Halo Infinite torna a mostrarsi dopo un anno dal rinvio e a poco più di un mese dalla sua data di rilascio. Non nascondiamolo, le prime impressioni non erano state proprio entusiasmanti, tanto da forzare il team di sviluppo ad un rinvio quasi senza precedenti, dividere la componente multiplayer (di per sé invece totalmente convincente) da quella single player e continuare a rassicurare i fan in tutti questi mesi del 2021. Dopo il video della campagna mostrato nelle scorse ore, possiamo finalmente dire che questo tempo è stato usato alla grande dai 343, facendoci intravedere una porzione di come è cambiato Halo Infinite, con buona pace di tutti gli appassionati.
Halo Infinite è il diretto seguito di Halo 5 Guardians e della saga dei Precursori, puntando ad essere l’apice della lotta di Master Chief non solo contro la crescente e letale minaccia degli Esiliati, ma anche e soprattutto contro Cortana, compagna di mille avventure che sembra aver perso la ragione e punta a dominare la galassia come IA senziente. I nuovi nemici Covenant, già apparsi in Halo Wars 2, sembrano avere tra le loro file tante letali aggiunte, non tanto in termini di razze aliene, quanto piuttosto di personaggi, che potrebbero agire da mini boss fights, come il cacciatore di Spartan apparso fugacemente nel trailer. Di Cortana invece non si hanno ancora tracce, se non qualche linea di dialogo della nuova IA che accompagnerà John 117, “L’Arma”, molto più loquace e spregiudicata della precedente, dalla quale apprendiamo che la sua funzione primaria è quella di trovare e sterminare l’intelligenza artificiale ribelle.
I dettagli sulla storia finiscono qui, ma ci viene assicurato che questo è l’Halo più grande e ricco di sempre, confermato anche dalla ricca componente open world che il gioco sembra fornire. L’esplorazione dello Zeta Halo, o installazione numero 7 (tanto caro a Bungie), è infatti alla base del nuovo gameplay, dove i combattimenti vanno ad intersecarsi a doppio filo con la vastità degli ambienti. Halo Infinite mostra in questo frangente tutti i miglioramenti intercorsi in questi mesi, ben lontani dal pallido trailer visto nel 2020. Il gioco appare più ricco, dinamico, molto più fluido; numerose le feature aggiuntive mostrate, come la possibilità di evocare diversi veicoli per facilitare l’esplorazione della mappa, o il solito rampino (ormai già iconico ben prima di avere il gioco completo) che stavolta mostra funzioni d’utilizzo ben più divertenti ed integrate con l’azione. La sensazione generale è quella di pulizia, di aver capito gli errori commessi ed aver migliorato un gioco esattamente dove c’era da migliorare. Il gameplay ne è la prima impressione, con la sua nuova frenesia che però non lo estranea totalmente dai movimenti macchinosi dei precedenti capitoli. Si è intravista anche la possibilità di poter potenziare alcune statistiche di Master Chief tramite componenti dell’armatura, cosa che apre un ventaglio di possibilità aggiuntive su cui non vediamo l’ora di poter sapere di più.
Ma dove il lavoro di quest’anno di rinvio viene a galla in tutto il suo splendore è sul versante tecnico. Tutto, ma proprio tutto è stato rivisto e migliorato, dandoci una sensazione di pulizia quasi rassicurante. Dimenticate Craig il Brute, dimenticate la timidissima accoglienza, ora Halo Infinite sembra davvero un gioco next gen, con una mole poligonale ottima, una fluidità e degli effetti finalmente degni di questo nome. Halo Infinite ha finalmente il look che si merita, nonostante non siamo di fronte ad un capolavoro grafico (ma data la mole del gioco, va benissimo così), ma di certo ci ha fatto totalmente dimenticare quanto visto lo scorso anno e dato una nuova speranza per il futuro. Ora quella scintilla che mancava c’è, ed è diventato un vero e proprio falò.
Halo torna finalmente alla ribalta, con una componente multiplayer di cui abbiamo già avuto il piacere di testare le ottime feature ed un single player rinnovato, che convince e su cui i 343 hanno lavorato tantissimo, accogliendo le critiche costruttive con umiltà e professionalità, dando nuova linfa ed attenzione ad una saga ormai leggendaria e dimostrando come la qualità richieda tempo e non tutti i rinvii vengono per nuocere.