L’incontro tra Zerocalcare e Hideo Kojima al Lucca Comics & Games 2025 doveva essere un momento di stima reciproca tra due artisti, invece, si è trasformato in un inaspettato caso diplomatico. Una foto scattata durante l’evento, in cui il celebre autore giapponese teneva in mano una copia di Kobane Calling, è stata infatti rimossa dai social di Kojima dopo le proteste provenienti dalla Turchia. La ragione? Il fumetto del disegnatore romano Michele Rech — vero nome di Zerocalcare — racconta il suo viaggio nella città curda di Kobane, al confine tra Siria e Turchia, e mostra solidarietà verso i combattenti delle YPG, gruppo considerato terroristico da Ankara per i legami con il PKK.
Nel giro di poche ore, il post di Kojima aveva superato i 4,5 milioni di visualizzazioni, ma era stato sommerso da commenti di utenti turchi che lo accusavano di “aver tradito i fan” e di incoerenza, ricordando che nei suoi giochi il designer condanna proprio l’uso di bambini soldato — una pratica di cui le YPG sono state accusate dall’ONU. Nonostante ciò, è importante sottolineare che Zerocalcare non è mai stato condannato per reati di terrorismo, e che il suo lavoro ha sempre avuto un taglio documentaristico e umanitario.
Il celebre fumettista romano ha quindi risposto con un video pubblicato sui suoi canali social il 4 novembre, un breve racconto animato nel suo inconfondibile stile ironico e autoironico. Zerocalcare ha chiarito che non era sua intenzione promuovere il libro nella foto con Kojima, e che anzi aveva chiesto esplicitamente di non mostrare il volume. Tuttavia, lo stesso game designer giapponese avrebbe deciso di tenerlo in mano, probabilmente senza comprendere fino in fondo il contesto politico dell’opera.
Nel video, Zerocalcare scherza anche sulla difficoltà di comunicare con Kojima per via della barriera linguistica, raccontando che l’incontro è stato organizzato dai PR del game designer, i quali gli avrebbero semplicemente detto che “pur essendo pelato e gobbo, è comunque famoso in Italia”, cercando in questo modo di stemperare la tensione. L’autore si è poi detto rammaricato per le reazioni negative e per le molestie ricevute da Kojima, ribadendo che il gesto era mosso soltanto dall’ammirazione verso uno dei suoi idoli videoludici.
Il filmato si chiude con una citazione emblematica da Metal Gear Solid: la scena successiva alla morte di Sniper Wolf, personaggio di origini curde, dove si parla proprio della guerra e del dolore di quella regione. Un riferimento non casuale, che sottolinea come anche nel mondo di Kojima la complessità dei conflitti e delle identità sia sempre stata un tema centrale — al di là delle polemiche e delle interpretazioni.
