L’epoca dei dungeon crawler a turni sembra essere finita ormai da un pezzo, specie su console, oramai confinata qua e là tra i vari titoli del sottogenere indie. Eppure, Operencia: The Stolen Sun della casa ungherese Zen Studios riesce piacevolmente a sorprendere nonostante l’arrivo su Ps4 in tempi piuttosto recenti.
Re Sole è sparito… lunga vita a Re Sole!
Operencia: The Stolen Sun è basato principalmente su miti e leggende provenienti da tutto il mondo ma in particolare dall’Ungheria, e ci dona un’ambientazione favoleggiante e misteriosa tipica dei racconti e delle leggende tramandate in maniera orale. A guidarci nel tuturial ci saranno all’inizio tre personaggi, rappresentanti ognuna ogni classe intraprendibile: l’implacabile guerriero Attila, la sua impavida consorte Raska come ranger arciere ed un taltosh, un mago viaggiatore ritrovatosi a combattere a fianco dei due. L’introduzione che ci mette nei panni di questi eroi è lunga una mezz’oretta e perlopiù dedicata a farci conoscere le meccaniche del gioco rodandole sul campo, prima di avviarci al nostro vero ruolo. Il nostro eroe sarà difatti un personaggio creato da noi e proiettato, attraverso una serie di delicate sequenze disegnate, nell’avventura più stramba che un neo-avventuriero possa vivere: dopo aver seguito una serie di sogni e presagi, viene condotto ad un castello sprofondato in un lago dopo essere stato colpito da un’antica maledizione, il cui interno però è ancora intatto, pieno di mostri e trabocchetti. Scontratosi per caso con un irriverente ladro e aiutato da quest’ultimo, il nostro eroe (o eroina) scampano al castello, scoprendo che all’esterno è rimasta solo la più buia delle notti: vengono informati che la luce del Re Sole è stata rubata; luce preziosa che oltre a scaldare le lande infonde la vita alle creature dell’intero regno. Col passare del tempo vedremo gli effetti di questa terribile mancanza direttamente nelle ambientazioni. Nostro è quindi il compito di ritrovarla assieme ai colpevoli, evitando che mostri e bestie si riversino nelle città per divorare tutti.
Un gameplay che batte quello di molti altri simili
Fatemi partire con una brevissima introduzione al gioco: oltre a rivelarsi un titolo interessante e profondo, Operencia: The Stolen Sun non perdona chi non legge i tutorial, e farà in modo di segarvi doverosamente le gambe nel caso non lo facciate. Nonostante il testo delle spiegazioni non sia proprio il massimo della leggibilità su schermo a meno di non avere un televisore veramente grande (problema tipico delle versioni console di giochi inizialmente progettati su pc), mettetevi il cuore in pace sin da subito: dovrete farlo, senza scappatoie. Nel caso siate uno di quei giocatori che amano skippare tutto, pad alla mano, sappiate quindi che avete comprato un titolo che non vi piacerà e in cui saltare le spiegazioni sarà per voi solo fonte di frustrazione e smarrimento.
Nel caso in cui siate invece propensi a imparare con pazienza un sistema di gioco estremamente coinvolgente e ben fatto, o siate dei soldati già rodati nel genere strategico, verrete ricompensati con un videogame più unico che raro, capace di coinvolgervi come solo la migliore partita di gioco di ruolo da tavolo sarà in grado di fare. Ma partiamo con ordine.
