Che Resident Evil sia uno di quei nomi che non ha bisogno di presentazioni, nell’anno domini 2024, è cosa ovvia a tutti. Che, al pari di mostri sacri quali Tomb Raider, Super Mario o Pokémon, sia un fenomeno transmediale in grado di abbattere i propri confini ludici per approdare al consumatore nelle più svariate forme e sostanze beh, la risposta è la medesima. Difficile, nel panorama horror, trovare un fenomeno culturale dall’impatto così vasto come il franchise dei non-morti di Raccoon City: l’emblema della morte che cammina, tra alti e bassi dal 1996 ad oggi, ha caratterizzato non solo la quasi totalità delle generazioni di console, ma ha agevolmente “contagiato” librerie, il mondo dell’oggettistica e del collezionismo e, non ultimo, quello della celluloide di Hollywood.
Un fenomeno di massa difficilmente arginabile e su cui, lo sappiamo tutti, ci sarebbero così tante cose da raccontare (tra genesi, sviluppo, lore e chi più ne ha più ne metta) da riempire un’intera biblioteca. E proprio questo, in maniera ovviamente più contenuta, è lo scopo di Resident Evil: Of Zombies and Men (Volume 1), interessantissima opera dei francesi di Third Éditions dedicata a quello che, nel mondo del terrore, è letteralmente un mostro sacro. Un libro rivolto chiaramente ai fan del franchise, ma che strizza sornionamente l’occhio anche ai meno esperti più curiosi. E che vi presenteremo oggi nella nostra recensione di Resident Evil: Of Zombies and Men.
Di Zombie e uomini…
Prima di addentrarci nell’analisi di questo interessante volume, vale la pena spendere due parole sulle penne alla cabina di regia. Third Éditions è un publisher francese fondato a Tolosa nel 2015: specializzato nella stesura di saggi e opere legati al mondo del videogioco, l’operato dell’editore francese è rapidamente finito sotto i radar degli appassionati per opere di spessore tutto tranne che indifferente. Da Zelda: The History of a Legendary Saga a The Legend of Final Fantasy VII, passando per Metal Gear Solid: Hideo Kojima’s Magnum Opus, la bibliografia dell’editore d’oltralpe si è contraddistinta in questi (quasi) dieci anni per un approccio editoriale estremamente attento ai dettagli, volto a ricreare un background il più accurato possibile sulla genesi, le curiosità, le influenze e – in taluni casi – l’eredità delle principali saghe del medium.
Ed è esattamente questo il caso del Volume 1 di Resident Evil: Of Zombies and Men, primo capitolo di una coppia di tomi (il secondo, nel momento in cui vi scriviamo, è disponibile esclusivamente in lingua francese) dedicati a retroscena e curiosità, ma anche alle implicazioni culturali, di quel fenomeno creato da Shinji Mikami tra le pareti di casa Capcom. La storia coperta dalle oltre 200 pagine di cui si fregia il volume è ragionevolmente ampia, e spazia dal primo, iconico episodio per arrivare al più discutibile sesto capitolo maggiore, senza dimenticare episodi “laterali” come Rebirth o Revelations. L’approccio “narrativo” è estremamente poliedrico e sfaccettato, articolato su nove capitoli distinti che, sotto differenti lenti, vanno ad approfondire gli aspetti più disparati del franchise: il passaggio da concept a vero e proprio gioco, la genesi di un terrore destinato a divenire cult, i meccanismi su cui si basa il concetto di paura, passando persino per le meccaniche di gameplay – da cui, in molti, prenderanno appunti nel corso degli anni.
Quella di Third Éditions è una metodologia narrativa profonda e appassionata, per certi versi estremamente ambiziosa (chiudere 16 anni di franchise in 224 pagine, del resto, è un’impresa sin troppo rischiosa) ma, nel proprio complesso, in grado di portare a casa un ottimo risultato indipendentemente dalla tipologia del lettore a cui è rivolta. Certo, i più esperti sapranno sicuramente cosa sia il famoso Resident Evil 1.5, quale fosse l’originale destino di Resident Evil Nemesis o, giusto per citare altri esempi illustri, le vicissitudini tra Capcom e Nintendo per portare gli zombie anche tra le pareti del colosso di Kyoto. Tuttavia, anche per i fan più sfegatati Resident Evil: Of Zombies and Men offre spunti di riflessione interessanti (il capitolo sui Meccanismi della Paura, ad esempio, è a dir poco illuminante) che, in molte occasioni, si danno quasi per scontati quando si stringe il pad tra le mani. Ma, quando li si analizza con attenzione, svelano che dietro al successo stratosferico del franchise c’è molto studio, attenzione e la giusta intuizione.
