Il CEO di Take-Two Interactive, Strauss Zelnick, ha affermato per l’ennesima volta come non vede una grande convenienza nel rilascio sin dal giorno di lancio di grosse produzioni tripla A nei vari servizi in abbonamenti, come per esempio Xbox Game Pass (ed il PlayStation Plus Extra).
Strauss Zelnick di Take-Two crede che il lancio di titoli tripla A nei servizi in abbonamento non abbia senso
Quindi durante l’ultima chiamata sugli utili di Take-Two, Zelick ha affermato che la sua azienda è stata “molto collaborativa” sia con Microsoft che con Sony per i loro servizi in abbonamento quando ha avuto “senso” per loro farlo, ma nonostante questo le sue opinioni su questi servizi non è affatto cambiata rispetto ai mesi scorsi.
Strauss Zelnick ha infatti sostenuto come ci siano grandi differenze tra il business dell’intrattenimento lineare (TV/film) e il business dell’intrattenimento interattivo (videogiochi), e mentre un servizio in abbonamento può avere senso per l’intrattenimento lineare, Zelnick non vede la stessa fattibilità per i giochi.
“Il business dell’intrattenimento interattivo è molto diverso dal business dell’intrattenimento lineare. Le persone consumano molte meno ore di intrattenimento interattivo in un dato mese rispetto all’intrattenimento lineare. E all’interno di tale consumo, ci sono molti meno titoli consumati nell’intrattenimento interattivo rispetto all’intrattenimento lineare. Quindi, almeno, mi pongo la domanda se l’abbonamento abbia tanto senso per l’intrattenimento interattivo quanto lo è per l’intrattenimento lineare. Non nascondo che conservo un po’ di scetticismo riguardo a questo modello di business.”
Per quanto riguarda il lancio di nuovi giochi in un servizio in abbonamento, come fa Microsoft con i titoli First Party su Xbox Game Pass, Zelnick ha affermato che non ha senso per Take-Two Interactive fare una cosa di questo tipo:
“Non credo che abbia mai avuto senso. Continuo a pensare che non abbia senso. E credo che ora stia diventando ovvio che non ha senso. È solo un’opportunità persa per il publisher. Probabilmente esiste un’attività di abbonamento. È un’attività di catalogo.
Probabilmente è meglio rivolta a consumatori molto accaniti perché quelli sono i consumatori interessati a riprodurre i titoli di catalogo e a riprodurre un sacco di titoli diversi in un dato mese. Ma non penso che sia un servizio di mercato di massa che soppianta il business dell’intrattenimento interattivo così come lo conosciamo. E non credo che ci siano prove del contrario finora”.