Penny’s Big Breakaway è un titolo figlio di un’epoca che sembra essere del tutto tramontata: quella dei platform in 3D. Tolti due mostri sacri di questo genere, come Mario e Sonic, che continuano imperterriti a riproporre (spesso anche a ragione) platform 3D, gli altri esempi di titoli appartenenti a questa categoria sono sempre meno frequenti. L’ultimo, spumeggiante esempio viene da Toys for Bob e il suo Crash Bandicoot 4, oro colato per i fan di vecchia data (ma accolto tiepidamente dal pubblico generalista).
Ultimi ad aggiungersi alla lista degli irriducibili delle piattaforme sono i ragazzi di Evening Star, studio fondato nel 2018 già autore di Sonic capitanato dall’eclettico game designer australiano Christian Whitehead, uno dei pochi “gaijin” ad aver messo le mani su parecchi titoli della serie del porcospino blu made in Sega. Penny’s Big Breakaway trae ispirazioni dai platform 3D particolarmente in voga nei primi anni ’00, fatti di coloratissimi mondi esplorabili in lungo e in largo e character design stravaganti.
Scoprite assieme a noi se le avventure della piccola Penny e del suo fido yo-yo saranno state capaci di riportarci indietro fino all’epoca in cui PlayStation, Nintendo 64 e Saturn si battagliavano a suon di mascotte sgargianti in questa recensione di Penny’s Big Breakaway.
Penny’s got talent
Tutto incomincia nel fantastico mondo di Macaroon, uno scenario fiabesco e straripante di colori dove vive la piccola Penny, una giovane artista capace di compiere straordinarie evoluzioni con il proprio yo-yo. Attratta da un volantino affisso nei vicoli della città, Penny decide di partecipare a un audizione per esibirsi al cospetto dell’Imperatore Eddie nella speranza di affascinarlo con la sua performance.
Nella strada verso il palazzo imperiale, Penny s’imbatte però con un piccolo essere cosmico che, unitosi al proprio giocattolo, dona vita propria al tanto fidato yo-yo rendendolo di fatto un organismo senziente. Proprio al culmine della sua esibizione, lo yo-yo di Penny sfugge al controllo della propria “padroncina” e strappa via i pantaloni all’imperatore che resta inevitabilmente in mutande. L’imbarazzo sale alle stelle in tutta la sala e lo stesso Imperatore decide di scagliare quindi contro la povera Penny il suo esercito di pinguini.
È proprio qui che incomincia la grande fuga di Penny, la quale dovrà fuggire da uno branco di pinguini inferociti saltellando da una piattaforma all’altra attraverso le affollate vie di Macaroon cercando di tenere a distanza i pinguini inferociti. Soltanto grazie all’aiuto del suo yo-yo, che dovrà naturalmente farsi perdonare al meglio delle sue capacità, Penny potrà sfuggire alla furia dei pennuti.
Yo-yo alla riscossa
Queste premesse hanno messo gli sviluppatori di Evening Star nelle condizioni di sperimentare un diverso approccio per il loro platform. Il lavoro di level design compiuto su Penny’s Big Breakaway dallo studio, presumibilmente forti dell’esperienza avuta con Sonic, è caratterizzato da livelli sviluppati perlopiù in lunghezza, piuttosto che in ampiezza. Gli stage che compongono l’avventura sono infatti dei simil-circuiti irti di ostacoli e nemici da affrontare.
Penny dovrà quindi raggiungere il traguardo senza farsi acciuffare dai pinguini che, qualora dovessimo indugiare troppo nell’esplorazione, ci accerchieranno costringendoci a ricominciare il livello daccapo. Seppur meno ansiogeno rispetto ai celebri livelli in stile runaway di Crash Bandicoot- nei quali bisognava fuggire da un gigantesco masso rotolante che minacciava di schiacciarci – il gameplay di Penny’s Big Breakaway risulta essere comunque più dinamico e frizzante rispetto ad altri titoli della stessa categoria.
A proposito di gameplay, la vera punta di diamante in Penny’s Big Breakaway è costituita senz’altro dallo yo-yo. L’analogico destro, solitamente riservato alla telecamera, viene qui dedicato ai movimenti dello yo-yo, controllabile e lanciabile in qualsiasi direzione. Basta infatti far roteare l’analogico per colpire i nemici circostanti oppure raccogliere monete nelle vicinanze e altro ancora. Facendo roteare in volo lo yo-yo, ad esempio, ci darà la spinta necessaria per compiere un balzo aggiuntivo, o ancora fungerà come gancio per appendersi e volteggiare sui pioli e infine come pattino sul quale sfrecciare velocemente sui piani in discesa.
Lo stesso yo-yo può essere anche potenziato e alterato facendogli divorare determinati tipi di cibo, modifiche che serviranno per interagire con alcuni puzzle ambientali e superare quindi gli ostacoli. Grazie a un buon bilanciamento della difficoltà, Penny’s Big Breakaway si dimostra per tutta la sua durata un titolo appagante e sfidante, nonostante siano sufficienti meno di una decina d’ore per portarlo a termine.
I vestiti nuovi dell’imperatore
Lo stile grafico e visivo di Penny’s Big Breakaway è sicuramente grazioso e omaggia appunto quell’epoca da cui trae maggiormente ispirazione. La grafica low poly e i colori a elevato contrasto sono sicuramente scelte volute per ricreare l’effetto delle prime console a 64bit, scelte però che rischiano di risultare obsolete e non gradite a chi, quell’epoca, non l’ha mai vissuta con passione, soprattutto se si vanno ad analizzare in maniera approfondita alcuni elementi come, ad esempio, i fondali.
L’altro problema di Penny’s Big Breakaway deriva proprio dal suo punto di forza: lo yo-yo. La scelta di attribuire all’analogico destro i movimenti dell’arma principale toglie di fatto la possibilità al giocatore di poter direzionare liberamente le telecamera. Questa cercherà sempre di seguire i nostri movimenti posizionandosi alle nostre spalle, ma la complessità delle strutture tipiche dei platform e presenti anche in questo Penny’s Big Breakaway rendono questa limitazione piuttosto frustrante.
La recensione in breve
Penny's Big Breakaway è un omaggio all'epoca dei platform in 3D che spopolarono a cavallo fra gli anni novanta e quelli duemila. La giovane e simpatica protagonista di quest'avventura dovrà sfuggire a un'orda di pinguini inferociti a colpi di yo-yo, il vero e proprio fiore all'occhiello di questa produzione dal sapore retrò. Nonostante un level design superbo, non tutte le scelte stilistiche di Penny's Big Breakaway ci hanno convinto appieno, lasciandoci invece interdetti come nel caso dell'assenza della possibilità di controllare la telecamera, fondamentale nei platform a tre dimensioni.
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Voto Game-eXperience