The Witness ha rivoluzionato il genere puzzle game nel 2016 con un connubio meraviglioso tra ingegno ed estetica, tra ricchezza nel design e colpo d’occhio. Si potrebbe dire che, da allora, l’incontro tra tali due elementi a livelli simili è stato ricercato da molti amanti dei giochi rompicapo, che si tratti dei giocatori o degli sviluppatori. Di primo acchito, si potrebbe dire che Botany Manor si avvicini notevolmente all’esperienza firmata Thekla Inc., ma è veramente così?
Lasciamo in disparte i giudizi improvvisati e le prime impressioni: scoprite il nuovo titolo di Balloon Studios, edito da Whitethorn Games, nella nostra recensione di Botany Manor.
I fiori insegnano storia
Ambientato nel 1890, in una dimora signorile inglese, il progetto del giovane team inglese ci pone nei panni di Arabella Greene, botanica in pensione e nobildonna di ritorno nella villa dopo lunghi mesi trascorsi esplorando il mondo. Il nostro compito è quello di completare il libro di ricerca botanica “Flora Dimenticata”, rimasto in sospeso a causa dell’ostilità di intellettuali e altri docenti di fitologia.
Un’opposizione che nasce da una società patriarcale, profondamente contraria alla presenza di donne nei corsi sia come allieve, sia come docenti. Un’epoca così distante ma così vicina, che in Botany Manor viene illustrata tra fotografie e lettere parlando non troppo velatamente di “sesso debole”. Nella delicatezza generale della narrazione, proposta in modi naturali, verosimili e anche sorprendenti nella forma, è difficile rimanere impassibili dinanzi al rifiuto dell’amore per una materia, all’inibizione di una passione.
Notevole è la scelta e capacità di raccontare la storia di Arabella e della sua famiglia sempre con poche righe alla volta, esaustive e che, anzi, lasciano volutamente un numero limitato di informazioni in sospeso per affidare al giocatore il compito di riempirle, immaginare parte della storia. Così facendo il ritmo non diventa stancante e l’immersività aumenta, rendendo il gioco un dolce magnete mentale.
Il gameplay di Botany Manor: semplice e solido
Nel corso dell’opera di ricostruzione della carriera di Arabella e di definitiva affermazione del personaggio, i fiori ricopriranno il ruolo più importante. Ogni puzzle è rappresentato da una pianta immaginaria che attende di fiorire per mano nostra. Prima si raccoglie un vaso e si versa la terra al suo interno, poi si inserisce il seme e si cercano i modi per far nascere questi fiori stravaganti.
Gli indizi sono sparsi per tutta la villa, composta da saloni, passaggi segreti, serre, biblioteche e non solo. Nei cinque capitoli in cui è suddiviso il libro – e dunque la storia – si esplora ogni angolo della magione, cogliendo ogni colore e sfumatura della vita a fine Novecento. Non servirà mai scervellarsi troppo al fine di inquadrare le tracce chiave. Tuttavia, gli enigmi restano interessanti, variegati e non sono mai esageratamente complessi. Inutile poi cercare realismo nei metodi di fioritura: è la fantasia a dominare, ed è ciò che rende Botany Manor ancora più magico e intrigante. L’unica nota negativa riguarda la collezione degli indizi: nel libro è necessario associarli al fiore ai quali sono legati, ma non è possibile rileggerli. Ergo, per quanto sia incantevole camminare per la dimora e i giardini, il backtracking può stancare.
A volte serviranno combinazioni cromatiche per portare a fioritura una delle piante cercate da Arabella, altre volte giochi di luce. La scienza reale e il periodo storico ispirano assieme metodi di coltivazione non convenzionali dalla complessità gradualmente maggiore. La solidità dei puzzle resta comunque costante e squisita, forse addirittura pittoresca. La durata di Botany Manor è anch’essa perfetta per il tipo di gioco e per le sue meccaniche. Bastano dalle 3 alle 4 ore per completare gli enigmi e, dunque, la storia di Arabella Greene.
Esteticamente delizioso
Il desiderio di non eccedere si manifesta anche nel comparto sonoro e in quello grafico. Balloon Studios si lascia andare a forme soffici, senza troppi dettagli ma dai colori vivaci e sempre piacevoli all’occhio. La colonna sonora è discreta e composta da suoni elementari, piccoli accenni che accompagnano graziosamente le camminate per la villa, indicando ogni volta, ad esempio, il raccoglimento di nuovi indizi e il raggiungimento di ambienti prima off-limits.
La costruzione dell’ambientazione inglese è ottima e, nella sua visione ed esplorazione, invita a rilassarsi e immergersi nell’atmosfera di Botany Manor. Ad aiutare è anche la localizzazione in italiano, fattore che elimina ogni barriera linguistica ed evita la rottura della sensazione di pace.
Non siamo dinanzi, quindi, a un “nuovo The Witness”. Se la prima impressione, specie sul fronte estetico, può essere questa, in realtà ci si trova di fronte a un leggero, modesto e gustoso puzzle game che fa il suo lavoro. Diletta la mente, l’occhio e, in fondo, anche l’orecchio. Non vuole innovare o superare alcun limite, ma offrire qualche ora di svago e relax. Lo stesso team di Balloon Studios, al debutto nel settore, lo afferma sul sito: è un piccolo studio che crea giochi per permettere ai giocatori di fuggire in mondi storici e pacifici.
Versione testata: PC
La recensione in breve
La bellezza di Botany Manor sta nella sua semplicità. La storia è delicata e si evolve con i tempi giusti, mentre i puzzle sono variegati e stuzzicano senza esagerare in complessità. Esteticamente non è perfetto, eppure non ha un elemento che stoni o un errore che risalti e penalizzi l’intero comparto. È una delizia per la mente e per gli occhi, che dura quanto serve, non eccede in nulla e non pretende nemmeno di eccellere. In breve, è un puzzle game che gli amanti del genere dovrebbero godersi, specie trovando spazio sul Game Pass già al lancio.
-
Voto Game-eXperience