Ricostruiamo la storia di una celebre saga in SD Gundam Battle Alliance, il titolo di questa nostra recensione della versione per console PS5. Correva l’anno 1980 quando a Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate idearono quella che è da tutti riconosciuta come la genesi dell’era dei Real Robot. Portentosi prodigi tecnologici pilotati da esseri umani, dove non esiste il concetto di “vincono sempre i buoni”. C’è sempre una guerra che vede i vari protagonisti suddivisi per schieramenti e fazioni. Ma è molto facile morire, ancor prima di essere sconfitti.
Raccontare il successo di una saga come quella di Gundam lascia il tempo che trova, anche perché finiremmo per dire cose ovvie e che magari conoscete anche meglio di noi. Oggettivamente parlando, mancava un momento di recap dove passato e presente si incontrano, anche per presentare alle nuove generazioni questa immensa opera d’animazione. Bandai Namco non perde l’occasione e confeziona, anche grazie all’ausilio Artdink Corporation, una summa dei momenti iconici di questa saga.
Lo stile Super Deformed (abbreviato SD) aiuta a contenere gli sforzi progettuali in termini grafici, utilizzando l’artifizio narrativo dell’Universo G. In questo metaverso computerizzato il nostro compito è quello di ricostruire il vero corso degli eventi e delle battaglie che hanno reso celebre questa saga, correggendo il continuum spazio/tempo ed eliminando le “fratture”. All’inizio viene fuori una grande confusione, anche per via di dialoghi spezzettati e mal organizzati. Con il tempo ci si fa l’abitudine… e si pensa solo al gameplay.
Per un attimo si ha come l’impressione di scorgere lo spettro della saga di Super Robot Wars, che non ha mai oltrepassato il paese del Sol Levante. Orfano di questo terribile ricordo d’infanzia, sazio la mia interminabile vena da otaku con quello che forse è il mio tallone d’Achille. Conosco Gundam, infatti, a livello nozionistico e l’occasione sembra cascata “a fagiuolo”. Detto questo, vi lascio alla recensione di SD Gundam Battle Alliance, titolo, vi ricordo, giocato nella sua versione per console PS5.
Momenti che meritano di essere (ri)vissuti
SD Gundam Battle Alliance invita a rivivere i momenti più importanti della carriera di questa saga. Ripropone, infatti, personaggi e situazioni che vengono spiegati in maniera molto sommaria ed essenziale dal narratore, senza scivolare nel prolisso e nel noioso. Considerando il fatto che ogni saga vive una storia a se, la scelta del “saltare dal palo in frasca” calza a pennello rispetto quanto si vede nel gioco. L’idea di fondo in questa sorta di metaverso – dove tutto sembra un grandissimo minestrone – è semplicemente geniale.
In questo contesto definito Universo G vestiamo i panni di un pilota qualunque, privo di nessuna connessione con personaggi ed eventi raccontati nella saga. Piombati in questo casino cosmico, un’intelligenza artificiale ci mette davanti ad una serie di missioni da svolgere. Queste sono raccolte in file e directory, e resta così per tutto il corso della nostra esperienza di gioco.
Non manca il cattivo dei cattivi (anche se vi ricordo che questo concetto è sempre relativo), che inserisce nella storia quel pizzico di pepe che evita il fattore apatia. Ogni missione è da completare in due momenti diversi, prima e dopo la corruzione del file. Queste fratture, infatti, generano uno svolgimento errato del corso degli eventi, con delle contaminazioni tra epoche e robot che vedono affrontarsi personaggi e Gundam assolutamente fuori contesto. Ed è, passateci il termine, una vera e propria figata.
Di fatto, al netto di questa singolare esperienza di gioco, è quello che più è rimasto. Non conoscendo molto questa saga, la scelta di creare questo disordinato metaverso è anche funzionale a generare curiosità ed interesse. Penso, infatti, che sia più rivolto a gente come me che ai “Gundamisti” incalliti. Magari questo stile SD, può andare di traverso a qualche purista della saga, ma poco male. L’apparenza talvolta inganna.
