Di Lies of P ne abbiamo parlato davvero tanto negli ultimi mesi, sin dal suo annuncio in quel lontano maggio 2021 fino allo scorso giugno con una demo alquanto incerta. Ciò che emerse fu la prova di un gioco interessante, unico seppur considerato “souls like“, ma non esente da difetti: la fatica di Neowiz Games parve acerba, senza rifiniture nel gameplay e nei moveset, sia di Pinocchio che dei nemici, risultando estremamente frustante e poco curato. Le critiche si sono fatte sentire e il team sudcoreano ha agito di conseguenza, migliorando lo stato del gioco attraverso video dedicati dove andavano a spiegare i miglioramenti apportati a Lies of P.
La passione messa da Neowiz Games sul tenere aggiornati i propri fan e la scelta di adattare una storia importante come quella di Pinocchio dentro a un gioco di questo genere, con tutte le complicanze narrative che sono (auto)imposte, è ammirevole. Questa dedizione ci emoziona perché dimostra quanto gli sviluppatori amino il gioco quanto amino noi videogiocatori, perciò siamo ben felici di potervi raccontarvi la macabra storia di P nella citta degli orrori di Krat nella nostra recensione di Lies of P.
Pinocchio, Geppetto, Krat e le bugie
“Lie or Die“, ossia Mentire o Morire… una scelta di parole più che azzeccate per questa macabra storia di Pinocchio. Ispirato al familiare romanzo di formazione scritto dal buon Carlo Collodi, Lies of P è un action soulslike ambientato nell’oscura città di Krat, un luogo che rimanda all’architettura e al fascino della Belle Époque. Un tempo una città all’avanguardia sul fronte tecnologico, Krat è diventata un incubo vivente: burattini meccanici che popolano le strade di una landa oramai tracimante di cadaveri dei vecchi abitanti, il tutto mentre una piaga sconosciuta affligge il paese.
Il nostro Pinocchio, qui identificato come P, è un burattino con lo scopo di ritrovare Geppetto, in modo da poter diventare un umano. Per riuscirci è disposto persino a combattere. La triste storia di P parte con una “fata turchina” che lo vuole indirizzare sulla retta via e un Grillo Parlante piuttosto malandato, ma già dai primi minuti su quel vagone di treno si comprende l’oscura natura di Lies of P. L’ispirazione al racconto di Collodi si nota esclusivamente grazie ad alcuni rimandi narrativi e alla nomenclatura dei personaggi, ma poco altro. Non aspettatevi di trovare delle scene dal libro o dal caro amato film della Disney… tutt’altro. Se non per alcune citazioni, la narrativa di Lies of P è originale, con molti spunti interessanti e svolte inaspettate durante l’avventura.
Una cosa che a Pinocchio sicuramente non mancano sono le bugie, e in Lies of P questo atto iconico del personaggio di Collodi è stata rivisitato ai fini della narrativa: vi saranno volte in cui potremo decidere se dire la verità o mentire. Le scelte porteranno a specifiche conseguenze in-game, tra cui l’accesso a determinati finali. Seppur avremmo preferito una maggior profondità di questo elemento, riteniamo che nella sua “facilità” possa offrire un’alta rigiocabilità al titolo.
Ma Pinocchio come combatte?
Dall’ispirazione a Collodi a Hidetaka Miyazaki è un attimo: come il combattimento ostico sia un elemento cardine del genere, anche la narrazione silenziosa si potrebbe definire tale. In Lies of P non manca… forse potremmo definirla addirittura troppo silenziosa. Nonostante la storia principale sia quasi totalmente chiara (ribadiamo il quasi), tutto ciò che contorna la città di Krat e chi vi abita sono di difficile comprensione dati da alcuni elementi narrativi o passaggi non troppo chiari.
Per chi è un appassionato del genere, alcuni collegamenti narrativi risulteranno facili da comprendere, ma per molti non sarà così. Vi possiamo però dire che se dedicare tempo nella lettura delle descrizioni e nel seguire le quest secondarie e le informazioni snocciolate dagli NPC, qualcosa in più capirete, rimanendo incantati come noi dalla qualità narrativa.
