I videogiochi di calcio hanno un problema: c’è un dominatore assoluto e nessuna alternativa valida. Electronic Arts con FIFA (oramai noto con il titolo EA SPORTS FC) ha sempre impostato lo standard di mercato, complice la delusione offerta da eFootball al lancio. Senza Konami tra i piedi, la casa americana ha consolidato la sua prima posizione nel genere. Di alternative come UFL e GOALS non si sa ancora nulla di concreto, al netto dei playtest offerti al pubblico. Cosa rimane quindi ai giocatori? A quanto pare, solo REMATCH.
I creatori di Sifu hanno decisamente scosso tutti in occasione dell’annuncio di questo nuovo titolo, un ibrido tra FIFA Street e Rocket League che ben si distacca dall’ipnotico picchiaduro precedente. Eppure, dopo mesi di closed beta e playtest pubblici, sembra avere convinto centinaia di migliaia giocatori con la sua insolita formula. Sono solo impressioni o c’è qualcosa in più? Ve lo spieghiamo nella recensione di REMATCH.
Un calcistico insolito
Dall’infinita e stancante somiglianza tra i calcistici proposti fino a oggi, REMATCH prova a staccarsi con un intento ben specifico, condiviso dallo stesso direttore creativo Pierre Tamo: far sentire i giocatori come veri atleti. Ognuno controlla il suo calciatore attraverso complesse interazioni con il pallone e gli altri giocatori, avversari e non. Ciascuna azione conta, dai contrasti in scivolata ai tiri, passando per trick che possono facilmente ingannare anche i più abili.
I match si strutturano in modalità 3v3, 4v4 o competitivo in 5v5, in un’arena dallo spazio limitato dove ciascun player può muoversi liberamente, cambiando ruolo in base alla posizione sul campo. Questa arena ha evidenti pareti che possono essere usati per riscrivere le regole della partita, usandolo come sponda per passaggi più imprevedibili e dinamici, diventando un quinto o sesto giocatore improvvisato.
In un determinato tempo limite non resta che segnare più gol possibili. Con uno scarto particolarmente elevato, la partita può finire molto in anticipo. In caso di pareggio, invece, si passa ai supplementari con la regola del Golden Gol (chi segna per primo vince) a oltranza.
Come già anticipato, si tratta di un ottimo ibrido tra il caro vecchio FIFA Street e Rocket League, un formato che sa di già visto solo se si uniscono i pezzi del puzzle creando un quadro mescolato ma ben composto. A rendere il tutto più insolito sono i controlli.
Il gameplay: base intuitiva, ma…
Il vero fulcro del gameplay consiste, infatti, nell’apprendere tutti i modi in cui si gestisce il proprio calciatore. Bisogna controllare la potenza, ma anche usare appropriatamente la visuale. In base a dove cade lo sguardo, la palla si muove di conseguenza applicandovi effetti e adottando traiettorie di tiro spesso impensabili. Non bisogna saper usare solo i piedi, ovvero i controlli base, ma anche la testa.
Imparare tutti i comandi per effettuare giochi di prestigio col pallone usando tutto il corpo non è affatto semplice e i tutorial non aiutano come dovrebbero. Si tratta quindi della prima e più grande barriera nella conoscenza piena di REMATCH. In base al proprio atteggiamento, offensivo o difensivo, si accedono a scivolate e controlli della sfera differenti. Camminando dentro l’area di rigore come unico uomo, invece, si indossano automaticamente i guanti per iniziare a proteggere la porta.
Si crea così un ottimo bilanciamento tra comportamento offensivo e difensivo, tra guidare la palla fino a insaccarla in rete e controllarla o rubarla agli avversari. Per sfruttare questo bilanciamento al meglio, però, il giocatore deve studiare verticalità, tempismo, manualità, diventare un goleador ma anche un regista e un portiere. Deve essere Baggio, Pirlo, Maldini e Buffon allo stesso tempo, in base all’esigenza.
