Questa edizione del TwitchCon è stata un disastro sotto ogni punto di vista e, dopo vari mesi di polemiche soprattutto legati al compenso degli streamer che adesso sarebbe diminuito e alla pubblicità in aumento, gli utenti hanno lanciato l’hashtag #BoycottTwitch.
Su Twitter infatti diverse persone hanno stilato una lista di tutto ciò che è andato storto al TwitchCon e non si tratta di semplici problemi legati all’organizzazione. Diversi streamer si sono feriti, fra cui Adriana Chechik che addirittura si è rotta due vertebre saltando in una vasca non correttamente preparata dallo staff e sbattendo sul fondo in cemento. Gli stessi lavoratori del TwitchCon sono stati accusati più volte di misgendering, l’organizzazione non è riuscita a gestire la folla presente, accuse di aggressioni sessuali e drink corretti dove nessuno ha preso provvedimenti, compensi ridotti, persone disabili non trattate correttamente e infine i CCS starebbero stati vittime di stalking.
Accuse pesanti, malcontenti sia da parte degli utenti che dagli streamer e compensi ridotti, parte la polemica per Twitch.
Mentre il malcontento cresce, c’è chi spiega come tutta questa situazione potrebbe remare contro gli streamer meno noti, aggiungendo di continuare a supportare i propri personaggi preferiti anche su altre piattaforme, come Patreon.
Passiamo al lato retribuzione: alcuni streamer godevano di un accordo 70/30 con la piattaforma ma questo, secondo Mike Minton, capo e responsabile delle entrate di Twitch, non sarebbe a lungo termine sostenibile. Minton ha spiegato come lavorare per creare contenuti, cercare di costruire una comunità e di conseguenza tenerla al sicuro, abbia un costo elevato dunque per questo motivo i compensi sono stati rivisti e ridotti. Dunque, i nuovi accordi provvedono un compenso pari al 50/50 fra streamer e piattaforma.
Minton si è espresso anche sulla pubblicità invadente, spiegando che effettivamente alcuni annunci arrivati con il tempismo errato possano rovinare l’esperienza, ma purtroppo fa parte del ricavo degli streamer in quanto costituisce circa il 20-25% del ricavo.