Ci piacerebbe parlare di una versione per Xbox Series X|S che arriva con un bel carico di novità a seguito, ma purtroppo non è così. Kena: Bridge of Spirits sbarca sul cavallo di razza della scuderia Microsoft così come Ember Lab l’ha fatta 3 anni fa. La magia è la stessa, e rigiocarci è ancora un immenso piacere (anche perchè la storia non la ricordavamo proprio benissimo). I punti di forza e di debolezza sono gli stessi, anche se questa versione con sè dei misteriosi bug. Senza incedere oltre, vi lasciamo alla nostra recensione della versione per console Xbox Series X|S di Kena: Bridge of Spirits.
Un’attesa durata circa 3 anni
Lo avevamo apprezzato alla sua prima uscita sul campo, dimostrando di andare ben oltre le nostre aspettative. E ben venga quando tutto questo accade, un chiaro esempio della magia che i videogiochi ancora sanno di poter regalare. Giusto la magia, con un pizzico di spiritualità, fungono da filo conduttore per tutta l’esperienza di Kena: Bridge of Spirits, la prima uscita sul campo di Ember Lab in qualità di sviluppatore indipendente. All’epoca, quello studio californiano specializzato in animazioni e materiale di supporto digitale per grandi brand decise di fare una scommessa. O la va o la spacca.
Il talento c’era ed era anche indiscusso, mancava solo l’esperienza. Un aspetto che, per forza di cose, traspare nel concepimento degli elementi strutturali del gameplay, che si presenta a metà tra un souls (non molto souls) ed un action RPG (non molto action e nemmeno RPG), il tutto condito da una spiccata componente narrativa. Un né carne e né pesce comunque riuscito, sorretto dalla presenza di Kena – nel ruolo di personaggio principale – e di una storia che affronta degli argomenti molto profondi.
Resta il fatto che, al netto delle sue lacune, l’ecosistema di Kena: Bridge of Spirits ha la capacità di tenere incollati alla sedia le nostre regali terga, stimolando quella sana curiosità (mista a stupore) propria delle favole. C’è sempre voglia di andare avanti, che diventa famelica di ora in ora, passando sopra agli evidenti difetti di level design ed animazione, e a una reattività che, giocando a difficoltà elevate, strappa più di qualche imprecazione. Il tutto passa in cavalleria dietro quella morale che si cela dietro la triste storia di Taro legata a doppio filo con quella di Kena, e magari, mentre stiamo scrivendo questa recensione, nei laboratori di Ember Lab è gia in progetto il secondo atto delle avventure della Guida Spirituale. Da quello che sappiamo lo studio è al lavoro su una nuova avventura narrativa e chissà, magari, che non spunti fuori qualche annuncio a sorpresa.
3 anni dopo…con qualche inciampo
La versione Xbox Series X|S di Kena: Bridge of Spirits giunge a distanza di quasi 3 anni dal primo approdo su console PS4/PS5 e PC. In questo triennio il gioco si è perfezionato senza mai aggiungere nuovi contenuti lato narrativo, ma solo con una nuova modalità di gioco (New Game +) e qualche cosmetico a tema. Il tempo e le possibilità c’erano, questo è indubbio, ma le scelte aziendali dello studio californiano erano evidentemente altre. Come detto in precedenza, Ember Lab è a lavoro su qualcos’altro – sempre mantendendo il focus sulla narrativa – pertanto gli sforzi, intesi in termini di manodopera e risorse economiche, sono stati veicolati inevitabilmente su questo nuovo progetto.
Tutte queste belle parole si concretizzano in un porting di Kena: Bridge of Spirits senza alcun nuovo contenuto, se non quelli ad uso esclusivo delle versioni Deluxe e fisiche, utili solo a giustificare una maggiorazione di prezzo rispetto alla versione “liscia”. In realtà, però, c’è anche qualcos’altro di “non bello”. Stranamente, questa versione per Xbox Series X è arrivata con dei misteriosi bug a seguito. Il tutto accade quando la console entra in sospensione, con i respawn che obbligano – spesso e volentieri – a riavviare il gioco per via di schermate “freezzate”. Per carità, non si perde nulla rispetto ai progressi, ma questo non accadeva nella versione PS5 (chi vi scrive ve lo può confermare sul campo), lasciando trasparire un impegno che, nonostante fosse diluito nel tempo, non è stato considerato “prioritario” per lo studio.
E’ un vero peccato, anche perché qualcosa in più si poteva fare. Kena: Bridge of Spirits fu una delle positive sorprese di quel lontano 2021 e i margini per rinverdire il titolo c’erano e come. Si parlava addirittura di un suo approdo nel Game Pass, cosa mai accaduta, per uno studio che sembrava di godere di stima e apprezzamento da quelli di Redmond. L’impressione è stata quella di un atto dovuto: “Ok, era previsto e lo facciamo, ma non chiedeteci altro”. Nel nostro piccolo, come abbiamo ribadito in più di un’occasione, ci aspettavamo qualcosa in più e non vi nascondiamo che non è stato per nulla facile trovare degli spunti di discussione/riflessione per argomentare questa recensione. Ci rendiamo conto che potevamo concludere con un “vgs. Recensione del 2021”, ma la verità è che, nonostante tutto, è stato bello ri-guidare Kena nella sua missione.
La recensione in breve
Parlare di "occasione" persa ha poco senso. Probabilmente nemmeno era considerata tale dagli sviluppatori, visto che la versione per Xbox Series X|S è un "same as" rispetto a quello PS5, condita da qualche anomaolo bug. Al netto di questo, passare nuovamente delle ore in compagnia di Kena è stato molto piacevole.
-
Voto Game-Experience