La seconda vita di Final Fantasy VII, celebre capitolo della saga JRPG più amata al mondo, non poteva non riguardare anche il suo prequel/spinoff più iconico, seppur ampiamente discusso, Crisis Core: Final Fantasy VII. Uscito nel 2007 su PlayStation Portable, il gioco espandeva la lore del settimo capitolo raccontandoci più da vicino la storia di Zack Fair, illustre compagno d’armi di Cloud, prima che egli divenisse l’eroe che tutti noi abbiamo imparato a conoscere ed amare. Crisis Core: Final Fantasy VII, oggi Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, non fu certamente esente da critiche, visto il suo gameplay “moderno” minato dalle limitazioni tecnologiche di PSP, ma riuscì comunque a registrare buone vendite in tutto il mondo.
A distanza di 15 anni, Square Enix decide di riportare in auge il celeberrimo prequel della settima fantasia finale forte del successo indiscusso dell’operazione di rifacimento, tutt’ora in corso di svolgimento, proprio di Final Fantasy VII. Grazie ad un lavoro che va oltre il semplice porting o al semplice svecchiamento della veste grafica, Crisis Core Final Fantasy VII Reunion ci riporta nella ShinRa pre-FF7 all’epoca in cui Zack e Sephirot erano alleati, uniti sotto la stessa bandiera della SOLDIER. Riuscirà un titolo decisamente anomalo, dal gameplay e la storia fuori dai canoni della serie, dopo tutti questi anni a prendersi la propria rivincita sulle console di attuale generazione?
Reunion 15 anni dopo
Square ha sicuramente fatto un lavoro certosino per dare nuova verve ai volti di Zack e soci. Ogni personaggio in questo Crisis Core Final Fantasy VII Reunion è stato ridisegnato così come i modelli 3D e i volti sono stati ridefiniti non solo per essere maggiormente al passo coi tempi, ma anche e soprattutto per dare un senso di continuità al lavoro svolto con Final Fantasy VII Remake. Ciò è visibile soprattutto nel redesign degli Esper come Ifrit o Bahamut, i quali hanno subito un restyle completo per renderli più simili a quanto visto nel rifacimento delle avventure di Cloud.
Insomma, per dirla all’americana un “extreme makeover” che potrà rendere un titolo come Crisis Core apprezzabile sia da chi non l’ha mai giocato, ma anche una riscoperta per chi già lo spulciò a dovere all’epoca. Fortunatamente non parliamo dell’ennesimo retcon di trama e personaggi tipico delle opere di Nomura che ha, ad esempio, colpito lo stesso Final Fantasy VII Remake (al quale molto probabilmente si ricollegherà in virtù di quanto svelato proprio nel finale di questa prima parte), bensì di un remake che rispetta in tutto e per tutto l’essenza dell’originale, sia per quanto riguarda i pregi sia, purtroppo anche per ciò che concerne i difetti.
Remake del prequel del settimo capitolo che al mercato mio padre comprò
Per spiegarla brevemente a coloro che non masticano bene la lingua di Nomura, Crisis Core Final Fantasy VII Reunion è da collocarsi sette anni prima rispetto a quanto narrato in Final Fantasy VII (con annesso remake). Il protagonista in questa avventura è Zack Fair, allievo di seconda classe dei SOLDIER che, sotto l’egida del maestro Angeal, sogna di poter diventare un giorno forte come il tenebroso Sephiroth, qui ancora schierato dalla parte dei “buoni”.
Il momento della svolta sembra bussare alle porte di Zack quando viene incaricato per indagare sulla scomparsa di Genesis Rhapsodos, un soldato di primo livello che ha fatto misteriosamente perdere le proprie tracce. La scomparsa di Genesis sembra inoltre essere collegata ad un ammuntinamento di massa di alcuni soldati della SOLDIER che hanno deciso di voltare le spalle alla giustizia per arruolarsi tra le fila dei Wutai, nazione acerrima rivale della ShinRa.
Con Crisis Core Final Fantasy VII Reunion Square vuole ribadire quindi quanto la figura di Zack Fair sia importante all’interno dell’economia della lore di Final Fantasy VII, aprendo un’ulteriore parentesi nel passato in vista del rilascio della seconda parte del remake, Final Fantasy 7 Rebirth, prevista fra il 2023 e il 2024. Senza fare troppi spoiler, è bene ricordare che Zack avrà una pesante influenza sia sul destino di Sephiroth, ma anche sulla formazione di Cloud. Crisis Core Final Fantasy VII Reunion è quindi più che un semplice ripasso di un flashback atto ad approfondire alcuni personaggi dell’universo di FFVII, ma un vero apripista a ciò che vedremo nel futuro del nuovo ciclo della settima fantasia finale.
Zack & Sephi al grande Hotel
Tranquilli, so a cosa state pensando in questo momento, “ehy, ma noi vogliamo soltanto menare botte in Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, il gameplay funziona bene?”. Bene si, ma non benissimo ecco. Partiamo dal presupposto che Crisis Core nasce su PSP, una console portatile con alcune evidenti limitazioni di hardware e di interfaccia, limitazioni che naturalmente si ripercuotevano sui titoli pubblicati per questa piattaforma. Il processo di svecchiamento dello spinoff di Final Fantasy VII da parte di Square ha indubbiamente smussato alcuni di questi spigoli, ma rimangono ancora strascichi di quelli che possiamo considerare i difetti principali del gameplay di questo gioco.
