L’episodio 5 di The Last of Us è forse tra i migliori offerti sinora dalla serie TV. Un vero tripudio di emozioni, una vera e propria celebrazione di tutti i valori costruiti dall’esperienza videoludica ed una interpretazione degli attori decisamente ineccepebile. Bella Ramsey dimostra di essere la vera star di questa trasposizione filmica, talvolta superando la sua controparte virtuale quanto a spessore e profondità caratteriale.
Si riparte da dove ci eravamo lasciati, da quell’assedio di Kansas City e dalle storie di Ellie e Joel che si incrociano con quelle di Henry e Sam. Un tributo di sangue è ancora in attesa di essere soddisfatto e la vendetta di Kaithleen diventa sempre più accecante. C’è uno spiraglio, una via di fuga che è possibile intraprendere. Arrivarci non sarà per nulla facile, anche perché c’è sempre un’incognita chiamata destino.
Una narrazione che segue uno ritmo bifase, con una prima parte dell’episodio lenta e ragionata ed una seconda incalzante con molta più azione. Finalmente si rivedono gli infetti, i clicker e una scomoda new entry, vecchia conoscenza di chi ha già navigato le strade dell’esperienza videoludica. Il timing delle due fasi è perfetto, con un colpo di coda al termine dei 50 minuti che arriva come un pugno diretto allo stomaco.
Ancora una volta celebriamo la direzione artistica e la fotografia. Siamo quasi ai livelli del secondo episodio, anche se il colpo d’occhio non è ancora paragonabile. Questa volta le inquadrature e i contesti amplificano il comparto emotivo del momento, con un livello di immersione che si rivela essere decisamente elevato. O forse è meglio dire da brividi. Bene, senza indugiare oltre vi lasciamo alla nostra recensione dell’episodio 5 della serie tv The Last of Us.
Nelle puntate precedenti
Ellie e Joel si incontrano per caso. Il destino ha deciso di farli incontrare nel corso del primo episodio, condividendo il peso di una pericolosa missione: trasportare quella che sembra essere una possibile cura per il Cordyceps. I due, accompagnati da Tess, partono in questo viaggio della speranza, affrontando i temibili clickers ed evitando i “non” amorevoli morsi degli infetti. Purtroppo, nel corso del secondo episodio della serie, qualcuno decide di lasciare anzitempo la partita. Il viaggio inizia a farsi sempre più in salita.
L’episodio 3 di The Last of Us è quello che a tutti gli effetti può rientrare nel novero dei cd. filler, raccontando la storia d’amore tra Bill e Frank. Una pausa dal corso regolare degli eventi, ed una mosca bianca rispetto a quanto visto nei primi due episodi, ma assolutamente funzionale all’evoluzione del rapporto tra Joel ed Ellie. Un rapporto che migliora ancora di più nel corso del quarto episodio, in uno scenario di guerriglia urbana che vede una Kansas City teatro di una spietata caccia all’uomo.
In questo contesto i due protagonisti incrociano le loro strade con Henry e Sam, anche loro fuggitivi. Si capisce subito che l’unica speranza per tutti è quella di collaborare, anche perché il vero nemico giace nel sottosuolo.
(quasi) genitori a confronto
Joel ed Ellie vs Henry e Sam. Un ex padre ed una ragazza che ha una terribile paura di rimanere da sola si trovano a confrontarsi con il vero significato della parola amore. Henry è ricercato per aver consegnato alla FEDRA il capo dei rivoluzionari, fratello di Kaithleen. Un tradimento giustificato da un nobile gesto, anche se la domanda giusta (o meglio, quella che fa maggiormente riflettere) è quanto si è disposti a rischiare per difendere quello a cui si tiene? Un interrogativo che siamo sicuri ritornerà ben presto nel corso di questa serie.
Le dinamiche relazionali che intercorrono tra i due fratelli Burrell ispirano – e non poco – Joel ed Ellie. Il primo sembra quasi aver azzerato le sue difese nei confronti della giovane, lasciandosi andare a degli slanci di premura inediti. Il climax emotivo, in tal senso, lo si vive verso il termine dell’episodio, dove si vede un cecchino che guida i suoi proiettili con l’amore ritrovato di un padre. Ovviamente, è ancora troppo presto per ammettere questo a sé stessi.
Il dramma in cui vivono i vari protagonisti di The Last of Us è pesante da digerire. Scegliere di sacrificare la vita di un’altra persona solo per farne vivere un’altra, con un tradimento che diventa la scintilla per dare sfogo alla vendetta di una sorella che si è trovata improvvisamente senza il fratello, suo punto di riferimento principale. Naughty Dog ci ha sempre messo davanti a questi dilemmi esistenziali: non esiste un decisione giusta o sbagliata, esiste solo la propria scelta. C’è sempre qualcuno che dall’altra parte ci va “a perdere”.
Cuore vs Action: un’alchimia magica
Arrivati al quinto episodio della serie, avendo superato l’immaginario giro di boa narrativo , possiamo individuare quelli che sono i valori principali messi in campo. Negli ultimi episodi la componente emotiva è andata progressivamente ad aumentare. Complice, sicuramente, un rapporto tra Joel ed Ellie che sta crescendo di episodio in episodio e che è destinato a diventare quello che tutti noi “gamer” conosciamo sin troppo bene.
In questa occasione il timing delle fasi è perfetto, così come la distribuzione dei vari momenti, la loro durata e le modalità di somministrazione. Nessun sbilanciamento e momenti morti che poco rilevano ai fini della fruizione dell’episodio. Non vi sono colpi di scena degni di questo nome, questo è da rilevare, ma il fattore immersione è garantito sin dal primo minuto della puntata.
La componente action trova, finalmente, un valido pretesto per farsi apprezzare. Un’orda di infetti e clicker, capitanata da quello che sembra essere un blooper evoluto, diventa protagonista di quella che è la prima vera grande sfida umani vs mostri. Per carità, siamo all’episodio 5 ed è anche giusto che la curva delle emozioni si impenni a dovere. Non osiamo immaginare quello che ancora ci tocca con il prosieguo della serie.
La recensione del quinto episodio
Una rocambolesca fuga da Kansas City, che vede crescere ancora di più la complicità tra i due protagonisti. Ci saranno altri dispiaceri da mettere in conto, ma tanto siamo abituati. I valori della serie si iniziano a delineare in maniera piuttosto chiara, e finalmente il timing dei vari momenti raggiunge l'equilibrio sperato.
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La recensione in breve