazioni tra giocatori in grado di creare storie epiche (non da subito però, concedetevi un po’ di sana e giusta pazienza). Di contro, la trama principale si presenta troppo sfumata, complice anche i vari personaggi NPC che mancano di profondità emotiva. L’assenza di una campagna single-player, inotre, potrebbe incidere sul totale dell’esperienza.
Gameplay: un MMO che punta alle interazioni sociali
Il gameplay di Dune: Awakening è un mix di sopravvivenza, esplorazione e combattimento che consente di immergersi nell’ostilità di Arrakis. Si inizia con poco: un coltello, un distiltuta e il sogno di dominare il deserto. La raccolta della Spezia è centrale: occorre esplorare dune, evitare tempeste di sabbia e difendersi dai vermi della sabbia che emergono quasi all’improvviso (solo se ci si ferma troppo a lungo nello stesso posto). Il sistema di crafting è profondo è all’apparenza complesso, ma con il tempoi diventa intuitivo. Si possono costruire basi, armi, veicoli e persino ornitotteri, ma ogni risorsa è limitata, motivo per cui è richiesta una buona dose di strategia per ottenerle (e ben investirle).
Il combattimento è un punto forte, con un mix di corpo a corpo e sparatorie. Le lame a vibrazione si affiancano a pistole e scudi olografici, creando scontri dinamici che premiano riflessi e tattica. Potete affrontare altri giocatori in PvP o unirvi a loro per combattere nemici ambientali in PvE, come i vermi o le pattuglie Sardaukar. La componente MMO brilla nelle interazioni sociali: potete formare gilde, stringere alleanze o tradire i vostri compagni per un “pugno” di Spezia. Un senso di libertà che può diventare anche a doppio taglio, con la componente PvP che può essere spietata per i nuovi giocatori, complice i giocatori veterani che non lasciano nulla per strada e pattugliano le zone ricche di risorse.
Un elemento unico è la gestione dell’acqua, che contorna l’esperienza tutta con una giusta dose di sano realismo. Ogni azione, dal correre al combattere, consuma acqua, e senza una tuta distillata funzionante rischiate la disidratazione. Questo aggiunge tensione e costringe a pianificare ogni spedizione. Le tempeste di sabbia, che cambiano il paesaggio e nascondono risorse, sono un’altra chicca che rende l’esplorazione imprevedibile. Tuttavia, il ritmo, talvolta, finisce col essere lento. Le prime ore sono una vera e propria “Fiera della grindata” per raccogliere materiali base, e alcune meccaniche – come la riparazione costante delle attrezzature – si dimostrano noiose.
Il gameplay, dunque, si presenta coinvolgente e armonicamente in linea con lore di Dune. Bene i combattimenti, che offrono un’esperienza dinamica e ben bilanciata. Le interazioni sociali sono il cuore pulsante del gioco, e con la loro profondità creano momenti oltremodo memorabili. Il tocco di classe e dato dalla gestione dell’acqua, elemento funzionale tanto al gameplay quando per aggiungere degli innesti di sano realismo. Di contro il ritmo lento nelle prime fasi, incide sulla curva del divertimento. Ad enfatizzare ulteriormente questo aspetto ci sono anche alcune meccaniche di crafting (come la riparazione dei veicoli) che si dimostrano ripetitive. Sul fronte bug e problemi di connessione non ci possiamo lamentare più di tanto, la nostra esperienza non ne è stata funestata.
Dimensione Artistica: non solo dune, ma anche arte
Visivamente, Dune: Awakening è un viaggio mozzafiato. Arrakis è un capolavoro di dune dorate, cieli arancioni e tramonti che sembrano dipinti su tela. Le tempeste di sabbia sono spettacolari, con effetti di luce e particelle che vi fanno sentire minuscoli di fronte alla potenza del deserto. Le basi delle fazioni, dai sietch Fremen alle fortezze Harkonnen, sono dettagliate e fedeli all’estetica di Dune. La direzione artistica cattura il mix di tecnologia avanzata e misticismo che definisce l’universo di Herbert, con un’attenzione ai dettagli che rende ogni angolo del mondo vivo.
La colonna sonora è un vero e proprio trionfo. Le musiche, ispirate al film di Villeneuve e ai romanzi, alternano melodie epiche a ritmi tribali che trasportano il giocatore nell’atmosfera di Arrakis. Gli effetti sonori sono altrettanto impressionanti (se cuffia-muniti): il ruggito dei vermi, il sibilo del vento e il clangore delle lame creano un’immersione totale. Tuttavia, ci sono piccoli difetti. Alcune texture nelle aree meno popolate appaiono sgranate, e i modelli dei personaggi sembrano piuttosto “rigidi”, soprattutto nelle animazioni di movimento. Anche l’interfaccia utente, pur funzionale, giunge un po’ anonima, le manca di un pizzico di stile.
La recensione in breve
Dune: Awakening è un viaggio ambizioso che porta l’universo di Dune in un formato MMO survival con risultati straordinari, ma non privi di granelli di sabbia negli ingranaggi. Funcom ha creato un pianeta vivo, dove ogni duna nasconde pericoli e opportunità. Il gameplay survival è profondo e coinvolgente, con la gestione dell’acqua e le tempeste di sabbia che aggiungono un tocco unico. Le interazioni tra giocatori creano momenti epici, degni delle migliori storie di Dune. La direzione artistica e la colonna sonora ci fanno sentire davvero su un pianeta alieno, con paesaggi che tolgono il fiato. Tuttavia, il gioco non è perfetto. La narrazione leggera potrebbe deludere chi cerca una storia strutturata, e i personaggi NPC mancano di carisma. Il ritmo lento delle prime ore e alcune meccaniche ripetitive possono, infine, scoraggiare i giocatori meno pazienti.
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Voto Game-Experience