Il sottofilone slasher del genere horror ha avuto sua volta una diramazione specifica, quella in cui compare un assassino reso ancora più inquietante dalla una maschera, il quale predilige spesso armi affilate per compiere i suoi delitti. Le atmosfere di pellicole come Halloween, Non Aprite quella Porta o Venerdì 13 sono il materiale alla base di Dead By Daylight, giunto su console dopo un esordio su PC.
Scream
Specifichiamo inanzitutto che la struttura di DbD è quella di un multigiocatore asimmettrico, in cui gli utenti sono divisi in ruoli diversi e contrapposti, oltre che dotati di abilità e obiettivi differenti. Non si tratta di due squadre equivalenti formate da personaggi simili, nè di un 1vs1, ma piuttosto di un 4vs1 alla Evolve. Quattro vittime difatti si ritrovano dentro una mappa e devono trovare una via di fuga prima di essere catturati dall’omicida di turno, il quale viene manovrato non dal computer, ma da un quinto giocatore. La strada verso l’uscita però è legata all’attivazione di alcuni generatori, che vanno riparati e accesi. Questo procedimento in sostanza è la parte che più richiede tempo e che lascia le vittime occupate e facili prede di agguati. Durante la riparazione difatti bisogna tenere premuto un pulsante restando fermi per più di un minuto (o meno, se qualcuno vi aiuta) ed effettuare saltuariamente un QTE, che se fallito crea un cortocircuito rumoroso, mettendo in allarme l’assassino. Qualora si venga scoperti le possibilità sono ben poche, fuggire o nascondersi, e in caso si venga danneggiati si può ricevere un primo soccorso da un alleato, recuperando la mobilità persa a causa delle ferite. Non è contemplata l’idea di combattere l’assassino per poterlo anche solo rallentare. Per questo si avverte uno squilibrio netto e forse è anche giusto così, dato che le atmosfere che il gioco punta a creare sono proprio quelle dei film di riferimento, in cui le vittime sono sempre personaggi inermi per rafforzare il senso di tensione e paura nello spettatore.
Profondo Rosso
La scarsità di opzioni tuttavia si fa sentire, specialmente in alcuni punti delle mappe in cui sfuggire e seminare l’inseguitore appare improbabile a causa degli spazi angusti o dei pochi nascondigli, decretando una sconfitta quasi certa, specialmente perché per finalizzare un abbattimento sono necessari appena due colpi. Non c’è molto spazio per errori e bisogna quindi contrapporre una mortalità elevata con l’esiguo aiuto di qualche oggetto da rovesciare contro il nemico, un armadietto in cui nascondersi e poco altro. Una volta catturati dal killer si hanno due possibilità di fuga, la prima divincolandosi durante il trasporto (più fattibile, ma solo a patto di essere ben lontani da un gancio) il secondo invece è quella di premere ripetutamente un pulsante una volta appesi e infilzati al suddetto, liberandosi prima che una creatura mostruosa giunga ad uccidere il prigioniero (cosa che invece appare molto più difficile).
Vittime e omicida tuttavia dispongono di proprie abilità, che vanno da un potenziamento delle proprie prestazioni (come velocità di fuga, cura dei compagni o dei generatori) per i primi, all’uso di tagliole, invisibilità o motoseghe, per i secondi. Il tutto gestito con il consueto sistema di punti esperienza per comprare e sbloccare perk aggiuntivi, solitamente introdotto per forzare la longevità verso l’alto. Un metodo che però in un gioco come questo crea un freno all’immediatezza e aumenta ulteriormente il divario tra le due classi dato che i killer sono già efficientissimi sin dalla prima partita e per vincere non necessitano di una particolare padronanza delle meccaniche o di abilità aggiuntive, mentre invece le vittime nelle prime ore devono impratichirsi con gli strumenti di supporto reciproco, le riparazioni e i modi di fuggire e nascondersi, oltre che accumulare punti per ottenere perk utilissimi a scongiurare i frequenti game-over. Non aiuta l’assenza di un tutorial sul campo (magari in una partita simulata senza giocatori), qui invece limitato a qualche schermata testuale che non prepara adeguatamente bene.
Szok!
Giocare come vittime difatti diventa particolarmente frustrante agli inizi e per rendere l’esperienza divertente (se non almeno funzionale) è davvero indispensabile poter contare su almeno uno o due giocatori con cui cooperare. E’ un problema tipico di tutti i giochi online che richiedano una cooperativa stretta, è vero, ma in questo caso il sistema di abilità rende le cose più esasperanti.
La gestione procedurale delle mappe inoltre crea scenari sempre diversi, tuttavia non lascia spazio ad un design dei livelli ispirato, finendo per riproporre varianti simili e non molto funzionali. Questo elemento causa parecchi problemi perché il gioco è già molto ripetitivo di suo. Le partite si risolvono sempre attorno al riattivare i generatori stando fermi in attesa che l’indicatore si riempia e sperando che non sbuchi un maniaco da dietro l’angolo. Sarebbe stato molto più intrigante diversificare gli obiettivi per aprire l’uscita in ogni mappa, magari bloccando una volta la via di fuga con un cumulo di casse da spostare, un’altra costringendo a cercare una chiave, magari con il sotto-obiettivo di rubarla proprio al killer stordendolo per qualche istante e sfruttando qualche trappola contro di lui, o ancora togliere dei fusibili da altri apparecchi per inserirli in un quadro elettrico e attivare un ponte levatoio. Si possono studiare tantissimi modi per gestire questo tipo di giocabilità, eppure lo sforzo fatto dagli sviluppatori è decisamente pigro e il risultato offre davvero poco con cui intrattenersi sul lungo periodo.
Problemi di conversione
La conversione su console inoltre non è riuscita particolarmente bene. La qualità grafica è in linea con gli standard della scorsa generazione piuttosto che di quella attuale, ma questo può essere facilmente scusato dato che il titolo è venduto a prezzo ridotto, tuttavia i frequenti cali di fotogrammi sotto la soglia dei 30 appaiono ingiustificabili in base a ciò. L’interfaccia del menù prevede lo spostamento con gli analogici di una specie di cerchietto con cui evidenziare le voci da selezionare, segno di un’interfaccia mouse derivata dal PC che è stata trasposta senza curare l’adattamento. Il gioco inoltre costa 10 euro in più e non sono presenti i DLC aggiuntivi come quello dedicato a Michael Myers di Halloween, quindi non può neanche considerarsi un’edizione GOTY arricchita di contenuti.
Pro
- può essere divertente se giocato con 3 amici in cooperativa
- un’idea originale per un titolo multigiocatore e fedele nelle atmosfere ai film horror
Contro
- conversione realizza in modo superficiale, con cali di fotogrammi, pochi contenuti e prezzo maggiorato
- sistema di perk e abilità basato sui punti esperienza fuori luogo data la natura del gioco
- divario tra vittime e assassini spesso troppo marcato
- estremamente ripetitivo e poco vario