Uno dei lidi migliori in cui trovare piccole gemme horror di qualità è Itch.io, il portale per i giochi indie per eccellenza. Si trovano molto spesso giochi speciali in grado di conquistare chiunque ami il genere, che sia per l’estetica o per la storia, o comunque per una caratteristica specifica. ADV3NTUR3, rilasciato nel 2021 da Croxel Studios, cerca proprio di proporre un’esperienza speciale gettando il giocatore in una presunta avventura nata per Atari 2600, non terminata dagli sviluppatori e avvolta nel mistero. Ebbene, ora quell’avventura è diventata Tormenture.
Con l’aiuto del publisher Billete Cohete, che dedica spazio e risorse proprio agli indie di debutto di piccoli team di sviluppo, Croxel Studios ha rilasciato ufficialmente l’evoluzione di ADV3NTUR3 sotto forma di “gioco nel gioco”, mantenendo l’estetica retro intonsa di nostalgia, ma con twist interessanti. Scoprite di più nella recensione di Tormenture.
Tormenture è un gioco nel gioco
L’idea alla base di Tormenture è l’evidente evoluzione del progetto pubblicato originariamente su Itch.io. L’avventura inizia immediatamente con un prologo all’interno di Tormenture, un gioco “maledetto” per Atari 2600 (qui chiamato Limbo 2600) ispirato al mitico Adventure di Warren Robinett. Con il proprio quadratino si naviga per stanze buie e a volte labirintiche, cercando indizi sugli oggetti da prendere per superare un enigma dopo l’altro. Nel mentre si evitano ostacoli e mostri, o si combatte con loro per liberare la strada. I controlli sono essenziali, proprio come nella vecchia console, fino a quando il mondo reale non richiede attenzione.
In quest’ultimo si vestono i panni di un bambino che ha noleggiato Tormenture per $6.66 – cifra autoesplicativa – e lo gioca da solo nella sua cameretta, incollato al televisore e circondato da mobili e altri suoi giochi. Non mancano la custodia del gioco e il manuale di istruzioni con note lasciate da altri giocatori, ma anche cassetti chiusi a chiave e un bloc notes con appunti personali. Passando dal videogioco alla vita reale si notano coincidenze strane e interazioni tra l’uno e l’altra.
Ci si ritrova così bloccati nel limbo tra le due dimensioni interdipendenti, con l’unico obiettivo di trovare oggetti nascosti, scoprire il mondo di Tormenture e i segreti che nasconde. Raccogliendo i 34 Easter Egg del gioco si trovano anche curiosi personaggi, boss e non mancheranno momenti di angoscia e qualche jumpscare. Nell’insieme è un’esperienza ben costruita che, con la sua durata di circa due ore, può rivelarsi ideale per chi ama l’horror fondato sull’estetica retro. I due finali a disposizione potrebbero forse deludere alcuni giocatori, ma sono del tutto coerenti con la lore che si crea nel titolo.
Il gameplay: il giusto equilibrio tra retro e moderno
L’approccio intelligente di Croxel Studios premia coloro che amano i gameplay di altri tempi. L’intero gioco è fondato sul controllo del movimento del proprio eroe quadrato e sull’interazione con oggetti sparsi nella mappa, labirintica ma non troppo. Sono sufficienti pochi pulsanti della tastiera o del controller per divertirsi, proprio come una volta, ed è una soluzione dalla facile realizzazione ma dal giusto bilanciamento. Ebbene, gli sviluppatori lo hanno raggiunto.
Maneggiando tali strumenti è possibile risolvere puzzle e sconfiggere mostri, ma non pensate sia semplice. Bisogna ricordarsi sempre un dettaglio cruciale: gli oggetti devono essere raccolti nella direzione verso cui si devono utilizzare. I rompicapi presentati al giocatore non sono troppo criptici ma garantiscono una sfida interessante e, soprattutto, la risoluzione mediante l’osservazione del mondo reale è assai soddisfacente. L’aspetto dell’interazione con l’ambiente tridimensionale è ben realizzato, ma è anche la componente più povera di effettivo gameplay e più soggetta a bug, sebbene minori.
Le boss fight sono gradualmente sempre più complesse, fino all’ultimo combattimento che, a dirla tutta, potrebbe risultare anche eccessivamente complicato per qualcuno. Non è impossibile da superare, ma si rivela facilmente frustrante. Altrettanto fastidioso è il sistema di checkpoint e di navigazione per la mappa. Quando si oltrepassa la barriera invisibile di ciascun scenario, se serve portare un oggetto da l’uno all’altro non bisogna mai mollarlo a terra. In tal caso, la sua posizione verrà resettata. Infine, capita spesso di bloccarsi: in diverse circostanze è richiesta la continua alternanza tra mondo reale e Tormenture, un dettaglio apprezzabile ma che, nell’insieme, rallenta l’esperienza e la prolunga più di quanto necessario.
Un mix imperfetto, ma soddisfacente
Il giusto equilibrio tra la dimensione retro del Limbo 2600 e l’ambiente moderno della camera da letto scarsamente illuminata fa sì che Tormenture, in definitiva, non sia un indie mal realizzato. Ci sarebbero bug da rimuovere, tra cui alcuni softlock durante l’uso di oggetti con l’ambiente circostante, ed elementi di gameplay che infastidiscono molto velocemente. In più, il menù è piuttosto spoglio e non coerente con il clima che il connubio tra le due dimensioni cerca di creare, rendendo il moderno forse fin troppo distaccato dal retro.
Ciononostante, l’impatto della nostalgia e dell’horror è evidente e molto positivo. Tormenture è un omaggio agrodolce all’Atari e alla sensazione che si aveva giocando da soli nella propria cameretta a giochi spaventosi. La realizzazione del mondo virtuale è eccellente ed è, senza ombra di dubbio, la porzione del gioco che funziona meglio. Veramente apprezzate sono anche le piccole cutscene create all’interno della cartuccia, che aiutano a immergersi nella dimensione retro. Infine, sia su Steam Deck che su PC non dimostra il minimo accenno di cedimenti o gravi problematiche legate alle performance.
Se state cercando un horror semplice nelle meccaniche, peraltro con qualche accenno di analog horror, e con un effetto nostalgia ben confezionato, Tormenture fa al caso vostro. Per essere un progetto di debutto, si nota chiaramente la passione degli sviluppatori, e speriamo che questo sia solo il primo di tanti altri rilasci.
La recensione in breve
Tormenture rientra pienamente negli indie con cui è facile creare un rapporto "odi et amo". L'unione tra mondo reale e gioco si manifesta molto bene nelle dinamiche dei personaggi e del gameplay nel gameplay. Tuttavia, si percepisce allo stesso tempo un distacco troppo forte nell'estetica e nella creazione delle due realtà esplorabili. L'avventura va scoperta in autonomia e ci sono pochi indizi, rendendo difficile la risoluzione di certi passaggi. Se si considerano la durata ridotta, la qualità complessiva dell'esperienza e il prezzo, resta decisamente un horror che merita attenzione e che vale la pena giocare in questo periodo, in quanto molto caratteristico.
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Voto Game-Experience