Dopo essere stato pubblicato a fine 2006 per Xbox360, Bullet Witch sbarca ora su PC grazie all’editore Marvelous. Una conversione tardiva di un gioco che però già all’epoca appariva traballante.
Prima di Bayonetta
La trama è ambientata in un 2013 distopico in cui l’umanità è stata messa a dura prova da una serie di cataclismi naturali e guerre. Come ultima minaccia giunge un’invasione di demoni che rischia di dare il colpo di grazia ad una popolazione già ridotta allo stremo delle forze. Di punto in bianco però ecco apparire Alicia, la protagonista, la quale si lancia all’attacco dei nemici brandendo un fucile che esteticamente ricorda le scope di saggina usate nelle fiabe per fare volare le maghe.
L’idea di rendere una strega l’eroina della storia e darle delle armi da fuoco da affiancare alle magie è effettivamente un’idea che lo studio Cavia ha avuto prima dei Platinum Games. Tuttavia in questo caso viene a mancare una narrativa interessante e una costruzione articolata dell’ambientazione, limitandosi a caratterizzare in modo sciapo sia i personaggi che il mondo di gioco. Non c’è quel guizzo di creatività fantasiosa che ha reso iconici gli antagonisti di Bayonetta, così come lo scenario si limita ad essere piuttosto anonimo.
Lo stesso miscuglio di elementi militari e soprannaturali avviene al limite del trash, lasciando il tutto privo di una vera identità.
Graficamente la conversione è stata svolta aumentando la frequenza di fotogrammi, approfittando del fatto che il motore grafico è ora gestibile con molta più facilità dai computer attuali. Non sono però state fatte ulteriori aggiunte, dato che non parliamo di un adattamento in alta definizione (già l’originale per console era in HD), né di un rifacimento con elementi grafici aggiunti successivamente. Su questo aspetto comunque si può soprassedere contestualizzando il prodotto per la semplice riproposizione quale esso è, peraltro a basso prezzo (15 euro in digitale).
Proiettili di saggina e piombo
Ciò che invece convince di meno è una giocabilità altalenante e un level-design carente anche per quelli che erano gli standard del 2006 e che ne compromettono l’attrattiva nell’ottica di una riscoperta.
Se il sistema di puntamento e sparo risulta efficiente, ciò che può mettere in crisi l’utente è la gestione degli incatesimi. Alicia può utilizzare varie magie ad uso offensivo e difensivo, peraltro con alcune trovate grafiche gradevoli (come il roseto che fiorisce trafiggendo i nemici che si trovano al suo interno). Per attivare però ciascuna di queste abilità bisogna aprire ogni volta la ruota delle magie, selezionarle una e poi assistere all’animazione di lancio. Un processo tutt’altro che istantaneo e che lascia scoperta la nostra al fuoco nemico e creando talvolta dei game-over inutili e frustranti.
Le attività da svolgere inoltre non brillano per particolare varietà. Nel corso dei livelli ci si limita a girovagare e sparare a dei nemici poco reattivi o incapaci di creare situazioni stimolanti o sfide degne di questo nome. Il più delle volte bisogna solo dare la caccia a qualche mostro per poter sbloccare l’accesso alla zona successiva e proseguire fino alla fine dell’area.
Trattandosi di uno sparatutto in terza persona precedente all’affermazione di Gears of War (il quale fece scuola), non sono presenti delle meccaniche di copertura, lasciando come unico strumento di evasione una schivata, però poco responsiva e agile. Unica variante alla monotonia è la possibilità di innescare delle interazioni ambientali dagli effetti devastanti, che causano ondate di distruzione spettacolari, ma in punti specifici e limitati, diventando una piccola nota di colore, ma niente di più.
Come non bastasse, per raggiungere i titoli di coda sono necessarie circa sei ore, un quantitativo troppo breve per un gioco che si proponeva come single-player puro nel mercato dei tripla-A del 2006, ma che viene ora mitigato dal basso prezzo a cui viene venduto adesso (effettivamente inferiore a quello di un indie medio attuale, dettaglio che ammortizza la convenienza tra durata e costo).
Pro
- piuttosto scorrevole da giocare
- prezzo basso
Contro
- level-design scarno
- giocabilità poco profonda
- longevità esigua e nessuno spunto per ricominciarlo