Le basi del combattimento sono simili a qualsiasi gioco Soulslike, con un sistema di azioni dipendenti da una barra della stamina che ci permette di eseguire schivate, attacchi e parate. Anche se non esiste il contrattacco, più volgarmente chiamato “parry“, vi è una meccanica di parata perfetta che, eseguita più volte contro un nemico di minore pericolosità, ci permetterà di distruggere l’arma.
Le armi, e la voglia di spaccare burattini
A differenza della demo, il timing dedicato a quest’azione è più pulito, permettendo al giocatore un adeguato tempo per eseguirla senza sentirsi mortificato dal gioco. Caso diverso per la durabilità delle armi: in Lies of P esiste un sistema di durabilità delle armi che in base al loro filo applicheranno più danni.
>Quando queste si deterioreranno, basterà eseguire un’azione che parte dal braccio meccanico di Pinocchio per ripristinare il filo dell’arma e massimizzare i danni. Ci si troverà (troppo) spesso a ripetere queste azioni: questa meccanica, pur interessante, così mal tarata rischia di spezzare la continuità del combattimento, causando repentini game over in caso di fallimento.
A proposito del braccio di P, il suo può essere multifunzionale grazie all’estrema personalizzazione di questo: le Legion Arms sono le modifiche che si possono creare per aiutare il protagonista durante i combattimenti. Non sono molte ma neanche troppe. Le stesse non solo hanno uno scopo offensivo, ma anche difensivo e di ingaggio.
Dopo le prime ore di gioco saremo omaggiati dal rampino, ottimo per ridurre la distanza tra P ed i nemici ed innescare letali combattimenti ravvicinati. Progredendo nella narrazione, otterremo molti altri potenziamenti: che si parli di lanciafiamme o scudi, l’arsenale di P sarà ben fornito.
Mentre inizialmente non sentiremo la necessità di utilizzarli (quei pochi che avremo), risultando anche superflui, ne noteremo la necessità con l’incedere del playthrough: potremo dunque effettuare notevoli combo grazie all’unione delle arti delle favole, delle armi e delle caratteristiche di P. Non sono assolutamente da sottovalutare.
Le arti delle favole
All’inizio del gioco potremo selezionare lo stile da adottare, per approcciare il combattimento, tra tre opzioni: uno stile di gioco più equilibrato, più incentrato sulla destrezza o sulla forza. Che si scelga il sentiero del Grillo, del Bastardo o quello dello Spazzino, ogni stile di gioco sarà caratterizzato dalla presenza di una unica arma.
Che si tratti di sciabola, di stocco o di uno spadone, ciascuno stile si differenzierà per caratteristiche e tipologie di attacco. Questa scelta è, ovviamente, indicativa, permettendo al giocatore di associarsi ad una determinata classe, fermo rimandendo la possibilità di cambiare in seguito.
Sul fronte del gameplay le armi sono uno dei punti di maggiore interesse di Lies of P. Ogni arma è assemblata ed assemblabile mediante da due diversi elementi, la lama e il manico. Nel gioco non esistono molte tipologie di entrambi, ma sono sufficienti da dare al giocatore la propria idea di gioco, divertendosi con le centinaia di combinazioni possibili.
Queste influiscono molto sul moveset di P, sia in combattimento che in schivata, oltre ad avere determinate “Arti delle favole”. L’arte della combinazione ci porterà ad ottenere armi potentissime, talvolta “uniche”. Altresì potremo reperire, nel mondo di gioco armi uniche già fatte e finite. Il tutto, nemmeno a dirlo, varierà a seconda di quanto ci lanceremo nella scoperta dei segreti più ocuri di Krat.
Entrambi gli elementi posseggono delle abilità speciali chiamate “Arti delle favole” che richiedono un variabile numero di tacche di energia presente nell’HUD, sotto la stamina. Detti parametri torneranno al top ad ogni colpo inferto o mediante la realizzazione di parate perfette. Così facendo potremo scoprire tanto la forza bruta di ogni singola arte, quanto l’altissimo livello coreografico della stessa.
