Zenith The Last City nasce come progetto Kickstarter nell’Agosto 2019, chiedendo per la sua realizzazione 25.000$. Il team di Ramen VR li ha ottenuti in poco più di 4 ore e la campagna di finanziamento si è chiusa con un budget finale di oltre 280mila dollari.
Il gioco che avevano in mente citava letteralmente un Cyberpunk MMO per VR e Desktop, e la cosa ha convinto migliaia di sostenitori a dare il loro contributo affinchè questo progetto vedesse la luce.
E quindi eccoci qui! A parlare di Zenith The Last City, uscito appena qualche giorno fa su Playstation Store, Steam e Oculus Store (si, è disponibile anche per lo stand alone Quest 2 e gira una meraviglia).
Ma vediamo nel dettaglio.
Quando mi dicono MMO penso subito a World of Warcraft, Lineage II, Guildwars e chi più ne ha, più ne metta. In Zenith, la base sulla quale si appoggia, è praticamente la stessa: un mondo persistente ed esplorabile pieno di insidie, vaste aree da scoprire, mostri da sconfiggere e altri giocatori con i quali condividere tutto questo.
Solo non siamo seduti al pc che clicchiamo sui mostri premendo i relativi comandi sulla tastiera per usare tecniche e/o magie. Siamo in piedi (nel mio caso, ma volendo anche seduti) con il nostro visore per la realtà virtuale ben piazzato sulla fronte che ci proietta un nuovo modo di giocare questo genere di videogame massivi.
Dovrete alzare e agitare le braccia, eseguire specifici movimenti o pose per poter avere la meglio sui nemici. Sarà chiaro sin da subito che prendere a spadate o sparare a caso ai poveri NPC avversari non è né efficace, né tantomeno soddisfacente.
Il gioco punta ad uno stile di approccio offensivo verso i mostri (umani, naga, briganti, canidi etc) più tecnico e ponderato del semplice prenderli a schiaffi con le spade, ma eseguendo movimenti precisi e coerenti per poter innescare le tecniche acquisite fino a quel momento.
Le classi
Soltanto due all’uscita del gioco ma sul sito ufficiale si affianca qualche punto interrogativo vicino ad esse, senza null’altro che possa spoilerare il futuro di questo MMO VR.
Il Blade Master
Sarete uno spadaccino con due spade. Semplice semplice. Le si impugna con la pressione del tasto di presa e con esse si potrà sferrare potenti fendenti sia verticalmente che orizzontalmente. Con il giusto timing e un generoso tempo di previsione, potrete parare alcuni attacchi nemici, stordendo o destabilizzando il suo fautore per qualche secondo. Giusto il tempo per sommergerlo di tecniche vistose, anche per gli altri giocatori che bazzicano nei dintorni e che magari vi osservano.
L’Essence Mage
Inutile girarci intorno. Magia. Esperti nel maneggiare gli elementi naturali e scagliarli volutamente per fare danni localizzati o ad area. Incentrato palesemente su un ponderato equilibrio tra schivate e potenza offensiva. Le varie possibilità offerteci dal Zenith sono quasi tutte con un tempo di ricarica necessario per poter essere rilanciate (molto breve non preoccupatevi) ma in quei frangenti bisognerà cercare riparo o schivare gli attacchi nemici per poter uscire vittoriosi dagli scontri. I movimenti delle mani e delle braccia che permettono di lanciare fulmini o palle di fuoco sono facili da ricordare e usare, ma preparatevi a tenerle sempre davanti a voi, con qualche fatica percepibile a fine sessione se non siete allenati, come il sottoscritto).
Entrambe le classi principali hanno delle sottocategorie che definiscono più precisamente lo stile di gioco e le tecniche che acquisirete (anzi direi imparerete perché saranno sempre movimenti specifici da eseguire quando le vorrete sfoggiare) e sono il Tank, il Support e il DPS. Tutte e tre le opzioni cambiano leggermente il tipo di approccio agli scontri ma non in maniera così radicale quanto ci si aspetterebbe.
