Il primo Xenoverse è stato un pò una sorpresa, rinfrescando la classica formula del gioco di combattimento con cui si era soliti guardare per gli adattamenti di Dragon Ball. Trattandosi di un manga basato su gente che lotta e tornei di arti marziali, la trasposizione era talmente automatica da far sembrare improbabile qualsiasi altra idea, eppure dopo più di una ventina d’anni in quella direzione e con ben pochi esperimenti in senso contrario, la formula iniziava a sembrare stantia, ciò almeno fino all’arrivo degli Xenoverse.
Dragon Ball Z
Ancora una volta il giocatore è chiamato ad accompagnare un agente della Pattuglia del Tempo, la quale coinvolge i migliori guerrieri di qualsiasi linea temporale e di qualsiasi pianeta e galassia per proteggere il continuum dalle alterazioni. Gli eventi della storia sono minacciati ancora una volta da Mira e Tora, aiutati da Turles e Slug (sayan e namecciano malvagi, comparsi negli OAV) per manipolare gli eventi secondo i propri fini. Similmente a Xeno1 l’eroe è ancora una volta un guscio vuoto, modellato secondo le scelte del giocatore, spaziando tra cinque razze (umano, sayan, majin, freez e namecciano) e diversi altri dettagli, arrivando a replicare le fattezze di moltissimi personaggi per ricreare un avatar più affine ai propri gusti. Il ruolo del protagonista nella trama rimane quindi “limitato” ad intervenire per salvare la storia ogni qual volta i comprimari ne segnalino un’alterazione. Non c’è una caratterizzazione neppure questa volta e tutta la vivacità della campagna si basa per forza sugli eventi e sui comprimari. Mentre i secondi garantiscono nomi di alto livello, anche solo per comparsate marginali, la vicenda in generale è abbastanza fiacca e ripetitiva. In particolare non viene sfruttato bene il potenziale narrativo offerto da Xenoverse. Intervenire sulle alterazioni della storia classica poteva offrire piena libertà creativa, presentando scenari completamente stravolti che ribaltassero totalmente gli schemi ormai conosciuti a memoria. Invece spesso ci si trova a rivisitare le stesse identiche scene, cambiando pochi dettagli ma creando un fortissimo deja-Vu che diminuisce l’interesse generale.
Dragon Ball GT
La modalità in singolo è decisamente varia e intrigante. Tra una missione e l’altra è possibile dedicarsi al potenziare il proprio avatar e svolgere delle attività secondarie che confermano la svolta ruolistica di quello che, di solito, era inteso come un picchiaduro puro.
Le statistiche possono essere aumentate potenziando la barra della vita, la percentuale di danno normale e speciale, il vigore, al punto che andare troppo avanti nella campagna senza adeguare il proprio livello può portare alla sconfitta anche se il giocatore ha padronanza di mosse e meccaniche.
La progressione incentiva quindi lo svolgimento di missioni minori secondo i requisiti più disparati: MajinBu per esempio necessita che gli si porti del cibo, Mr.Satan vorrà veder soddisfatte delle prove di abilità, Bulma inventa una macchina per creare costumi e accessori, mentre i maestri (come Crilin,Piccolo, Radish per esempio) impartiranno lezioni a difficoltà crescente per imparare nuove mosse ed approfondire le tecniche base. Ognuna di queste voci retribuisce il successo con oggetti, denaro, punti esperienza, nuove mosse speciali e altro ancora. La possibilità di usare oggetti in combattimento, sbloccare un secondo finale o equipaggiare abiti che migliorano le prestazioni del pattugliatore chiude il cerchio di quella che un’esperienza GDR.
Un’impostazione che potrebbe spiazzare chi invece aspetta da un anni un titolo su Dragon Ball che, al contrario, faccia un passo in avanti per scrollarsi l’etichetta di gioco casual e renda giustizia alla serie con una giocabilità degna di un prodotto specialistico (e se ArcSystemWorks ci è riuscita con Kenshiro , la cosa è possibile anche per DB).
Dragon Ball Super
Se il titolo dei Dimps è quindi un ponte tra picchiaduro e i giochi di ruolo, bisogna specificare che sono presenti anche sfumature da MMORPG. Conton City, la città che funge da base, solitamente è popolata da personaggi gestiti dal computer, ma qualora si effettui l’accesso mentre si è connessi alla rete, gli abitanti diventano gli avatar degli altri giocatori collegati, creando una piazza virtuale che ricorda tanto le città di World Of Warcraft o Final Fantasy XIV. Da qui sarà possibile unirsi ad altri compagni e partecipare ai raid, le missioni che coinvolgono 6 persone nell’affrontare un nemico particolarmente forte in un scontro un pò confusionario, ma sicuramente molto epico. Per ora Conton City è già stata “attaccata” da Perfect-Cell e Baby-scimmione, per rendere l’idea della portata degli avversari.
In caso di vittoria i giocatori vengono ricompensati con punti, denaro ed oggetti particolarmente rari e preziosi. I raid tuttavia non sono l’unica fonte di rifornimento e anche il sistema di loot è stato migliorato nella campagna, rendendolo meno ripetitivo.
Affrontando le sfide 1VS1 online invece si gioca secondo schemi più classici, lasciando emergere una certa attenzione anche per dare struttura e profondità a set di mosse normali, speciali e combo. Queste riproducono movimenti iconici delle tavole del manga o dei fermo-immagine della serie tv e ciò per un appassionato crea un ottimo effetto di immedesimazione, trovando un grado di fedeltà molto alto anche nel gioco in movimento. Le barre di aura e vigore offrono ottimi spunti per rendere più ragionati gli attacchi e per evitare l’abuso di determinate tecniche, tuttavia non sempre le mosse godono di un buon bilanciamento e, anche volendo scusare la vocazione più occasionale di Xenoverse2, molte partite in rete finiscono per essere rovinate dallo spam.
Dragon Ball……AF?
Giocando offline si nota qualche spigolosità legata al voler rendere il ritmo veloce e rapidissimo come in una puntata dell’Anime, ma al prezzo di causare delle imprecisioni sui colpi e sul sistema di aggancio quando sono coinvolti più bersagli alla volta. L’azione è comunque garantita da 60 fotogrammi al secondo costanti, raggiunti però al prezzo di impoverire moltissimo la qualità grafica generale. Se i modelli poligonali dei personaggi sono appena sufficienti, lo stesso non può dirsi degli scenari, spesso scarni e privi di dettagli. Dopo Naruto Ultimate Ninja Storm 4, che vantava un eccellente motore grafico e un cell-shading di altissimo livello, è inaccettabile mostrare simili risultati, specie su di un titolo che non ha neanche la scusa di essere sviluppato a cavallo con la vecchia generazione (come nel caso di Xenoverse1). Non c’è neanche il contentino dell’interazione ambientale, dato che anche scagliare violentemente l’avversario contro il terreno o il fondale, non produce altro che un piccolo cratere che viene “riassorbito” in pochi secondi, privando dell’effetto “devastazione”, con colline o case demolite e altri clichet tipici.
Xenoverse 2 esce a solo un anno e mezzo di distanza dal predecessore, un pò troppo poco per permettere agli sviluppatori di creare un vero seguito.
Pro
- uno scrigno di citazioni per gli appasionati di Dragon Ball
- un interessante ibrido tra picchiaduro, gioco di ruolo e mmorpg
Contro
- ancora lontano da essere un picchiaduro preciso e competitivo
- pessima qualità grafica