Tanto soddisfacente, quanto punitivo
Lies of P vanta di essere un ottimo soulslike: tanti nemici equilibrati allo stato del giocatore, varietà uniche tra le armi e molteplici possibilità di creare un set che più aggrada al giocatore; un approccio sia frontale che tattico ai combattimenti e un level design chiaro e appagante.
Quello che, però, fa storcere il naso è l’eccessiva punitività del gioco. Sia chiaro: pad alla mano Lies of P è appagamente ed anche divertente. Capiterà (invero spesso) che nemici di media o grossa taglia, specialmente mini e standard boss, risultino eccessivamente ostici nel caso gli concedessimo qualche “hit”. Lo stordimento di P e, nel peggiore dei casi, il dover incassare una combo, risulterebbe spesso e volentieri letale. In Lies of P bisogna prestare attenzione a tutto ciò che circonda il protagonista, studiare il nemico ed essere consci che difficilmente si potrà sconfiggere un boss “alla prima botta”.
A proposito di nemici: i boss ci hanno stupito. Seppur difficilmente abbattibili, per via di moveset e le combo vagamente sadiche, i loro lasciti narrativi saranno estremamente originali e affascinanti. Durante tutta l’avventura sentivamo il desiderio di fronteggiarne sempre di più, non stancandoci mai di esplorare il mondo di Lies of P. Non neghiamo che la difficoltà prenda il volo nelle battute finali di gioco, ma se siete amanti del genere rimarrete soddisfatti.
Il mondo di Krat
Prima abbiamo accennato al level design definendolo “chiaro e appagante”: non aspettatevi però mappe contorte che vi faranno fare il giro dell’oca partendo dall’America per poi ritrovarvi in Cina. No, tutto il contrario.
Le mappe sono molto lineari, risultando spesso dei grandi corridoi con qualche shortcut di mezzo. Quello che però premiamo è che in ogni mappa potermo trovare fino a 3 o 4 corridoi. Lo sviluppo in verticalità, la possibilità di esplorare sia edifici che strade, sezioni segrete difficilmente accessibili, rendono il level design molto più curato, variando l’apparente semplicità e rendendo appagante le dinamiche di esplorazione.
Non solo level design, ma anche qualità grafica. Lies of P, a riguardo, tocca picchi di eccellenza, da giocare e da ammirare. Oltre al concept dannatamente interessante, un carro trainante dell’hype di Lies of P è stato il comparto grafico: una città incantevole da guardare tra mastodontiche strutture ispirate all’arcittettura di fino ‘800 unite allo stile steampunk, con un dettaglio dei nemici e di Pinocchio sbalorditivo.
Le aspettative accumulate nei trailer sono state rispettate, mostrandoci che Neowiz sa fare titoli belli da giocare, quanto da vedere. Più si prosegue su Krat, più “l’effetto wow” diventa presente, grazie anche a delle notevoli animazioni di boss a dir poco stupefacenti.
Gameplay… ma non solo
Il character design è di altissimo livello: il team artistico del gioco è riuscito ad adattare personaggi della storia di Pinocchio ad un contesto dannatamente macabro e gore, creando così dei nemici davvero curati e originali da guardare. Non solo il concetto onnipresente del “burattino” è applicabile a molti pg, ma vi possiamo garantire che vi saranno molte sorprese riguardo le interpretazioni della software house, soprattutto verso la fine del gioco.
Per quanto riguarda il comparto sonoro c’è poco da dire: i suoni, che siano prodotti dal combattimento o dagli effetti di stato, sono curati e estremamente dettagliati. La OST sfiora livelli di perfezione, risultando così coinvolgenti da abbracciarci durante tutti i nostri scontri e caricarci quando è il momento di fare male al nostro nemico.
Versione Testata: XBOX SERIES X
La recensione in breve
Lies of P è IL soulslike che i fan del genere attendevano.
Diverso dai titoli From Software, ma con la medesima propensione alla sfida. Esplorazione e lore accattivante rappresentano la ciliegina sulla torta di un titolo sicuramente non perfetto, ma godibile. Lies of P risulta essere eccessivamente punitivo o narrativamente poco coeso e chiaro
Ciononostante Lies of P risulta accattivante e godibile tanto per giocabilità, quanto per un livello artistico decisamente sopra la media.
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VOTO