Sedici anni e non sentirli. Era il 2002 quando WayForward, nota software house californiana, diede vita al suo personaggio più iconico, Shantae, la giovane genietta dai capelli violacei che vanta all’attivo una quadrilogia tutta sua; una serie in stile Metroidvania dal sapore squisitamente rétro. Ma non è del capitolo conclusivo di questa saga che ci occuperemo oggi bensì del terzo episodio, quello Shantae and The Pirate’s Curse che dispiegò le vele per la prima volta su 3DS e Wii U e che finalmente è giunto in porto anche su Nintendo Switch, con qualche piacevole novità.
La maledizione del pirata
A seguito delle rocambolesche vicende che chiudono il precedente capitolo, Shantae: Risky’s Revenge, in questo Pirate’s Curse la nostra genietta si ritroverà privata di ogni potere magico ma, potrà comunque contare sulla sua robusta e… fluente chioma viola. Il tratto distintivo che caratterizza la protagonista della serie sviluppata da WayForward, infatti, è da ricercare proprio nei suoi capelli che è in grado di usare in maniera non dissimile a una frusta per abbattere i nemici che le si parano di fronte. Arma impropria che, in questo episodio, Shantae è nuovamente chiamata ad usare per respingere le orde di nemici sguinzagliate dal pericoloso Pirate Master, leggendario pirata che sta per completare il suo risveglio e tornare così a solcare i sette mari e le sei isole che compongono Sequin Land. Ciascuna di esse, a differenza dei precedenti capitoli caratterizzati da un’unica mappa aperta e da un’estenuante backtracking, costituisce un livello a sé stante liberamente esplorabile grazie alla nave messa gentilmente a nostra disposizione da Risky, acerrima rivale di Shantae che, di fronte al male comune, ha deciso di aiutarci a preservare lo status quo che minaccia il mondo. Come da tradizione del genere, però, saremo ugualmente costretti a spostarci avanti e indietro all’interno di ciascuna isola per riuscire a procedere nell’avventura e, anche qui, il rischio che l’esplorazione diventi frustrante è sempre dietro l’angolo. Questo anche a causa del fatto che Shantae and the Pirate’s Curse è privo di checkpoint e non sarà raro, a causa di una (mortale) disattenzione, essere costretti a ripetere intere sessioni di gioco; potremo salvare solo ed esclusivamente in determinate aree affidando i nostri dati a un vecchio girovago che li conserverà per noi. La difficoltà che deriva da tale impostazione è incrementata dal fatto che non potremo spostarci liberamente da un’isola all’altra ma sarà necessario tornare a piedi (salvo l’uso di costosi accessori) al porticciolo collocato all’inizio di ognuna di esse. In caso di necessità potremo comunque trovare ristoro a Scuttle Town, unico porto sicuro a Sequin Land in cui ritrovare vecchie conoscenze, r le nostre energie e potenziare l’irriverente genietta.
Ogni isola cela nella sue profondità un male atavico da cui trae sostentamento il Pirate Master, boss di fine livello che dovremo abbattere ricorrendo di volta in volta a strumenti specifici reperibili all’interno di ciascun territorio. Questi saranno indispensabili non solo per completare l’area, ma anche per accedere a zone altrimenti inaccessibili: ad esempio, con l’ausilio del Cappello da Pirata saremo in grado di planare verso piattaforme impossibili da raggiungere oppure con la pistola potremo distruggere ostacoli fuori dalla portata della fluente chioma di Shantae. Rispetto a tutti gli altri accessori, però, un ruolo predominante è ricoperto dalla Lampada Magica: certo, la nostra eroina è ora priva di poteri magici ma tale strumento può sempre essere utilizzato per finalità differenti da quella di fonte di energia, che starà a voi scoprire…
Tornando invece all’analisi di questa riedizione di Shantae and the Pirate’s Curse per Nintendo Switch, l’unica aggiunta meritevole di considerazione è Super Shantae Nab, un minigioco accessibile direttamente da Scuttle Town e originariamente presente sono nelle versioni fisiche rilasciate da WayForward in forma di limited edition. Sono inoltre presenti fin da subito tutte le modalità extra delle versioni 3DS e Wii U come la Pirate Mode, una sorta di Nuovo Gioco + in cui inizieremo l’avventura con tutti i pirateschi strumenti di Risky a disposizione. Nulla, insomma, che possa giustificare l’acquisto per chi ha già avuto modo di approcciarsi a questo gioco ma si tratta comunque di piacevoli “fuori programma”.
Metroidvania a 16 bit
Quello che colpisce fin da subito di questo episodio è la cura nei dettagli, a partire dalle stupende animazioni che accompagnano i movimenti di comprimari e nemici (soprattutto i boss di fine isola), quest’ultimi particolarmente vari e ben caratterizzati. A ciò si aggiunge una coloratissima veste grafica cucita con sprite a 16 bit e un comparto sonoro di livello, con tracce piacevoli e mai banali.
PRO
- Graficamente affascinante
- Divertente e mai eccessivamente frustrante
- Tanta varietà
CONTRO
- Si completa in poco più di sei ore
-
La mancanza di salvataggi automatici potrebbe far storcere il naso a più di un giocatore