The Legend of Zelda ha vissuto i suoi primi anni diviso tra identità discordanti: il primissimo capitolo era una cosa, il secondo ha stravolto tutte le regole diventando una cosa completamente diversa. Poi è arrivato A Link to the Past su SNES (1991) settando una sorta di standard per le avventure del nostro spadaccino verde preferito, standard che è stato rapidamente trasportato su Game Boy nel 1993 con l’arrivo di The Legend of Zelda: Link’s Awakening (ゼルダの伝説 夢をみる島 Zeruda no Densetsu: Yume o Miru Shima, letteralmente “L’isola dei sogni”) . Visuale dall’alto, tipica animazione d’attacco “a mezzaluna” ed uno stile grafico che ricalcava fedelmente la controparte su SNES. Il gioco tuttavia stravolgeva molti canoni della serie in favore di un’ambientazione inedita e meccaniche decisamente innovative. Oggi, dopo oltre 25 anni di attesa, The Legend of Zelda: Link’s Awakening torna su Nintendo Switch dopo un’annuncio a sorpresa alcuni mesi fa e si mostra nella sua nuovissima veste grafica. Ma com’è cambiato davvero il gioco?
Sin dai primi passi è possibile apprezzare uno stile grafico decisamente stravagante per l’attuale corso della serie. Gli sviluppatori, probabilmente per tener fede all’originale visuale top-down, hanno optato per personaggi “chibi” e grafica coloratissima con forme piene e tondeggianti. Ambienti realizzati con cura amorevole fanno tornare la mente al gioco originale, pur venendo incontro agli attuali standard. Una grande varietà di ambienti esplorabili, personaggi da conoscere e dungeon da completare permette al nuovo stile grafico mostrare una certa complessità con animazioni ambientali ed un feeling “gommoso” ben realizzato. Salta tuttavia all’occhio un curioso problema che non trova una spiegazione valida in termini tecnici: alcuni cali di frame rate si presentano regolarmente ad ogni cambio di mappa.
Considerato che si tratta di un titolo decisamente “leggero” in termini tecnici, è difficile capire come sia possibile un drastico calo (dai 60 generici a circa 20-25 quando si presenta il problema) quando Switch ha dimostrato di reggere più che bene alcuni sforzi grafici. Personalmente apprezzo molto di più vedere un frame rate meno fluido ma costante (per esempio 30 frames fissi) piuttosto che abituarmi ai 60 e vedermeli “rovinati” con frequenti cali. Detto questo, la direzione artistica e lo stile grafico di gran pregio permettono di soprassedere quasi completamente a questa pecca tecnica. Il comparto sonoro si comporta molto bene con l’aggiunta di effetti vocali ai personaggi presenti ed un gran numero di miglioramenti a livello generale. I brani dell’attuale soundtrack riprendono fedelmente quelli originali, che però sembrano “perdere” di mordente rispetto alle controparti del 1993. La musica in stile chiptune, piaccia o no, ha sempre un ritmo più incalzante e serrato che permette anche a semplici brani di risultare assai orecchiabili: le versioni orchestrali e smorzate con ampio utilizzo di flauti e strumenti dal suono dolce rendono il tutto decisamente meno incalzante all’orecchio.
The Legend of Zelda: Link’s Awakening mostra su Switch anche alcune sostanziali differenze a livello di gameplay. In primis ora è possibile muoversi in 8 direzioni, con conseguente lavoro extra da parte degli sviluppatori per adattare il mondo di gioco (originariamente concepito per 4 direzioni) alla nuova situazione. Daremo l’addio al negozio del fotografo, elemento identificativo della versione originale (DX, ad essere precisi) in favore della casa di Dampei, il becchino introdotto in Ocarina of Time. Nella sua abitazione sarà possibile lanciarsi in nuove avventure con i dungeon componibili direttamente dal giocatore. Non si tratta di uno “Zelda Maker” quanto più di un mini-gioco molto interessante che mette l’utente in condizione di creare un dungeon usando stanze predefinite, ma da realizzare seguendo specifiche regole e limitazioni. Creato il dungeon personalizzato, sarà poi necessario completarlo per vedersi aggiudicare un premio speciale. Il resto dell’avventura sembra concepito per ricalcare fedelmente il percorso tracciato dall’originale per Game Boy, con tutto il suo bagaglio di divertimento ed avventura. The Legend of Zelda: Link’s Awakening su Switch mostra alcune pecche (nulla di grave comunque) e molti pregi. A presto per la recensione completa!