Di eredi spirituali di Hotline Miami ne abbiamo visti negli ultimi anni. L’iconico titolo pubblicato da Devolver Digital ha certamente fatto la storia, originando una serie di sparatutto top-down (e non solo) dove estetica, violenza e colonna sonora avvolgono la mente del giocatore. Il più apprezzato è certamente OTXO, seguito da progetti come The Hong Kong Massacre e Intravenous – sebbene quest’ultimo inviti a un approccio più stealth e meno frenetico. Ora, invece, tocca ad Anger Foot.
Pubblicato proprio da Devolver Digital e sviluppato da Free Lives, team noto già per Broforce e Genital Jousting, questo sparatutto in prima persona spinge nell’estetica e nella violenza, in un tripudio di piedi e volti loschi per le strade di Shit City. Piedi, crimine e lerciume: cosa si può volere di più? A voi, dunque, la recensione di Anger Foot.
Storia da cornice, ma che frenesia!
Shit City non è una città per tutti, è una distopia fondata sul crimine, dove la sovranità appartiene alle gang che la esercitano nelle forme e nei (non) limiti della corruzione. Anche le forze dell’ordine vivono grazie ai reati e, Anger Foot, è uno dei rari cittadini isolato dalle gang, complice la sua notorietà. Occhio a farlo arrabbiare: lasciatelo collezionare sneakers e nessuno si farà male!
La storia inizia proprio dal furto della sua amatissima collezione di sneakers rare. Alla John Wick, spetta solo a noi e Anger Foot cercare vendetta, verso il recupero delle scarpe. Il contesto è questo, scarno e che sa decisamente di già visto. Surreale, come ci si poteva aspettare dal team di Free Lives, ma poco entusiasmante. È solo il gameplay a fare da padrone in questo titolo, indiavolato e delirante in tutto e per tutto.
È uno sbilanciamento che è facile accettare già dalle prime battute. È evidente che la narrazione non è la componente ludica su cui la squadra di sviluppatori con sede a Città del Capo intendeva puntare. L’obiettivo è gettare il giocatore tra le strade cittadine, fogne e appartamenti lasciandolo in balia di criminali ubriachi, coccodrilli, serpenti, cecchini e la peggiore feccia criminale in toto. Proprio in questo, fortunatamente, Anger Foot riesce (quasi) a pieno.
Il gameplay di Anger Foot: loop soddisfacente…
Da buon erede di Hotline Miami, il succo del gioco è il seguente: irrompere in appartamenti e non solo, cercare i criminali e liberarsene. Come? A pedate, principalmente. Per gli oltre 50 livelli di Anger Foot, suddivisi in quattro zone per le rispettive gang, il loop è lo stesso. Si presenta qualche intermezzo di esplorazione di Shit City dove è possibile parlare amichevolmente con le gang stesse, ma si tratta di pochi siparietti tra missioni altrimenti molto lineari.
Le mappe sono semplici e ricche di nemici da abbattere. Non è necessaria molta esplorazione o analisi delle ambientazioni, a meno che non si ambisca a completare al 100% il gioco. In che modo? Ogni livello include 3 sfide differenti e, una volta vinte, si ottiene una stella per ciascuna di esse. La prima, comune a tutti, è la conclusione della missione. Le altre due, invece, possono variare tra time trial in clima speedrun, divieto di utilizzo di armi, uso esclusivo di scarpe esplosive e altro ancora.
Scarpe esplosive? Ebbene sì: le stelle servono a sbloccare sneakers nuove, ciascuna con effetti differenti. I sandali santi danno una seconda vita, mentre altre scarpe attivano il doppio salto (utile proprio per certe sfide a tempo) o fanno esplodere le porte quando vengono sfondate. A queste si aggiungono energy drink per incrementare velocità e resistenza, alcolici per rendere più psichedelico il tutto, e armi per liberarsi rapidamente dei nemici. Ciascuna di esse, infatti, one-shotta.
…ma con alcune incertezze
Ne consegue che il gameplay è di facile comprensione, gode della forza dei solidi controlli, ed è decisamente appagante. Le challenge sanno essere impegnative al punto giusto, piacevoli da superare, e in più circostanze richiedono di adottare approcci molto diversi dal “corri e spara” per arrivare al termine del livello.
D’altro canto, però, le boss fight sono anche troppo elementari e presentano ostacoli non indifferenti, che le rendono piuttosto sgradevoli. Certe missioni confondono nella struttura della mappa e nel posizionamento dei criminali. Alcuni scontri appaiono piuttosto meccanici e gli strani movimenti dei nemici rendono l’approccio speedrun, necessario per alcune sfide, abbastanza vittima di tale casualità.
Anger Foot è un (at)tacco d’arte
C’è invece un aspetto per il quale Anger Foot brilla: il comparto artistico. Visivamente il titolo riesce a creare una bizzarra armonia con la sua goliardia, esagerando in tutto e per tutto, tra censure, connotati alieni e forme che ricordano quasi creazioni plastiche e col pongo. Il gioco esce da qualsiasi canone e riesce a caratterizzare i cittadini e criminali di ogni gang con rispettivi colori, oggetti e ambientazioni, senza mai stancare. È una contaminazione stupefacente, un caos che non sarà immacolato ma eleva Anger Foot.
I ritmi della colonna sonora sono ottimi per un gameplay tanto adrenalinico ma, bisogna ammetterlo, si è ancora ben distanti dalla epicità al neon di Hotline Miami. Peccato per lo scarso numero di tracce, con suoni che rischiano di risultare monotoni dopo poco tempo. È chiaro, ad ogni modo, che la squadra di Free Lives ci ha messo il cuore ed è riuscita a confezionare un pacchetto artistico meritevole.
Tecnicamente parlando, Anger Foot fa invece storcere il naso. Al lancio si notano ancora diversi bug e glitch, specie quando i modelli dei personaggi o degli oggetti collidono e si compenetrano. Può capitare che le esplosioni portino ragdoll, tavoli e quant’altro a scontrarsi e, in tali situazioni, avere il volume degli effetti sonori ridotto è consigliato. Si tratta di pochi secondi ma che, in determinati livelli, si susseguono infastidendo non poco.
Ciò non nuoce comunque alle performance: dotati di RTX 3070 e Ryzen 5 5600X abbiamo potuto sfidare i criminali con Anger Foot con pochi intoppi, a dettagli massimi. Solo pochi livelli, con mappa aperta e un notevole numero di nemici pronti a spawnare, ci hanno messo leggermente in difficoltà.
La recensione in breve
Palesemente ispirato a Hotline Miami, Anger Foot ne eredita la folle visione e la rende più sua, ma non spicca alla stessa maniera. È frenetico al punto giusto e, artisticamente parlando, è peculiare ed esilarante. Insomma, si vede che fa parte del catalogo Devolver. Purtroppo, però, al netto della storia poco intrigante che funge solo da cornice, sono le incertezze tecniche e le deludenti boss fight a fare perdere brillantezza al progetto. Resta comunque una esperienza che sa essere appagante.
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Voto Game-Experience