Personalmente trovo sempre interessanti le storie di sviluppatori indipendenti “incastonate” nel mercato videoludico attuale. Un po’ perché io stesso sono uno sviluppatore indipendente (empatia?) ed un po’ perché ritengo che le storie di persone comuni senza grossi capitali/grossi supporti alle spalle siano spesso cariche di significato umano e professionale. Siamo in Italia, paese nel quale i videogiochi hanno sempre avuto vita difficile nonostante l’espansione irrefrenabile: chi scrive queste righe veniva emarginato per questa passione durante gli anni ’80/’90 e sono certo che la stessa cosa è capitata a molti tra voi, lettori “stagionati”. Queste difficoltà si spiegano in parte tramite la comprensione di alcuni problemi strutturali/sociali, e spargono la loro nefasta nube tossica anche sulla community degli sviluppatori italiani.
Non ho mai fatto mistero (specialmente quando è servito davvero, durante eventi ed interviste) della mia bassissima fiducia nel settore del development italiano e del suo ipotetico sviluppo futuro: troppi cavilli, troppe rivalità, pochi soldi, poco aiuto in generale. La situazione trova un palliativo e temporaneo sollievo tramite il cameratismo che si cerca di creare tra sviluppatori durante fiere, eventi, riunioni, associazioni: forza attraverso l’unità, direbbe il commentatore TV del film “V per Vendetta”. Una forza che, spesso, ho visto venir meno al primo sussulto, alla prima difficoltà comunicativa o economica. Poi ho conosciuto persone che sembrano venire da un altro pianeta.
Questa poetica introduzione era necessaria per introdurre un discorso più specifico: quando si parla di sviluppo di videogiochi in Italia, si parla di una missione ostica e quasi “spirituale” per chi, come me ed altri, sceglie la strada più difficile (molto spesso perché non ce ne sono altre). Andrea Tabacco e Lara Gianotti sono, a tutti gli effetti, una molecola impazzita nel settore italiano sempre più impegnato a “far vedere” che a “fare”. Antab Studio è il loro marchio, il feeling anni ’80 è la loro firma (molto spesso) ed il “muoversi a piccoli passi ben misurati” è la loro filosofia. Ammetto di aver passato ottimi momenti in loro compagnia, una sera (quando ancora si poteva) mangiare ai tavoli di un ristorante vietnamita mentre mi raccontavano la storia del loro piccolo studio. Andrea proviene da esperienze di game development di spessore (come Ubisoft) mentre Lara mescola passione e tenacia alla sua abilità artistica. Antab Studio sono loro due, e niente di più. Eppure, nonostante tutti i calcoli delle macchine aziendali che ormai si travestono da studi di game development, basta ed avanza.
I dinamico duo proveniente da Proxima Centauri (pare vi sia una sorta di civiltà ferma agli anni ’80 là) si muove nel sottobosco da anni, collezionando piccoli successi più che sufficienti a portare avanti sia l’attività in sé che le loro vite. La passione per i videogiochi sparatutto/action si nota immediatamente, soprattutto se si considerano le varie incarnazioni della serie GRIDD ma anche andando un po’ più indietro verso Amniotic. Andrea e Lara lavorano costantemente seguendo la loro linea personale, muovendosi in modo assennato ma senza scordare la pulsione potente della passione per i videogiochi. Un mix di strategy plan aziendale ed avventura all’insegna della scoperta.
Andrea mi ha personalmente raccontato storie interessanti sui rapporti che Antab Studio intrattiene con i publishers: mi ha spiegato la strategia adottata (porsi in modo serio e diretto, senza timore di far richieste necessarie) e mi ha illustrato la storia dello studio in breve. Lara, diretta al punto, mi ha comunicato un senso di sicurezza derivante dal chiaro percorso che i due hanno in mente: lavorare bene, passo dopo passo, restando saldi con i piedi in terra ed evitando di strafare. Potranno sembrare nozioni ovvie, potranno sembrare consigli talmente semplici da sembrare quasi stupidi ed invece non è per nulla così.
Non si contano neppure i progetti (e relativi team) letteralmente scoppiati a causa di progetti esageratamente ambiziosi, voglia di mostrarsi con marketing selvaggio ignorando l’aspetto qualitativo dei giochi prodotti e così via. Antab Studio, nel suo piccolo mondo, si muove con sicurezza e senza considerare le regole che vorrebbero grandi uffici, grandi “parate” atte solo a dimostrare di essere grande azienda o startup “cool”.
Potrei parlare di GRIDD: Retroenhanced e degli altri titoli della serie, con il loro feeling a metà strada tra Starfox, F-Zero e lo stile “Synthwave/Outrun”. Potrei parlare di Foreclosed, il loro ambizioso action/shooter in terza persona con stile “comic/cyberpunk”. Potrei parlare di queste cose ma non lo farò per un motivo molto semplice: spesso i giochi vanno scoperti, vanno cercati e vanno assaporati. E, considerato il lavoro e l’amore che Andrea e Lara mettono in quello che fanno, sarebbe un peccato relegare tutta questa carica emotiva in un freddo listino di features. Se c’è una cosa che il mondo indie ci ha insegnato durante l’ultimo decennio (in particolare) è: spesso le logiche in stile aziendale non hanno nulla a che fare con i videogiochi. Alcune cose “funzionano” e basta, a prescindere da proiezioni di mercato, previsioni di vendita e persino logica. Buona fortuna ai ragazzi di Antab Studio!