Andreas Schmiedecker, associate producer di THQ Nordic, ha rivelato che Alone in the Dark, remake dell’originale videogioco survival horror del 1992, mira a “un’equa distribuzione tra i classici pilastri” del genere, riferendosi a combattimento, esplorazione, puzzle e storia. Tuttavia, ciò su cui il team si è concentrato maggiormente sono sicuramente esplorazione e puzzle.
Durante un’intervista con GamingBolt, Schmiedecker ha comunque voluto confermare che, nonostante questa “leggera tendenza” verso l’interazione con la villa scenario del gioco, i combattimenti saranno comunque presenti e saranno “difficili e intensi”. Tuttavia, se si vuole esplorare Villa Derceto, incontrare i suoi abitanti e trovare chiavi e indizi per esplorare nuove aree, tutti obiettivi del gioco, sembra sarà possibile ricevere un aiuto aggiuntivo.
“Crediamo che la sensazione data dalla ‘casa infestata’ sia ciò che maggiormente rende Alone in the Dark interessante e speciale”, ha affermato il producer. “Andare a esplorare e a risolvere puzzle senza aiuti richiederà pazienza e volontà di seguire un pensiero non-lineare, facendosi strada per la villa. Questo piacerà a molti giocatori, ma non vogliamo che sia un limite per coloro che vogliono andare più velocemente. Per questo abbiamo inserito un aiuto aggiuntivo riguardo i puzzle e l’esplorazione, così da influenzare quante informazioni si trovano sulla mappa, quanti indizi si ricevono per un puzzle e quanto sia facile trovare i punti con cui interagire”.
Durante la stessa intervista, oltre ad approfondire gli aspetti già rivelati durante lo spotlight, Schmeidecker ha rivelato che ogni protagonista avrà davanti a sé una campagna che durerà tra le sei e le dieci ore, che il gioco sarà fornito di una modalità performance a 60fps fin dal lancio e che l’azienda è interessata a continuare a lavorare sul franchise di Alone in the Dark, basandosi su come verrà ricevuto il primo remake dal pubblico.