Premessa: Guilty Gear se ne frega! Se ne frega di essere stato il terzo incomodo a fine anni 90 nella guerra tra Capcom e Snk, se ne frega di essere rimasto in secondo piano rispetto a titoli più famosi e può permetterselo perchè Guilty Gear è sempre stato il chitarrista del mondo dei videogiochi. Quello che non strappa la scena al cantante, ma che quando inizia il suo assolo, parte e non lo fermi più. Guilty Gear esplode in quell’assolo da 5 minuti in cui esce sul mercato e mostra al pubblico che, anche se pochi lo conoscono, lui sarebbe capace di reggere da solo lo spettacolo persino se l’intero gruppo se ne andasse dal palcoscenico.
Quasi famosi
Metafora musicale decisamente dovuta, specie viste le numerose influenze hard-rock e metal con cui la serie è imbevuta sin da suo esordio e non soltanto nella colonna sonora. I soli nomi di personaggi e mosse speciali per un appassionato sono un richiamo istantaneo a icone come Metallica, Helloween, Yngwie Malmsteen, Guns ‘n Roses, Queen, Slayer, Frank Zappa, Motley Crue, Gamma Ray, Testament e tanti altri. Daisuke Ishiwatari difatti non ha mai lesinato le citazioni musicali, modellando il mondo di gioco su toni decisamente compatibili con l’immaginario “Heavy metal”.
Guilty Gear è ambientato in un futuro dove l’umanità ha dovuto fronteggiare la minaccia dei “gear”, delle creature artificiali che hanno dato inizio ad una guerra. Questo conflitto ha rimodellato la geopolitica del mondo contemporaneo, facendo coesistere nazioni come America e Giappone con regni fantasiosi dotati dei loro ordini cavallereschi o gilde di assassini e pirati.
L’apocalisse dei gears difatti ha causato una sorta di stallo tra tecnologia e sovrannaturale, posizionando i due elementi su di un piano paritario, mescolando tratti caratteristici tra presente e passato per ricreare un’ambientazione unica e piena di fascino. Revelator riprende la storia laddove X-rd Sign si era fermato, con la scoperta di una nuova minaccia legata al piano per riattivare il pericoloso gear Justice, ad opera delle agenti Valentine, manovrate da un’insospettabile autorità.
Una trama che non lascia scoperto nulla grazie al menù che offre riassunti e schede di ogni personaggio, colmando tutti i riferimenti passati e lasciando la modalità Storia godibile per i neofiti.
I love radio rock
Graficamente Revelator colpisce già da subito grazie allo stile cel-shading che attribuisce ai modelli tridimensionali un’effetto coloratissimo e degno di un Anime giapponese. Un’espediente ormai sdoganato per sopperire l’assenza di sprite 2D, stupendi ma costosi, è quello di usare dei personaggi disegnati e animati tridimensionalmente (metodo più economico e veloce) e di piazzarli su di un’asse bidimensionale. L’effetto complessivo è molto suggestivo e seppur non raggiunga la notevole qualità generale di Blaz Blue, riesce ad essere una soluzione adattissima a soddisfare il pubblico e le esigenze degli sviluppatori. Rispetto a Xrd Sign sono stati persino aggiunti diversi miglioramenti; personaggi, proiettili, fondali e mosse, dispongono di un loro sistema di illuminazione indipendente, per cui ogni
movimento o effetto speciale, si piazza all’interno dello schermo con una resa specifica, che arricchisce il tutto.
La spettacolarità è enfatizzata dalle ottime sequenze che accompagnano l’ingresso di ogni combattente, la posa di vittoria o l’utilizzo di particolari supermosse. La fattura di questi intermezzi è integrata talmente bene nell’insieme da sembrare brevi spezzoni di Anime posizionati dentro lo scontro, senza però frammentare il ritmo delle partite. Cotanta bellezza gira sui 60 fotogrammi al secondo stabili.
Il sonoro si mantiene su livelli di altissima qualità, grazie ad una selezione di tracce rock e metal che sfumano su diversi stili, mostrando una versatilità ricca e sfaccettata, capace di calzare su ogni personaggio: dalle percussioni rullanti per lottatori impetuosi come Sol, alle tastiere che alleggeriscono il tema della vivace piratessa May.
