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Home»Notizie»Twitch si muove contro i “raid d’odio” a seguito della protesta

Twitch si muove contro i “raid d’odio” a seguito della protesta

La piattaforma di streaming Twitch ha svelato i propri piani volti a contrastare il fenomeno dei raid d'odio che, nel recente passato
Giovanni CarrieriBy Giovanni Carrieri5 Settembre 2021
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La piattaforma di streaming Twitch ha svelato i propri piani volti a contrastare il fenomeno dei raid d’odio che, nel recente passato, hanno piagato la piattaforma portando molti streamer a protestare nell’evento reso celebre dall’hastag #ADayOffTwitch, una mossa compiuta poiché scontenti delle deboli e inadeguate risposte della piattaforma all’odioso fenomeno.

I raid d’odio sono un fenomeno recente e particolamente molesto che vede alcuni utenti programmare dei veri e propri attacchi in massa agli streamer, in particolar modo quelli appartenenti alla comunità LGBTQ+, al fine di bombardarli di offese di ogni tipo. In tempi ancor più recenti gli organizzatori di questi discutibili attacchi d’odio si sono muniti addirittura di bot capaci di lanciare i raid. Una situazione che ha spinto la comunità degli streamer a protestare, in particolar modo contro la passività con cui Twitch ha risposto a questo fenomeno.

Twitch ha dunque deciso di rimboccarsi le maniche per organizzare una risposta più massiccia a tutto ciò. Per cominciare si è visto aggiornare il centro di sicurezza, che ora permette agli streamer di bloccare questi raid sfruttando le nuove funzioni di AutoMod dalle opzioni di moderazione. Una novità temporanea, poiché i vertici del canale hanno già dichiarato di essere al lavoro su nuovi tool pensati specificatamente per contrastare questi cosidetti raid d’odio. Non resta dunque, per i molti streamer colpiti dal fenomeno, che restare in paziente attesa di questi nuovi tool, tamponando momentaneamente il fenomeno con gli strumenti di AutoMod messi a disposizione.

Ancora è fresca la notizia di una streamer con decisamente pochi scrupoli che, al fine di veder accrescere la propria fama e aumentare i propri guadagni, si è finta malata di cancro, finendo con il venire scoperta e ritrovandosi nell’occhio di un ciclone di polemiche. Una dinamica, questa, che certo non aiuta chi cerca di combattere i movimenti d’odio di cui tratta questo articolo. Va però sottolineato, a uso dei lettori, che il caso di un soggetto disonesto isolato non giustifica ne mai giustificherà attacchi d’odio rivolti all’intera categoria.

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