Altro elemento importante è il saper leggere le azioni dell’avversario e agire per la squadra, evitando di ricadere troppo spesso in virtuosismi individuali. L’importanza del teamplay è paragonabile solo al Pro Club di EA SPORTS FC, da cui però REMATCH si distacca promuovendo un sentimento di team molto più tangibile, segno che Sloclap ha voluto renderlo un titolo costruito appositamente per il competitivo.
Joga bonito
Scrivendo queste parole, però, ricordo improvvisamente le gesta di due calciatori in particolare: Pelé e Ronaldinho. Loro hanno trasformato il calcio in uno sport da amare per il divertimento che porta, l’esaltazione del pallone e del saperlo portare dove si vuole, come si vuole. Il motto “Joga Bonito” non è solo parte della campagna pubblicitaria di Nike, bensì rispecchia la bellezza di questo sport.
REMATCH, in fondo, vuole rappresentare proprio questa essenza mostrando al pubblico che si può uscire dai limiti imposti finora da EA SPORTS FC e dalla modalità Ultimate Team, una macchina da soldi che può rivelarsi anche pericolosa per i più piccoli. In che modo si può fare? Permettendo ai giocatori di mostrarsi con il loro carattere – anche attraverso una buona selezione di elementi per personalizzare il proprio calciatore nei match – e le rispettive abilità, ma pur sempre entrando in sintonia con altri appassionati.
Il calcio può anche essere competitivo, ma è innanzitutto divertente. Deve esserlo prima ancora di diventare competitivo. REMATCH è il ritorno a questa filosofia, all’umore dei Mondiali di Calcio in Sudafrica, a Waka Waka, Wavin’ Flag e Mas Que Nada.
Due questioni specifiche
Restano però delle incognite. In primis, questa formula multiplayer riuscirà ad attecchire sul lungo termine come ha fatto durante i playtest, mantenendo una playerbase abbastanza corposa? A contribuire potrebbe essere proprio la creazione di un ambiente competitivo e di una scena esport che, indubbiamente, si rivelerebbe altamente spettacolare, ma riuscirà a nascere? I primi segnali nel playtest e nell’early access ci sono già stati, con rispettivamente oltre 250mila e 40mila giocatori, e hanno coinvolto anche molte personalità pro di Rocket League e EA SPORTS FC, bisognerà vedere se funzionerà davvero a lungo andare.
Il secondo problema concerne la stabilità dei server. Il numero di giocatori si sta già alzando molto in questi primi giorni e ci sono chiare criticità relative a netcode e desync. Alcuni movimenti dei giocatori e colpi della sfera non vengono registrati. Oppure, dopo un gol, il pallone torna in controllo della squadra che ha appena segnato. Sloclap deve assolutamente intervenire su questi nodi per scioglierli il prima possibile.
Veniamo invece alle questioni di performance. I requisiti di sistema minimi e raccomandati, per fortuna, sono piuttosto bassi e consentono a molti giocatori di entrare in azione. Nella nostra build con processore AMD Ryzen 7 9700X, GPU AMD Radeon RX 7800 XT e 32 GB di RAM non abbiamo notato alcun problema di prestazioni sin dalle closed beta e fino agli ultimi playtest, segnale che Sloclap ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro con REMATCH.
La recensione in breve
REMATCH vuole scuotere i calcistici, unendo la complessità dei controlli di Sifu con l’essenza di Fifa Street e Rocket League. Il risultato si è rivelato piuttosto convincente sin dalle prime closed beta, senza problemi di performance e con un gameplay davvero divertente. Peccato però per il tutorial non proprio completo, da ritoccare per permettere a chiunque di imparare a pieno i controlli. Ma soprattutto, riuscirà a fidelizzare un numero abbastanza alto di giocatori per sopravvivere e a sistemare i problemi con il netcode?
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Voto Game-Experience