Elden Ring è più di un videogioco, è un fenomeno di massa. La suo eco nel tempo lo ha trasformato da titolo di successo, a goty, e infine a caposaldo della cultura pop. Non parliamo delle 25 milioni di copie vendute, bensì della capacità di essere riconosciuto al solo suono delle sue sillabe anche da chi non mastica videogiochi ogni giorno. Pochi titoli possono vantare questo riconoscimento e il titolo From Software è uno di quelli. Ovviamente, il culto attorno a questo genere di prodotti avrebbe potuto snaturare tutto ciò che sarebbe uscito postumo all’opera originale, ma così non è stato.
Gli appassionati dunque, hanno sperato e atteso nuovi contenuti come acqua nel deserto e finalmente From Software ha dato a loro ciò che cercavano. Attenzione però, perché Elden Ring: Shadow of the Erdtree – questo il nome dell’espansione – non è solo un mero contenuto aggiuntivo, è il completamento di un viaggio, un innesto potente della visione Miyazakiana del tutto, con anche qualche folle ritorno a una punizione più severa. Abbiamo passato diverse ore tra le terre d’ombra e siamo pronti a raccontarvi il nostro giudizio nella recensione di Elden Ring: Shadow of the Erdtree.
Una difficoltà permeante
Narrativamente parlando, l’espansione vi porterà a seguire le orme di Miquella, per bocca di Leda, una seguace che comparirà solo dopo aver ucciso Radhan e Mohg. Proprio dall’arena di quest’ultimo potrete acceedere alle terre d’Ombra e da lì perdervi per un intricato labirinto di sentieri che fanno impallidire perfino la mappa del gioco originale. La scelta del team di sviluppo è infatti stata quella di riproporre la sua abilità di creare mappe decisamente affascinanti e complesse ma totalmente interconnesse nella loro natura. Il feedback della community si percepisce in ogni dove. Una delle capacità più importanti dimostrate da From Software è stata quella di accogliere i suggerimenti dei fan senza piegarsi al loro volere. Dunque, come effetto, in Shadow of the Erdtree troviamo dungeon secondari più curati, maggiore equipaggiamento come ricompensa della curiosità e dell’esplorazione del giocatore, e più caratterizzazione artistica anche di luoghi non principali.
A permeare l’esplorazione di questa espansione vi è un costante senso di difficoltà. Non siamo davanti a un contenuto pensato per tutti, ma solo per chi ha finito il gioco e ha masticato ogni secondo di Elden Ring. Questo è dato sia dalla difficoltà di ogni elemento secondario, ma soprattutto dalla complessità dei cinque Legacy Dungeon presenti in Shadow of the Erdtree. Peccato solo per la disparità di grandezza, dato che tre di loro risultano un po’ piccoli rispetto a tutto il resto dell’espansione. Nulla di troppo infastidente o problematico, ma assieme a una determinata area della mappa che risulta essere quasi vuota, rappresenta un po’ l’unico neo dell’espansione.
Un’esperienza conservativa
A livello ludico, il gioco mantiene intatta l’esperienza originale. Sia dal punto di vista del racconto, con spiegazioni di alcuni tasselli mancati della Lore, non rappresentando, però, una chiusura del cerchio netta e definitiva. Il legame con il titolo originale rimane anche dal punto di vista ludico, con un mantenimento più che identico dei vantaggi di build del diretto progenitore. Ciò che funzionava prima non smette di funzionare ora, per intenderci. Dove sono intervenuti gli autori è nell’aumentare il senso di sfida. Per farlo hanno deciso di spingere ai limiti dell’umano scibile la complessità dei moveset dei boss, i loro punti vita, e i danni inflitti. Il tutto a scapito del giocatore, che nel suo battesimo del fuoco si ritroverà un benvenuto degno della migliore From Software.
Lo strumento dato al giocatore per affrontare questa situazione è diviso in due parti, da una parte il sistema di benedizioni e dall’altra un innesto di ben otto nuove tipologie di armi. Se la seconda è abbastanza auto esplicativa, la prima va un attimo contestualizzata. Al giocatore è infatti data la possibilità di trovare nella mappa, delle benedizioni delle terre d’ombra con le quali aumentare permanentemente i danni inflitti e la resistenza del proprio personaggio, ma solo all’interno dell’ambientazione di Shadow of the Erdtree. Un incremento percentuale che continuerà ad aumentare mano a mano che troverete ed utilizzerete queste benedizioni. Come dicevamo però, resta un contenuto pensato per chi ha finito il gioco e il nostro consiglio è quello di non affrontare comunque l’espansione con personaggi al di sotto del livello 170.
Un contorno di fino
Tutto ciò che riguarda il contorno in Shadow of the Erdtree è pressoché identico all’originale. From Software non ha apportato modifiche alla struttura tecnica del gioco, che rimane comunque il prodotto From più curato di sempre, sotto questo punto di vista. Dal punto di vista artistico il gioco continua a brillare con scorci potentissimi per visione e concetti, se possibile però, Shadow of Erdtree punta molto di più dell’originale sul senso di inquietudine e sulla rappresentazione horrorifica di alcune ambientazioni. Incredibilmente ben realizzati anche il sound design e la colonna sonora.
A portare qualcosa di nuovo ci pensa la qualità della vita, migliorata dal punto di vista della navigazione dei menù. Sono state aggiunte le possibilità di segnalare gli ultimi oggetti ottenuti in ogni pagina e addirittura una pagina in più dell’inventario per visualizzare in maniere più immediata gli oggetti recenti. Questo non solo è un indicatore della cura con cui From Software tratta i suoi utenti, ma anche un marker della mole di contenuti pensati per questa espansione.
Commento finale
Shadow of the Erdtree è una espansione monumentale e maestosa, un’opera incredibile che amplia l’immaginario già sontuoso dell’originale Elden Ring. Otto categorie di armi nuove, un sistema di benedizioni, una mappa intricata e gargantuesca, dovrebbero bastare a farvi provare questo contenuto se avete amato il titolo originale.
Come non bastasse, From Software ha dotato “Shadow of the Erdtree” di una qualità artistica fuori scala, rivelazioni narrative inaspettate e ben più della longevità normalmente associabile ad un DLC. Peccato per alcune piccolissime mancanze in alcune zone della mappa, ma davvero sono impercettibili granelli di sabbia su una struttura di marmo lucente. L’ultima riflessione che ci sorge spontanea però è: sarà davvero la conclusione di Elden Ring? Alcuni elementi sono stati lasciati aperti appositamente per una futura trattazione, o si tratta di un semplice escamotage per stimolare la desunzione della lore mancante da parte dei fan? Solo il futuro ci consegnerà una risposta.
La recensione in breve
Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un lavoro di cesello, capace di dissipare la nebbia su alcuni punti oscuri lasciati aperti dall'opera originale. Pur non chiudendo definitivamente il cerchio narrativo, questo mega-dlc rimane un'opera imperdibile per ogni fan del gioco e delle opere di From Software.
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Voto Game-Experince