Operencia: The Stolen Sun finisce il tutorial introduttivo con la creazione del nostro personaggio, che andremo a guidare nell’avventura: potremo scegliere tra tre classi canoniche del genere – il guerriero, il ranger ed il mago – nonostante l’unica opzione di razza sia quella di un personaggio umano (niente elfi e nani, quindi). Mentre guerriero e mago si sintetizzano da soli, il ranger sarà un ibrido tra un arciere, un alchimista ed un ladro. Ogni classe ha peculiarità e caratteristiche che vanno ben oltre all’aspetto, e si sviluppa su tre rami dalle abilità uniche che ci permetteranno di ottenere diverse migliorie, facendoci ottenere personaggi più o meno orientati al supporto del party. Dopo la nostra scelta, potremo scegliere l’aspetto, l’origine, assegnare i punti disponibili negli attributi (che modificano a schermo le caratteristiche, ben segnalate), scegliere i talenti e infine il nome dell’eroe. Inizieremo dopo una brevissima introduzione disegnata a muovere il personaggio, sfruttando l’analogico sinistro per spostarci ed il destro per osservare il mondo. Con X potremo interagire con l’ambiente, mentre la croce direzionale ci darà accesso al diario, all’inventario e alle schede del personaggio tramite cui effettuare gli avanzamenti. Il movimento all’inizio vi risulterà strano e scomodo, ma in breve potrete riuscire a padroneggiarlo bene, scoprendo le sue potenzialità: la mappa difatti è divisa in quadrati e va esplorata a scacchiera, proprio come se vi trovaste sopra un tavolo a muovere delle miniature. Oltre a funzionare in maniera incredibilmente fluida, ad inizio partita potremo scegliere a seconda dei settaggli di disegnare queste mappe a mano o vederle tracciate in automatico dal gioco: questo perchè ogni dungeon che esploreremo sarà composto da diverse sezioni piene di ingranaggi, nemici e puzzle di vario tipo – in generale facilmente affrontabili – e proprio sulla mappa ne terremo traccia, potendo così districarci tra livelli complessi e posti su più piani. Inoltre l’esplorazione viene fortemente incoraggiata fin dalle prime battute di Operencia: esplorando troveremo chiavi, utensili e vestiario utile, chiavi per accedere a nuove risorse e legna per accendere i falò, punti di salvataggio e riposo nel quale poter salvare la partita e far prendere respiro ai nostri personaggi, recuperando punti ferita e punti magia spesi nei combattimenti. Particolare è il sistema di alchimia, una meccanica che ci permetterà di creare pozioni senza stare a cercare e mischiare componenti, magari a caso e con miriade di prove fallaci: per portare a compimento il compito basterà risolvere un mini puzzle, piuttosto semplice da comprendere e svolgere, ed una volta portato a termine ecco pronto il nostro intruglio. Per quanto riguarda i combattimenti invece, troveremo gli avatar avversari a gironzolare per la mappa. Quando li prenderemo alle spalle di sorpresa si entrerà nel combattimento in fase di imboscata, ovvero con qualche vantaggio in più del gruppo avversario o viceversa nel caso ci prendano alle spalle. Dalla mappa allo scontro, l’ambiente cambia per trasportarci davanti ai nemici: non avremo la possibilità di disporre i nostri personaggi; tuttavia troveremo i nemici posizionati su tre file (vicina, mediana, lontana). L’impressione iniziale è quella di un gioco che non perdona, ma una volta entrati nelle meccaniche e letta bene ogni descrizione, non sarà difficile uscire vittoriosi dagli scontri, sfruttando con attenzione debolezze avversarie e distribuzione delle abilità del party, alcune delle quali una volta usate ricaricheranno di una certa percentuale mana ed energia (oltre ad essere utilizzabili anche al di fuori del combattimento). Usata un’abilità, che consumerà la nostra barra di punti magia, un sistema di fatica ci impedirà di usarla per un numero di turni definito. All’inizio non sarà un problema, ma nelle fasi avanzate del gioco attivarle in maniera strategica e ben definita sarà la soluzione vincente: in ogni caso procedendo capirete ben presto di non trovarvi mai davanti a scontri inaffrontabili dal party. Cosa più importante, il grado di sfida sarà scelto da voi a inizio partita – offrendo un buon numero di variazioni a chi volesse rendere il gioco più complicato e movimentato.
Qualità e quantità!
