Unirsi alla Flotta Cremisi in Starfield richiede alcuni passaggi che potrebbero non risultare immediati a chi desidera diventare un pirata spaziale. Come per le altre fazioni, comunque, è possibile seguire una serie di missioni e diventare un membro, dicendo addio alla propria condotta legalmente ineccepibile.
Uno degli aspetti divertenti dei videogiochi di Bethesda, e Starfield non fa eccezione, è la possibilità di abbracciare fazioni votate al bene o all’illegalità in modo da vivere avventure sempre diverse. Unirsi alla Flotta Cremisi risponde proprio all’esigenza di chi non vuole fare solo il bravo ragazzo.
Ci sono due modi principali per entrare in contatto con i pirati e provare a entrare nelle loro fila. Il primo e più semplice è quello di farsi arrestare dalla UC Vanguard. È sufficiente, ad esempio, non superare un controllo prima della fase di atterraggio su un pianeta, facendosi trovare in possesso di merce di contrabbando. In alternativa possiamo attaccare con la violenza una guardia della UC Vanguard.
Il secondo modo, più pulito, prevede invece di unirsi alla fazione della UC Vanguard. Per farlo dobbiamo recarci all’edificio MAST su Nuova Atlantide e parlare con il Comandante Tuala. Come per le altre fazioni dovremo eseguire alcune missioni preliminari per essere accettati.
Qualunque percorso scegliamo, quello criminale o quello pulito, dopo alcuni passaggi finiremo per trovarci al cospetto del Comandante Ikande, che ci proporrà di lavorare sotto copertura proprio come pirata della Flotta Cremisi. Saremo di fatto agenti del dipartimento DifSis, per nostra libera scelta o per toglierci la taglia dalla testa in base alla strada seguita per arrivare a questo punto.
La prima missione del DifSis ci richiede di andare a Cydonia per convincere una certa Saoirse Bowden che siamo contrabbandieri. Da qui dovremo confermare la nostra volontà e la nostra capacità di lavorare come pirati con alcune missioni successive, fino a essere accettati nella Flotta Cremisi. La decisione se farlo come agenti infiltrati o per portare a termine vere scorribande spaziali, poi, rimane affidata al nostro senso morale.