Se dovessi dare una descrizione del mondo indie attuale, lo dividerei in due sezioni separate ben distinte. Da una parte abbiamo i team che riescono, grazie agli strumenti moderni, a creare titoli 3D che sembrano uscire da software house tripla A. Dall’altra parte c’è l’enorme universo “revival” che sta riportando in auge giochi in 2D che glorificano l’epoca 8-16-32 bit ed hanno creato un ampio mercato per questo genere. Si vede di tutto: dalla nascita di nuove IP alla rinascita di vecchie glorie, fino ad arrivare al completamento vero e proprio di giochi rimasti incompiuti all’epoca. E’ questo il caso di Ultracore, titolo originariamente targato Psygnosis/DICE e quasi completato per il sistema SEGA Mega Drive. Il problema? L’epoca dei 16-bit stava per terminare e si affacciavano sul mercato le console Saturn, Playstation e Nintendo 64. La pubblicazione di Ultracore venne annullata da Psygnosis e del gioco non si seppe più nulla… fino ad oggi. Grazie ai ragazzi di Strictly Limited Games possiamo finalmente mettere le mani su un titolo “fantasma” tornato in vita.
EUROSTYLE
La storia? Poco più che un accenno: vestiamo i panni di un soldato mezzo-cyborg armato fino ai denti. La nostra missione? Sparare. Sparare a tutto, far esplodere tutto… possibilmente tentando di non morire. E qui casca l’asino (cyborg). Ultracore è un titolo concepito per un’epoca completamente diversa da quella attuale, e si sente eccome quando ci si muove tra i 5 stages che compongono la struttura del gioco. Inizialmente si è pervasi da un feeling esaltante: il comparto sonoro è spettacolare, e si parla di musiche in puro stile Retrowave con un ritmo piacevolissimo. Lo stile grafico si piazza ai livelli di alcune produzioni arcade dei primi anni ’90 (eccezion fatta per le animazioni, di cui parleremo tra poco) e tutto sembra filare liscio. Poi, se siete giocatori esperti e che magari (come il sottoscritto) arrivate direttamente dagli anni ’80, inizierete a scovare le magagne. Non dimentichiamo che si tratta di un titolo originariamente targato Psygnosis, software house non propriamente famosa per sfornare roba di alta qualità se si esclude il successone di Lemmings avvenuto nel 1991 ed il 1995 con l’arrivo di WipeOut. Per intenderci: sono gli stessi di Bram Stoker’s Dracula per SNES ed altre cose che è meglio dimenticare. Ultracore mostra tutto ciò che di sbagliato si può fare in uno shooter frenetico che dovrebbe (e sottolineo, DOVREBBE) prendere spunto da classiconi spettacolari come Contra e Metal Slug. Sparare a tutto è divertente, ma sarebbe anche divertente capire qualcosa di ciò che accade a schermo e magari poter anche schivare i colpi in modo efficiente. Tutto questo non accade: il personaggio principale è un legno nei movimenti (cosa che si sentirà maggiormente durante le punitive fasi platform) ed il sistema di sparo non è propriamente agile da utilizzare.
COLPO SU COLPO
Puntare in una direzione differente durante la pressione del tasto adibito allo sparo ci permetterà di far fuoco in tutte le direzioni. Il problema è che il fuoco resta “lockato” in quella direzione finché non lo interromperemo: la mira si resetterà tornando in direzione orizzontale, ma creando un momento di stallo che i nemici potrebbero utilizzare per saltarci addosso. Inoltre il lock dello sparo permane se ci si muove ma si tiene premuto il tasto adibito al fuoco. Inizialmente sembra utile per tenere sotto tiro un nemico mentre ci si sposta, ma in situazioni più frenetiche diventa particolarmente fastidioso poiché non ci permette di cambiare rapidamente direzione di sparo in caso di cambio bersaglio. Avanzare nei livelli si rivela quindi molto complesso, sia a causa dell’agilità assente del protagonista sia del citato sistema di combattimento poco dinamico. I nemici sono tanti, armati pesantemente e dal respawn facile. Spesso capita di trovarseli direttamente “in bocca” dopo aver preso un ascensore, cosa che rivela una certa approssimazione degli sviluppatore nel piazzamento degli avversari. Verremo colpiti tanto, da ogni direzione e spesso capiterà di morire senza capire cosa ci ha colpiti. Un titolo che alcuni definirebbero “duro & puro” ma che, da recensore onesto, preferisco catalogare come “mal concepito”. Questo fattore è anche incrementato dal maldestro tentativo di ficcare in un pacchetto puramente action anche alcune blande meccaniche esplorative da metroidvania, penalizzate da un level design spesso confusionario. Purtroppo è molto difficile valutare Ultracore in modo obiettivo allo stato attuale: si parla di un gioco pensato per essere rilasciato nel 1994-1995, epoca in cui gli standard dell’industria erano molto diversi. Ma non posso neppure dimenticare che nel 1987 uscì Contra e, negli anni successivi, molti altri titoli di stampo action/shooter di ottima qualità nonostante le limitazioni hardware. Ultracore avrebbe fatto successo se fosse stato rilasciato ai tempi? Forse si, considerato che a livello tecnico (animazioni legnose e a volte ridicole a parte) il gioco si difende bene, ma non lo sapremo mai. Da lodare senza dubbio il coraggio di Strictly Limited Games nel ripescare un progetto fantasma e riportarlo in vita con tanto di edizione fisica. Una chicca per i collezionisti, in particolar modo per quelli appassionati della console 16-bit targata SEGA. Per chi invece cerca un buon shooter old-school con il quale divertirsi, è probabilmente meglio passare oltre.
Versione provata: Nintendo Switch
Versioni disponibili: PlayStation 4, Nintendo Switch
La recensione in breve
Ultracore è quello che è: figlio della prima metà degli anni '90, sviluppato sotto la supervisione di una software house nota per non andar molto d'accordo con il genere action (collisioni approssimative, personaggi legnosi) ma tecnicamente/musicalmente piacevolissimo. Un'operazione revival che funziona in termini di collezionismo e nostalgia. Ma dal lato puramente ludico, è meglio guardare altrove.
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Voto Game-Experience