Rispetto alla maggior parte dei porting che calano bruscamente la loro resa su schermo, Operencia: The Stolen Sun mantiene una resa grafica decisamente ottima su Playstation 4, molto simile a quella della versione Pc, indicando un grande lavoro da parte del team per mantenere l’opera il più possibile intatta senza scendere a compromessi. Gli scenari sono interessanti e sempre vari (anche se qualche texture è riciclata qua e là): tra foreste oscure, castelli, fortezze e caverne troveremo sempre enormi differenze, nelle stanze e anche tra i nemici delle diverse zone, che invece soffrono di una certa omogeneità finchè rimarrete nello stesso ambiente o zona. A volte potrebbe capitarvi di incontrare cose “strane” e di tralasciarle perchè viene semplice pensare ad un errore grafico (come successo durante la mia partita, in cui si intravedeva un muro stranamente “evanescente”): vi posso assicurare che non sono errori grafici, ma piuttosto segreti e stanze a cui accedere attraverso la ricerca di particolari meccanismi, il chè allunga di molto il divertimento e la longevità a chi si diverte nell’esplorazione. Anche le cutscene disegnate fanno il loro dovere, introducendoci attraverso coloratissimi pannelli verso mondi nuovi. La fattura dei mostri a livello di modelli 3D è ottima, anche per quanto riguarda le animazioni che per quanto semplici ed essenziali funzionano bene. Quella dei personaggi, almeno disegnata, è di tutto rispetto e la loro caratterizzazione centra nel segno senza sbavature. Anche i testi ed il sonoro si rivelano consolidati ed efficaci: i personaggi hanno molto da discutere in qualsiasi situazione, ricordandoci un po’ i dialoghi alla Dragon Age che scattavano tra compagni, e parleranno ogni volta che incontreremo oggetti, nemici o enigmi, e persino davanti ai falò di salvataggio e ristoro raccontandosi storie che poi andremo a ritrovare nel mondo di gioco. La loro scrittura risulta efficace ed interessante e anche se all’inizio potrebbe sembrarvi inconsistente per via di una trama che parte lenta, andrà in crescendo: impossibile non affezionarsi all’arguto ladro che ci accompagna, così come a molti altri dei nostri compagni di cui si potrà scoprire di più attraverso diari e bozze da controllare nella scheda dedicata o da trovare lungo il nostro percorso. In tutto questo verremo accompagnati da musiche piacevoli e d’ambiente, che difficilmente stancheranno le nostre orecchie anche durante gli scontri e ci restituiranno la sensazione di essere entrati in un mondo da favola medievale.
Ottimi il doppiaggio ed i sottotitoli, questi ultimi che potrete apprezzare in italiano: un ottimo punto a favore del titolo data la consolidata abitudine (specie delle piccole case produttrici) di affidarsi oramai solo all’inglese.
La longevità, a cui veniva accennato poco prima, aumenta il valore complessivo del titolo: la campagna principale del gioco si può completare in 30 ore se presa di petto, valore che si allunga vertiginosamente se decidiamo di seguire anche le missioni secondarie e di scoprire tutti i segreti e le stanze nascoste. Infine, il prezzo lo rende decisamente accessibile a quasi tutte le tasche, sia che lo vogliate su console, sia vogliate provarlo su Pc.
PRO:
⦁ Solido sistema di combattimento a turni
⦁ Ambientazioni da favola
⦁ Enigmi affrontabili e mai frustranti
⦁ Longevità altissima
⦁ Efficace dungeon crawler che potrebbe farvi appassionare al genere
CONTRO:
⦁ Nemici di una zona ripetitivi
⦁ Mappe estremamente labirintiche
Versione provata: Ps4
Piattaforma: Pc, Ps4, Xbox One, Switch
Pegi: 18+
Longevità: 30 ore
Sviluppatore: Zen Studios
Editore: Zen Studios
Lingua: inglese, sottotitoli e interfaccia in Italiano
Anno: 31 marzo 2020
Tipologia: GDR, Dungeon crawler, turni