Activision Blizzard sta informando il suo staff statunitense che deve tornare in ufficio nei prossimi mesi, lasciando di conseguenza lo smart working che perdurava ormai da svariati mesi, ovviamente a causa della pandemia da COVID-19 che ha tristemente colpito il mondo intero nel 2020.
Come segnalato prontamente da VGC, due diversi utenti hanno affermato attraverso i propri canali social che la società ha informato il personale lunedì scorso di un “piano di ritorno in ufficio“, che vedrà i dipendenti tornare in ufficio molto presto.
Il portale online ha anche contattato Activision Blizzard per avere un commento in merito a queste affermazioni, ma al momento della stesura di questo articolo non ha ancora ricevuto una risposta.
Comunque l’utente di Twitter LeastMyHairIsOk, che afferma di lavorare per Blizzard, ha pubblicato un thread sulla situazione dicendo quanto segue:
“Oggi, Activision e Blizzard hanno annunciato un piano di ritorno in ufficio per i dipendenti. Inizia aprile/giugno, a seconda dello studio. L’azienda vedrà un grande negli uffici se tutto andrà per il verso giusto. La maggior parte dei dipendenti di ABK non ha però alcun interesse a tornare a lavorare in ufficio né a tempo pieno né a tempo parziale. Questo non vuol dire che nessuno veda il valore aggiunto nel lavorare in un ambiente d’ufficio, ma nel complesso abbiamo deciso che i rischi non superano i benefici”.
Secondo le affermazioni di questo presunto dipendente, i lavoratori del publisher americano a cui dobbiamo Call of Duty sono preoccupati dal COVID-19, poiché temono in un contagio. Inoltre l’aumento del costo della vita ha costretto alcuni dipendenti a vivere più lontano dalla città oppure di vendere il proprio veicolo per risparmiare sui costi. Questi motivi rendono di conseguenza molto più comodo lo smart working rispetto al lavorare in ufficio.
In attesa di vedere l’evolversi della situazione, nei giorni scorsi è emersa in rete la volontà di Activision Blizzard di inserire i propri giochi sui servizi in abbonamento, anche qualora dovesse saltare l’acquisizione di Microsoft.