Radiofreccia
La giocabilità di Revelator mantiene una linea di continuità rispetto ai capitoli passati. Il sistema si basa sempre su 4 pulsanti divisi per pugno, calcio, e due fendenti, a cui si aggiunge un quinto dedicato ad attacchi speciali o lanci. Le combo si articolano su sequenze progressive, per cui ogni colpo può essere seguito da uno di potenza maggiore, salvo resettare la trafila eseguendo la “Roman Cancel” che permette di ripartire con una seconda combo. La barra “tension” per le supermosse viene caricata anche grazie al movimento, incentivando il gioco dinamico e penalizzando invece quello eccessivamente difensivo che rischia di rendere statiche ed ingessate le partite. Tra le altre meccaniche si può notare il contrattacco Blitz Attack, che permette di respingere l’incalzare nemico solo dopo aver eseguito un Blitz Shield, ovvero una tecnica di difesa simile al Just Defend di Mark of the Wolves (o possiamo chiamarla Parry difensiva), che richiede un buon tempismo per essere sfruttata oltre che funzionare meglio o peggio a seconda di cosa fronteggi, creando un sistema equilibrato, non eccessivamente difficile e forte in circostanze che non lo rendono abusabile. Le combo sono generalmente articolate e belle da vedersi e offrono diversi gradi di accessibilità, per consentire anche al giocatore principiante di usare con discreti risultati il proprio personaggio, senza bisogno di dover passare da novellino ad esperto in un sol colpo.
E’ presente anche una modalità “Stylish” che permette di eseguire piccole combo automatiche tramite un solo pulsante, pensata per avvicinare ulteriormente i principianti. Teoricamente è controbilanciata dalla maggiore quantità di danno subita per chi la utilizza, ma trovo che sia sempre negativo consentirne l’uso all’interno di partite classificate.
I nomi selezionabili includono alcuni volti classici e le nuove presenze introdotte da Xrd, a cui si aggiungono la bizzarra Jack’O, Raven e il ritorno di Jam e Johnny.
Interessante come ogni combattente sfoggi caratteristiche molto peculiari, sia nell’aspetto che nella giocabilità, capaci di renderlo subito riconoscibile e diversificato rispetto il resto della rosa selezionabile. Similmente a quanto avviene con il Drive di BlazBlue, molti personaggi sfruttano abilità o meccaniche disegnate su misura, assicurando una grande profondità e segnando nette differenze nell’utilizzo di ciascuno. Elementi che rendono Revelator un picchiaduro longevo e capace di intrattenere per lungo tempo grazie ai numerosi spunti offerti da ogni lottatore. Da questo punto Arc System Works mostra tutta la sua bravura nel variare gli stili di gioco offerti all’utente.
Basti pensare ai soldatini posizionabili da Jack’O, alle pose di Leo o Jam, che consentono di usare tecniche diverse o potenziare mosse, la monetina di Johnny, lanciabile a mò di “poke” ma utile anche per migliorare l’efficacia delle mosse speciali, oppure la capacità di Raven di potenziarsi incassando colpi, rendendo preferibile persino farsi colpire in determinate occasioni. Tutto contribuisce a rendere unico il lottatore scelto e dare maggior valore ai 21 personaggi presenti.
Unico difetto, la presenza di alcuni nomi annunciati come DLC, come Kum e Dizzy (Raven è sbloccabile gratuitamente). Trattandosi di un’edizione aggiornata di Xrd, sarebbe stato preferibile che anche questi ultimi due fossero inclusi, ma la rosa complessiva, come detto, è perfettamente adeguata e solida.
School Of Rock
Tra le modalità di gioco sono presenti la classica Arcade, che si snocciola lungo 8 incontri e che funge da prologo alla Storia, introducendo le vicende personali di ogni combattente. Il versus offline e online, quest’ultimo diviso per partite amichevoli o classificate e arricchito da stanze interattive in cui ci si può muovere mentre si aspetta l’avversario, esplorando una sala giochi o pescando decorazioni e personalizzazioni da uno stagno. M.O.M. (Medal of Millionaire) invece è una modalità sopravvivenza in cui vengono mescolati elementi gdr, come statistiche, oggetti che migliorano dei valori e vengono rilasciati casualmente da ogni avversario sconfitto. Sfida e Missione permettono di espandere ulteriormente il già ottimo tutorial; la prima attraverso la pratica nel provare le combo e le mosse migliori per ciascun personaggio e la seconda nello svolgere alcuni compiti che permettono di imparare il funzionamento delle tecniche generali e basilari di Guilty Gear. Raramente si è visto un metodo che prende così per mano un giocatore estraneo alla serie, curandosi di intrattenerlo e al tempo stesso istruirlo per rendere facile e divertente la migrazione per chi viene da titoli di combattimento diversi e necessita di reimparare tutto da zero e senza traumi.
La citata Storia, invece è composta da alcune ore di filmati, in cui l’ottima qualità del motore grafico inscena un piccolo OAV animato in cui viene portata avanti la vicenda di Revelator. Nonostante non ci siano scontri all’interno, il solo segmento narrativo verrà aggiornato gratuitamente nel corso dei mesi, come per le puntate nuove di un telefilm.
Guilty Gear Revelator è disponibile in formato digitale per Playstation 4 e 3 tramite Playstation-Store e per PC tramite Steam.
Pro
- uso eccelso della grafica cel shading
- colonna sonora di roboante
- giocabilità ottima e personaggi con un set di mosse ben studiato
Contro
- un paio di personaggi sono presenti come dlc