SD Gundam Battle Alliance e la bellissima leggerezza dell’essenziale
SD Gundam Battle Alliance è strutturato in missioni. Le dinamiche di gameplay invitano al completamento di due tipologie di attività ben precise: anomalia e storia. La prima ci vede al centro di un grande e tumultuoso caos, con la frattura che ha creato un forte scompiglio nel continuum spazio tempo. Questo fa si che un determinato momento storico sia contaminato dalla presenza di personaggi e Gundam anacronistici, creando una situazione del tutto priva di senso logico. Basta fare una semplice cosa: combattere e sconfiggere i nemici di turno.
Il completamento di questa missione ci porta, poi, a riaffrontare la stessa missione seguendo il reale corso degli eventi e riordinare il tutto, così come era prima degli effetti della frattura. In questa sede si rimette in scena il teatro della battaglia seguendo il racconto della saga, e nel mentre viene svelata una parta della mitica storia di questo mito vivente. Ed è forse in questo momento che ti viene quella voglia matta di mollare tutto per spararsi un “recappone” definitivo.
Lo stile SD non mi è dispiaciuto più di tanto. Per carità, mi rendo conto che in grandezza naturale il tutto sarebbe stato ancora più interessante, ma in fin dei conti il mio lato artistico non ne ha risentito più di tanto. Per quanto “piccoli” il mecha design dei robot è curato con numerosi dettagli e particolari. Le ambientazioni non spiccano, invece, per qualità grafica e diventano dei meri luoghi asettici e privi di “romanticismo videoludico”. La passione va ricercata altrove, come ad esempio nel combat system.
La soluzione scelta è quella di un action RPG da giocare in singolo o in multigiocatore con altri due player. Il team è comunque di 3 componenti, pertanto la scelta del single player non è punitiva ma si viaggia in compagnia di NPC. Un chain system veicola il modo di combattere, prevedendo combo di vario genere e natura. Lo smashing button viene evitato per via della presenza di un voluto input lag che invita a ragionare prima di lanciarsi a capofitto nella battaglia. Prima di sparare/menare pensateci sopra.
Un Gundam per ogni occasione
Oltre alle missioni c’è ancora un altro piccolo micro-mondo da scoprire in SD Gundam Battle Alliance. Iniziamo con il dire che l’esplorazione della mappa di gioco, così come le nostre performance, consentono di creare/potenziare un Gundam. La fase di creazione passa inevitabilmente per l’acquisizione e lo sviluppo di un progetto. Purtroppo non c’è una regola ben precisa per ottenerne uno, ma l’esplorazione completa della mappa di gioco vi aiuta parecchio in tal senso.
Una volta creato il Gundam questo va potenziato nella sezione Hangar. Le statistiche del nostro robot vengono descritte da un grafico dove vengono evidenziati i parametri offensivi e difensivi del mecha. Il miglioramento segue due logiche ben precise: la spendita di punti di abilità e l’installazione di componenti dedicati. La prima non guarda in faccia a nulla ma solo al vostro portafoglio “virtuale”. Più ne raccogliete – nel corso della missione – e più riuscirete a potenziare il vostro Gundam. L’equipaggiamento, invece, guarda prima il livello del vostro robot e poi la tipologia di robot scelta.
Su questo ultimo aspetto è importante chiarire che esistono 3 classi differenti: lottatore, cecchino e universale. La prima predilige lo scontro corpo a corpo, la seconda quelli a fuoco sulle lunghe distanza e la terza è un’ibridazione tra le prime due. A questi vanno affiancati i piloti, specializzati al pari dei Gundam. È molto importante costruire un team affiatato, in quanto il fattore “amicizia” genera dei perk passivi che trascendono la potenza stessa del robot. Quando si dice l’unione fa la forza.
La recensione in breve
SD Gundam Battle Alliance Operazione "Recap" completata. SD Gundam Battle Alliance riesce a coinvolgere chi è a digiuno della saga, e al tempo stesso riportare in auge un pezzo di storia dell'animazione robotica giapponese. Lo stile SD non farà felice i puristi ma non inficia sull'esperienza generale di gioco. Un action RPG dove la parte action diverte e quella RPG un po' meno.
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Voto Game-Experience