Resident Evil: Of Zombies and Men, i mille volti del terrore
A voler essere estremamente pignoli, l’unica critica obiettiva che si può muovere nei confronti di Resident Evil: Of Zombies and Men è il voler concentrare una lunghissima serie di informazioni con un vincolo di pagine complessivamente limitato. Spieghiamoci con un esempio: nel caso di Itchy, Tasty (altro volume che gli affezionati del brand conosceranno sicuramente), viene narrata la storia dello sviluppo – e annessi retroscena – dei capitoli maggiori fino a Resident Evil 4, in un totale di poco più di 300 pagine. Ci si concentra molto nel dettaglio sulle figure pivotali nella genesi del franchise, sulle difficoltà nel portare l’IP su varie piattaforme, su particolari spesso sconosciuti che hanno scandito l’evoluzione di vari titoli da semplice concept a prodotto finito. Nel titolo di Third Éditions non ci si limita a questo, ma si opta per una scelta decisamente più omnicomprensiva in cui lo sviluppo di un set maggiore di titoli (10, per la precisione) rappresenta solo una parte. Sviluppo, ma anche analisi delle meccaniche di gioco, studio sulle dinamiche della paura che ne sorreggono giocabilità e narrazione, persino un’analisi sulla simbologia e sulla lore che sorregge l’intera storia del franchise.
Tutto questo senza dimenticarci di un capitolo speciale dedicato alla musica, altro elemento di punta della serie, un approfondimento sulle influenze (da Sweet Home in avanti, senza dimenticare 28 Giorni Dopo o La notte dei morti viventi) che hanno plasmato l’idea di Villa Spencer, Raccoon City e via dicendo, un ulteriore spaccato sull’eredità e sull’impatto che Capcom e soci, con il proprio capolavoro horror, hanno lasciato nell’intero settore videoludico. Third Éditions spazia in modo sapiente su un parco di temi estremamente vasto in modo complessivamente organico e strutturato: raramente si ha l’impressione di saltare “di palo in frasca” solo per far salire il numero di pagine, ma – al contrario – riesce ad imbastire un ordito coerente e coeso, al netto di qualche ripetizione (specie nei capitoli finali) che comunque non stona.
Personalmente, abbiamo trovato tali scelte editoriali molto interessanti e azzeccate, specie per quel pubblico che Resident Evil lo conosce a grandi linee senza mai scendere davvero nel dettaglio. Nel capitolo dedicato all’universo di RE, ad esempio, sarà possibile approfondire alcuni aspetti narrativi che rappresentano l’anima portante del franchise: l’origine di Umbrella, la nascita del Virus T, la storia della famiglia Ashford e di Ada Wong, persino la costruzione di Villa Spencer con tutto quello che ne consegue. Si tratta di aspetti chiaramente più narrativi (rispetto alle analisi, specie quelle transmediali, presenti nella seconda parte del volume) che i giocatori più attenti e patiti di Resident Evil, almeno in buona parte, conosceranno da tempo; ma, nel complesso, la quantità e la qualità delle informazioni disponibili, specie per un estimatore “base” della serie, è ragionevolmente impagabile.
Quanto detto, in sostanza, porta a quella “critica” che citavamo in apertura di questo paragrafo: le pagine di questo Resident Evil: Of Zombies and Men sono forse troppo poche per contenere l’ambizione letteraria del team che ne ha curato la stesura. Certo, c’è già un Volume 2 (che non vediamo l’ora di leggere in inglese) e, in tutta onestà, non fatichiamo a pensare che ve ne saranno di ulteriori. Tuttavia, per forza di cose, alcuni argomenti sono scalfiti in modo più superficiale di altri, sfiorando spesso il citazionismo (alla “The more you know”, per intenderci) a discapito di un’analisi più profonda che, nel proprio complesso, avrebbe sicuramente arricchito l’esperienza di lettura.
Ma, ed è giusto ripeterlo, stiamo davvero spaccando il capello con una critica che, in parte, esula forse dalla stessa mission di Resident Evil: Of Zombies and Men: un libro che riesce pienamente nel proprio obiettivo e che, nella sua versione in lingua inglese, offre una chiave di lettura appassionante e mai noiosa di uno dei capisaldi dell’intrattenimento digitale. Un volume (non il primo, ricordanto la precedente esperienza con From Ants to Zombies: Six Decades of Video Game Horror) la cui lettura è caldamente consigliata a chiunque ami l’horror e, più in generale, il nostro medium: dovesse improvvisamente arrivare un’epidemia zombie in città, inutile dirlo, potreste pentirvi di esservelo lasciato scappare.
La recensione in breve
Assieme a Itchy, Tasty e agli oramai introvabili Resident Evil Archives I e II, Resident Evil: Of Zombies and Men rappresenta un volume imprescindibile per gli amanti della saga di Mikami e Capcom. Un tomo onesto e appassionante, mosso da una forte ambizione ma non per questo incapace di regalare al lettore una quantità smodata di informazioni, dettagli e retroscena. Il tutto supportato da un valore aggiunto tutto tranne che trascurabile, un’analisi a 360 gradi sul fenomeno Resident Evil: l’idea da cui è nato, come si è evoluto, come ha segnato una generazione sino a diventare un franchise transmediale di riferimento. In attesa del Volume 2, per cui la nostra salivazione sta aumentando, sapete già cosa fare.
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Voto Game-eXperience