Nel mondo dei videogiochi, le etichette first-party, second-party e third-party vengono spesso utilizzate per classificare le produzioni, ma le loro definizioni possono risultare confuse per numerosi giocatori. L’ex-Sony, Shuhei Yoshida, ha recentemente chiarito come PlayStation utilizza queste categorie con i titoli, rivelando sfumature interessanti che vanno oltre la semplice distinzione tra giochi sviluppati internamente ed esternamente. Questo sistema di classificazione aiuta a comprendere meglio come Sony gestisce le proprie esclusive e collabora con team esterni per portare titoli di alta qualità sulla sua piattaforma.
Grazie a PushSquare scopriamo che il colosso giapponese definisce first-party tutti i titoli pubblicati da PlayStation, indipendentemente dal fatto che siano sviluppati da studi interni o esterni. Ad esempio, prima della sua acquisizione da parte di Sony, Housemarque era uno studio indipendente, ma i suoi giochi finanziati dalla società giapponese erano comunque considerati first-party. Il finanziamento e la pubblicazione da parte di PlayStation sono i criteri chiave per questa classificazione.
I giochi second-party sono invece quelli sviluppati da team indipendenti, ma co-finanziati da Sony, con la proprietà intellettuale che rimane nelle mani dello sviluppatore. Un esempio recente è Rise of the Ronin di Koei Tecmo, che è stato pubblicato da PlayStation, pur non essendo un titolo interno. Un altro caso è Nioh e Nioh 2, che sono stati pubblicati da Koei Tecmo in Asia, ma da PlayStation in Occidente, rientrando così nella categoria second-party.
Infine troviamo i giochi third-party, quelli sviluppati e pubblicati completamente da aziende esterne, senza il coinvolgimento finanziario diretto di Sony. Tuttavia, esistono i cosiddetti partner titles, ovvero giochi di terze parti che ricevono accordi di esclusività temporale su PlayStation, come Final Fantasy XVI. Anche se questi titoli vengono lanciati prima su PlayStation, sono comunque considerati produzioni third-party.
Shuhei Yoshida ha inoltre sottolineato come Sony abbia sempre avuto una forte presenza di giochi first-party sviluppati esternamente e come, negli ultimi anni, la quantità di titoli second-party sia aumentata. Questa espansione permette a PlayStation di mantenere una forte line-up di esclusive, pur collaborando con sviluppatori esterni.
La definizione di first-party di Sony risulta dunque più ampia rispetto alla concezione classica, comprendendo titoli sviluppati sia internamente che da studi indipendenti, purché finanziati e pubblicati da PlayStation. Questo sistema flessibile consente a Sony di diversificare le proprie esclusive, garantendo un’offerta variegata e di alta qualità per i giocatori PlayStation.
Leggiamo qui sotto quanto affermato da Intervistato dall’ex-capo di Sony Worldwide Studios nel corso del podcast Sacred Symbols:
“Posso dirvi che quando ci sono giochi sviluppati da team anche indipendenti ma pubblicati da PlayStation, li chiamiamo first party. Invece chiamiamo Second party i titoli sviluppati da compagnie indipendenti e interamente finanziati, o finanziati in collaborazione da Sony, ma anche con proprietà intellettuali che restano nelle mani degli sviluppatori. Aggiungo che quando mi occupavo della gestione, abbiamo sempre avuto molti giochi first-party sviluppati esternamente, e PlayStation continua a farlo, ma la produzione di quelli che chiamiamo second-party è decisamente aumentata negli ultimi anni”.