L’originale per PSP soffriva di una certa macchinosità nei movimenti, cosa che è stata parzialmente sistemata per rendere i combattimenti più fluidi e, più in generale, maggiormente simili a quanto visto in Final Fantasy VII Remake. Crisis Core Final Fantasy VII Reunion migliora anche e soprattutto l’interfaccia di gioco durante i combattimenti, aspramente criticata in passato ora più intuitiva ed immediata per quanto concerne la selezione delle skill o degli oggetti. Il tutto sembra però funzionare ancora troppo in maniera approssimativa, senza quel dinamisco e quella immediatezza con le quali Final Fantasy VII Remake ha convinto critica e pubblico. Peccato anche per la curva di difficoltà, ancora troppo bassa nonostante i ritocchi all’IA dei nemici, boss in primis.
Viene riproposta anche in questo remake la bizzarra meccanica dell’Onda Mentale Digitale, per gli amici O.M.D. Questo sistema simile ad un pachinko fornisce alcune bonus o potenziamenti in battaglia in base ai risultati dei tre rulli della slot machine che occupa la parte superiore a sinisra dello schermo. In base alla combinazione di immagini e numeri ottenute, infatti, Zack e soci potranno beneficiare di alcuni power-up specifici senza che voi facciate sostanzialmente alcunché. Certo, questo sistema rende ancor più casuali ed imprevedibili gli esiti delle partite, ma probabilmente Square ha ritenuto fosse fin troppo simbolica e caratteristica di questo specifico gioco per rimuoverla da Crisis Core Final Fantasy VII Reunion. Ne avremmo anche volentieri fatto anche a meno, ma tant’è.
Crisis Core Final Fantasy VII Reunion vs il suo passato
Se vi state chiedendo se la cura con la quale Square ha riproposto Crisis Core sia la medesima riservata a Final Fantasy VII Remake la risposta è no, ma nemmeno si parla di un semplice porting. Possiamo parlare dunque di un’operazione che va oltre al semplice reskin di un titolo del passato, con una ristrutturazione che passa dal gameplay al comparto tecnico. Come già accennato in apertura, Crisis Core Final Fantasy VII Reunion rende maggiore giustizia ad uno spinoff che, seppur caratterizzato da un gameplay in parte bislacco, ha la sua importanza storica, soprattutto a livello narrativo. Sul fronte grafico Crisis Core Final Fantasy VII Reunion sfrutta sapientemente l’Unreal Engine 4 donando nuova luce e colore a ciò che, in epoca PSP, risultava piuttosto scialbo e superficiale.
Qualcosina è stato fatto anche sul fronte delle animazioni, decisamente poco guardabili in passato, oggi nettamente più fluide e credibili, seppur lontane dalla spettacolarità delle movenze dei personaggi e delle skill di Final Fantasy VII Remake. I 60 fps stabili comunque fanno il loro dovere, così come il taglio ai tempi di caricamento rendono quella di Crisis Core un’avventura apprezzabile in epoca moderna, con pochi e giustificabili compromessi. Assolutamente buona è inoltre la longevità di questo Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, molto simile a quella originale, che si attesta sulle 20/25 ore circa della campagna principale, fino ad un massimo di 60-70 raggiungibili dedicandosi alle molteplici quest secondarie (non sempre brillanti in termini di varietà) che potrete sbloccare procedendo con il gioco.
La postilla finale è da dedicarsi alla questione audio: qualora doveste fruire del doppiaggio inglese con i sottotitoli italiani in Crisis Core Final Fantasy VII Reunion sappiate che questi ultimi, piuttosto discordanti dal parlato, fanno invece riferimento ai dialoghi originali in giapponese. Questa scelta nell’adattamento, condivisa anche con il recente remake di Final Fantasy VII, è stata fatta per migliorare la vecchia traduzione italiana ritenuta troppo distante dall’idea originale. Resta inspiegabile invece la scelta di riproporre nella lingua inglese un doppiaggio con gli stessi dialoghi visti nella versione PSP, ergo quelli cosiddetti “sbagliati”, nonostaste Square si sia prodigata nel far riregistrare tutte le tracceaudio dagli stessi attori chiamati già 15 anni fa. Fortunatamente il doppiaggio giapponese è disponibile anche per noi occidentali in questa nuova riedizione.
La recensione in breve
Crisis Core Final Fantasy VII Reunion è senza alcun dubbio il miglior modo per recuperare un tassello essenziale all'interno della vasta lore di Final Fantasy VII. Prequel delle avventure di Cloud, Crisis Core fa luce sul passato della SOLDIER e, nello specifico, sulle figure di Zack Fair e di Sephiroth. Capitolo importante anche e soprattutto in virtù del clamoroso finale della prima parte del nuovo corso di Final Fantasy VII. Nonostante i retaggi di un gameplay piuttosto farraginoso, Square ha fatto un lavoro assolutamente dignitoso per rendere Crisis Core appetibile anche ai nuovi giocatori. L'effetto sortito da Final Fantasy VII ha sicuramente avuto ripercussioni positive su questo Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, che però rimane per certi versi ancora troppo ancorato alla sua versione originale. Bene sì, ma forse ci si aspettava qualcosa ancora di più.
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Voto Game-Experience