So che non si dovrebbe gioire delle disgrazie altrui, ma nel mondo in cui viviamo le disgrazie di alcuni sono la benedizione di altre – come si usava dire in antichità “mors tua, vita mea”, ed è ciò che dico ai molti miner che, oggi, vivono con disperazione un mercato, quello delle criptovalute, che pensavano li avrebbe arricchiti. Una buona lezione per imparare a non affidarsi alle bolle speculative nella speranza di arricchirsi, perché prima o poi quelle bolle scoppiano, e nel farlo si portano via tutto.
Un quadro d’instabilità internazionale, abbinato alle misure sempre più restrittive applicate dal governo cinese nei confronti delle attività di mining di criptovalute, nonché l’imminente conclusione del proof-of-work di Ethereum, pronto a passare al modello proof-of-stake nel prossimo futuro, che non richiederà l’uso di GPU, in molti cominciano a perdere fiducia in questo sistema, e ora cercano di salvare quel che si può vendendo gli hardware che possiedono, oramai inutili per i loro scopi.
I Miner stanno arretrando e disperdendosi, dato il pessimo periodo per le criptovalute:
Nel momento di massimo splendore per i miner, e uno dei più scuri per i PC Gamer soprattutto, i miner facevano man bassa di ogni GPU disponibile sul mercato, lasciando completamente a bocca asciutta gli utenti per cui idealmente quelle schede grafiche erano state prodotte e commercializzate, con le poche scorte residue spesso nelle mani di avidi scalper che rivendevano i pezzi a prezzi super gonfiati. Allora Bitcoin toccò un piccolo di valore pari a 60.000 euro unitario, e anche Ethereum era sulla buona strada. Ciò spinse ancor più gente a lanciarsi sul carrozzone vincente, senza però pensare molto al futuro.
Ora come ora il valore di Bitcoin è crollato a 19.000 euro per unità, mentre Ethereum vale poco più di 1.000 euro al pezzo. Guadagni decisamente inferiori rispetto al passato, che stanno spingendo molti ad abbandonare baracca e burattini in luce del peggiorato rapporto tra costi e guadagni. Cosi in molti stanno rivendendo le loro schede grafiche nella speranza di ricavarne qualcosa, convinti che il rischio di crash delle criptovalute sia reale e alto – alcuni lo ritengono assolutamente inevitabile.
Sono giunte molte segnalazioni di come diversi miner, in svariati luoghi consoni, come internet cafè e affini, hanno iniziato a mettere all’asta alcune GPU in loro possesso e utilizzate per il mining, come visionabile nel tweet presente in calce a questo articolo. Nel corso di queste aste si sono viste vendute GPU del calibro delle GeForce RTX 3060 a prezzi non superiori dei 400 euro, dunque un prezzo inferiore da quello consigliato – ve però considerato che si tratta di schede già usate, e ho dubbi sulle garanzie che possano venire offerte con esse.
Da noi il fenomeno è stato infinitamente meno forte, dunque di simili occasioni non se ne contano (almeno di note, ndr). Tuttavia i prossimi restock di schede grafiche, e le prossime generazioni, dovrebbero tornare a essere facilmente reperibili se la situazione delle critpovalute non cambia – e, da gamer, spero proprio non cambi, anche perché con la crisi dei semiconduttori ci mancano solo una miriade di persone che mirano a comprare centinaia o migliaia di GPU. Se siamo vicini a un addio delle criptovalute, mi duole dire che non mi mancheranno affatto.