Una piccola parte è stata dedicata al crafting, molto semplicistico e rudimentale, sia per le armi che per gli indumenti mentre è più curato il comparto cucina degli strumenti per la cura. Dovrete letteralmente far saltare in padella gli ingredienti e scaldare il latte nel pentolino, il ché lo rende molto particolare e soddisfacente, magari dopo aver ricevuto i complimenti da altri giocatori lì vicino che vi hanno visto armeggiare sui fornelli.
Riassumendo fino ad ora, Zenith sembra avere tutte le carte in regola per essere la realizzazione del pensiero che tutti noi appassionati abbiamo fatto quando abbiamo visto per la prima volta la serie anime Sword Art Online.
Aimè questo primo arrivato su VR del genere MMO sul mercato è ben distante dall’essere quello nel quale si spera guardando i vari video sul canale YouTube del team Ramen VR o sul sito ufficiale.
I difetti e le mancanze, anche per un mondo nuovo come la Realtà Virtuale, fanno storcere parecchio il naso in molti casi.
La prima schermata che ci piazza davanti al gioco è piacevole e i caricamenti sono veloci anche su Oculus Quest 2, che regge bene anche a batteria. Le cosiddette scatole (per non essere più volgari) cadono quando bisogna selezionare ad ogni accesso il server di ingresso al gioco da una lista infinita che per la maggior parte sono FULL e situati in America. In ordine alfabetico possiamo cercare qualche server Europeo ma la cosa è sgradevole quanto mal gestita. Non scenderò nei dettagli, o forse si, vediamo.
Il gioco ci fa creare il nostro avatar con una molto limitata scelta estetica e con un’interfaccia scarna e sommaria che rende difficile selezionare e puntare allo stesso tempo, non vi dico quando è ora di digitare sulla tastiera virtuale che apparirà grande davanti a voi. L’impressione è di approcciare ad un gioco in fase embrionale e non ancora rifinito su questioni marginali come queste. Anche se per me bastava davvero poco per “smussare” tali dettagli, l’avventura ha inizio e un tutorial approssimativo e impreciso ci accoglie obbligatoriamente per impare a spostarci, arrampicarci (molto divertente) e scattare. Ho dovuto chiedere poi ad un ragazzo inglese come si attivavano le tecniche da Blade Master perché il gioco non si preoccupa di dirtelo.
Una volta arrivati nella grande città principale che fa da Hub centrale di Zenith, verremo subito lanciati in missione e da lì si aprirà davanti a noi un mondo meraviglioso (son serio). Gli scorci visivi, i panorami e lo stile “cartoon” dei vari elementi al suo interno sono molto piacevoli e colorati, oltre che molto vari, proseguendo via via nel gioco. Enorme la soddisfazione nello scalare una montagna (anche se i poligoni di quest’ultime si contano su due mani) fino alla cima per poi godere della vista e a volte di un premio piazzato apposta sulla sua sommità.
E da lì è tutto in discesa, letteralmente. Potrete gettarvi e aprire le braccia come un uccello per planare tranquillamente fin dove riuscirete ad arrivare. Se giocherete in spazi ristretti, ricordatevi cosa vi circonda nel mondo reale. E’ un attimo sbattere con le mani da qualche parte (ve lo dico per esperienza).
La componente MMO è sicuramente rimarchevole, almeno io l’ho apprezzata molto.
Incontrare altre persone, parlare eventualmente un’altra lingua e condividere le informazioni e le scoperte, son contento di dire che fa di Zenith The Last City un piacevole punto di riferimento.
Per quanto riguarda il comparto storia narrativa, non c’è molto da dire. La nostra avventura è ambientata in un mondo che esiste dopo una non meglio specificata Frattura, 65 anni prima. Un evento catastrofico e che ha distrutto il mondo civilizzato, lasciano la natura a prendere il sopravvento su tutto ciò che è rimasto.
Il coinvolgimento, i continui combattimenti e momenti di pura esplorazione, mettono in seconda luce la Storyline di Zenit (sempre che ci sia, io non l’ho percepita molto) ma non in senso negativo, sia chiaro.