Il 2021 si è chiuso con la conferma (come se ce ne fosse davvero bisogno) che il mondo è ancora nel pieno della pandemia, un periodo destinato a proseguire ancora negli anni a venire. Il mondo videoludico ha risentito della pandemia così come ogni altro settore, per questo motivo 2020 e 2021 sono stati due anni piuttosto sottotono dal punto di vista di annunci e uscite, questo nonostante il lancio della nuova generazione di console. Un lancio che ha superato svariati record ma caratterizzato anche da una carenza di materiali che ha reso PlayStation 5 e Xbox Series S|X difficilmente reperibili pressoché in tutto il mondo. Protagonisti di questi due anni sono stati anche i numerosissimi rinvii dei titoli inizialmente previsti per 2020 e 2021, sempre a causa degli effetti della pandemia da Covid-19 che ha colpito l’industria. Insomma, il 2022 non promette chissà quali scintille, certo è che dopo due anni è forse giunta l’ora di raccogliere i frutti di quanto è stato fatto (e posticipato) da developers negli scorsi due anni. Per questo noi di Game Experience abbiamo voluto stilare una lista dei sei buoni propositi per il 2022, nella speranza che almeno una manciata di essi si tramutino in realtà.
Nintendo, l’anno della verità
I due lampi di Metroid Dread e di Shin Megami Tensei V hanno dimostrato come la bestia dormiente sita in quel di Kyoto sia tutt’altro che fuori dai giochi, seppur continui a starsene in disparte. Nintendo ha proseguito la strada del quasi totale silenzio intrapresa ad inizio pandemia: poche parole, più fatti, meno titoli ma anche meno delusioni. Switch sta per attraversare il suo sesto anno di vita e non pare essere intenzionata a calare nelle vendite. Quel che è certo è che l’hardware della console e la scarsa predisposizione alla multimedialità che ancora oggi attanaglia Switch risultino essere sempre più anacronistici. L’utopica Switch Pro ha mancato l’appuntamento anche in questo 2021 e la volontà da parte di Nintendo di puntare ancora sullo stesso hardware è stata riconfermata dall’uscita del modello OLED, una rivisitazione della stessa console uscita nel 2017 dotata però di uno schermo leggermente più grande e più performante, più un contentino che una vera e propria rivoluzione. Nel 2022 qualcosina però potrebbe finalmente smuoversi, a partire dai giochi. Pokémon Leggende Arceus sarà la prova del nove di Game Freak, chiamata ad invertire una tendenza del brand ormai sempre più in declino qualitativo (ma non nelle vendite). Bayonetta 3, Kirby e la Terra Perduta, Mario + Rabbids: Sparks of Hope, Triangle Strategy e i tanto attesi Breath of the Wild 2 e Metroid Prime 4 potrebbero invece costituire uno stupendo atto finale di una console destinata a giocarsi le sue ultime cartucce in maniera dignitosa. Switch 2 o Pro è sempre più una necessità.
Sony, il vero nemico sono i bagarini
Il 2022 di PlayStation 5 vedrà finalmente l’arrivo delle prime e vere killer application della quinta generazione di console casalinghe firmata Sony. Horizon Forbidden West e God of War Ragnarok si candidano ad essere i migliori titoli dell’anno, così come Gran Turismo 7 e Ghostwire Tokyo potrebbero davvero fare la differenza. A complicare il tutto però sono le voci circa l’ulteriore taglio alla produzione delle console da parte di Sony stessa che potrebbe avvenire nel 2022, circa un milione in meno rispetto a quanto previsto. Il 2021 è stato caratterizzato da una vera e propria corsa all’oro per potersi accaparrare la console che, se non in rare eccezioni, non si è quasi mai vista sugli scaffali di negozi e grandi magazzini. La sola presenza di poche unità di PS5 sui canali online ha fatto sì che gli scalper mettessero a punto bot e stratagemmi simili per assicurarsi quante più consoli possibili da rivendere poi a prezzi folli. La difficoltà nella fornitura di semiconduttori, di chip e di altri componenti critici necessari per la produzione di PlayStation 5 si protrarrà con ogni probabilità anche nel 2022, la nostra speranza però è che Sony intervenga in maniera decisa per evitare fenomeni del genere e contrastare i cosiddetti bagarini delle console, in modo da garantire una vendita più equa ed onesta.
Microsoft, è tempo di far fruttare gli Xbox Game Studios
I veri vincitori di quest’ultimo anno sono stati quasi certamente Microsoft con il suo servizio Game Pass, un’offerta capace di replicare la stessa formula vincente dei servizi streaming di film e serie tv applicata però al mondo dei videogames, con tanto catalogo ricco di titoli third party ed esclusive ad un prezzo super contenuto. Halo Infinite è stata di certo la ciliegina sulla torta di questo 2021 videoludico e l’impressione è che il 2022 porterà altre gioie in casa Microsoft, con tante nuove esclusive per i possessori di Game Pass, che sia su Xbox Series S e X o su PC. Il futuro ci dirà se questa operazione si sarà rivelata anche remunerativa per le casse della divisione capitanata da Phil Spencer, quel che è certo è che Microsoft dovrà mantenere le promesse fatte negli ultimi anni a suon di acquisti faronici. I più attesi sono sicuramente i titoli di Bethesda, entrata a far parte quest’anno della grande famiglia di Microsoft, tema che però approfondiremo meglio nei successivi paragrafi. I nomi sul taccuino di Spencer che potrebbero allietare questo 2022 sono: Avowed (Obsidian), Everwild (Rare), Senua’s Saga: Hellblade II (Ninja Theory), Redfall (Arkane Austin), Scorn (Ebb Software) e, forse, anche il nuovo Fable (Playground Games). Di carne al fuoco ce n’è parecchia, riuscirà la compagnia americana a vincere l’eterna lotta delle esclusive con Sony?
E3, Gamescom e Tokyo Game Show 2022: un (quasi) ritorno alla normalità
Diciamocelo francamente: le conferenze ci mancano, almeno nella formula a cui eravamo ben abituati fino al pre-pandemia. E3, Gamescom, ma anche Tokyo Games Show sono state pesantemente ridimensionate, spesso relegate a “semplici” carrellate di trailer trasmesse in streaming senza il pathos tipico di questi format e farne le spese è stata, ovviamente, la spettacolarità. E’ pur vero che in tempi come questi gli annunci di nuovi titoli latitano, o spesso nascondono tempi d’attesa biblici e il rischio di mostrare qualcosa di parecchio lontano dalla realtà è sempre dietro l’angolo. La speranza è quella di poter riavere una parvenza di normalità in questo 2022 e poter tornare ad immergersi fra la folla di partecipanti alle varie convention, con le dovute limitazioni di capienza, ad ammirare i coloratissimi e sfarzosi stand che li hanno da sempre caratterizzati. Nonostante ormai anche publisher di un certo calibro come Nintendo e Sony abbiano abbandonato quasi del tutto eventi del genere, vorremmo comunque tornare a respirare quell’aria di euforia mista a sudore che sono le fiere del videogioco, chi dal vivo e chi invece facendo nottata incollati allo schermo per assistere all’ennesima conferenza dei nostri beniamini preferiti. For the players ma anche for the spectators insomma.
Bethesda, è l’ora di andare oltre Skyrim
La politica aziendale di Bethesda negli ultimi anni si è fondata sul principio di minima spesa e massima resa. La volontà della compagnia con sede nel Maryland di reiterare il proprio bestseller Skyrim fino allo sfinimento l’hanno resa oggetto di critiche ma anche di ironie e meme. Il leggendario quinto capitolo di The Elder Scrolls infatti è stato riproposto negli ultimi 10 anni in praticamente tutte le salse e su quasi tutte le console uscite dal 2011 ad oggi. Fallout 4 non è bastato a placare gli animi dei fan inferociti, men che meno il mezzo flop di Fallout 76. Diverso il discorso delle software house esterne ma parte del gruppo di Bethesda le quali hanno continuato a sfornare titoli su titoli, come Id Software, MachineGames e Arkane Studios. Il rammarico per non aver visto in questi anni il successore di Skyrim è alto, ma per fortuna l’attesa potrebbe essere agli sgoccioli. L’acquisto da parte di Microsoft di Bethesda ha sconvolto l’intero mondo videoludico, scatenando reazione di gioia ma anche di ira. La cosa certa è che il futuro di Bethesda è molto più roseo che in passato, a cominciare dall’attesissimo Starfield. La nuova IP di Bethesda, la prima da oltre 25 anni, è stata presentata in pompa magna nel corso dell’E3 2018 e dovrebbe uscire il prossimo autunno su PC e Xbox Series S|X. Starfield, un gioco di ruolo a stampo fantascientifico, è stato descritto dal suo director Todd Howard come uno “Skyrim nello spazio“. Sperando di non ritrovarci effettivamente ancora Skyrim per l’ennesima volta travestito da nuova IP, è innegabile che l’hype sia decisamente alto, così come le premesse di assistere all’alba di una nuova serie gloriosa che possa spalleggiare coi mostri sacri di TES e Fallout.
La rivincita dei “piccoli”
Dopo aver trattato dei più grandi “colossi” del videogame è doveroso fare anche una considerazione sugli studi minori. Il 2021 è stato caratterizzato fra le altre cose dal successo ai The Game Awards di It Takes Two, una produzione relativamente piccola se paragonata con gli altri titoli in lizza per il premio, che però ha stravinto strappando consensi pressoché ovunque. Realizzato dallo studio con sede a Stoccolma Hazelight Studios, capitanato da Josef Fares ex regista di film passato al mondo dei videogames, It Takes Two ha stupito tutti per la sua capacità di stupire e coinvolgere due giocatori chiamati a cooperare nei panni di Cody e May, i due protagonisti di quest’avventura. Così come accade per Brothers: A Tale of Two Sons prima e A Way Out poi, altri due titoli realizzati da Hazelight Studios, anche It Takes Two punta tutto sulla cooperativa locale, facendone dello schermo condiviso il suo fiore all’occhiello. Non è la prima volta che una produzione “mini” trionfa battendo i Golia di turno. Nel 2020 fu la volta di Hades, che sbaragliò i The Game Awards con tantissime candidature portandosi a casa i trofei di Miglior Indie nonché Miglior Action. Discorso analogo per i vari Cuphead, Ori, Hollow Knight e tantissime altre produzione a “singola A” capaci di riscuotere un notevole successo e di rimanere nel cuore dei videogiocatori. La speranza per questo 2022 è che produzioni simili possano avere la stessa considerazione di altre più grandi, senza che debbano necessariamente vincere questo o quel premio. E chissà, magari il prossimo It Takes Two o Hades potrà venire nientemeno che dall’Italia.