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Home»Notizie»YouTube: Il cambio della monetizzazione potrebbe essere la causa dell’attentato

YouTube: Il cambio della monetizzazione potrebbe essere la causa dell’attentato

Ieri, martedì 3 aprile, una donna è entrata nella sede di YouTube a San Bruno, in California, dove ha iniziato a sparare con una pistola contro alcuni dipendenti presenti nella struttura di Google, ferendone tre per poi suicidarsi.
Alberto RossiBy Alberto Rossi5 Aprile 2018Updated:5 Aprile 2018
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Ieri, martedì 3 aprile, una donna è entrata nella sede di YouTube a San Bruno, in California, dove ha iniziato a sparare con una pistola contro alcuni dipendenti presenti nella struttura di Google, ferendone tre per poi suicidarsi.

L’autrice dell’attacco è Nasim Najafi Aghdam, trentenne che nei mesi scorsi aveva espresso sui vari social network tutto il suo disprezzo per YouTube e le sue rinnovate politiche di monetizzazione.

A dare l’annuncio dell’attentato (che si è svolto alle 22 di ieri notte italiane) è stato Vadim Lavrusik, impiegato di YouTube che, attraverso un tweet, ha rivelato al mondo intero come all’interno della sede ci fossero alcuni dipendenti di YouTube barricati negli uffici in attesa dell’arrivo della polizia.

Fortunatamente gli agenti della polizia sono stati decisamente tempestivi nell’intervenire, impiegando infatti soltanto due minuti dalle prime segnalazioni di aiuto per arrivare sul luogo dell’attentato. Giunti nella sede i nostri hanno trovato alcuni dipendenti feriti, altri che non sapevano cose stesse realmente accadendo ed infine hanno trovato il cadavere di Nasim Najafi Aghdam che si era suicidata con la sua stessa arma da fuoco.

Il Zuckerberg San Francisco General Hospital ha rivelato che dopo l’incidente ha ricevuto una donna di 32 anni in condizioni gravi, un uomo di 36 anni in condizioni critiche e un’altra donna di 27 anni in condizioni stabili.

Su Nasim Najafi Aghdam sappiamo che viveva Menefee e tra i vari account social in suo possesso, ne possedeva anche uno YouTube, dove gestiva alcuni canali comprendenti video di parodie musicali, istruzioni su come fare esercizi fisici, oltre ad un video dove si discute di temi come la violenza sugli animali e la cucina vegana. La donna comunque non sembra che fosse radicalizzata o vicina all’estremismo islamista.

Comunque segnaliamo come Aghdam nei mesi scorsi aveva, a più riprese, espresso critiche nei confronti di YouTube per il cambio effettuato nella gestione della monetizzazione, questione che le aveva portato un calo nei guadagni provenienti dal suo canale. La donna in sintesi si sentiva gravemente danneggiata dalla censura effettuata da Google ai suoi danni.

Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha diffuso questo comunicato ai propri dipendenti:

“Continueremo a offrire il nostro sostegno per aiutare tutti nella famiglia di Google a riprendersi da questa tragedia inimmaginabile”.

Il CEO di Apple, Tim Cook, ha invece inviato un pensiero “alle vittime e alle loro famiglie”.

A far specie comunque è che la sede di YouTube, pur con i continui attacchi di terroristi che avvengono ripetutamente nel mondo, non presenta particolari sistemi di sicurezza, con ampi spazi a collegare i vari edifici così da rendere relativamente semplice ai malintenzionati potersi infiltrare al suo interno.

Eccovi alcuni tweet legati all’attentato in questione:

Active shooter at YouTube HQ. Heard shots and saw people running while at my desk. Now barricaded inside a room with coworkers.

— Vadim Lavrusik (@Lavrusik) April 3, 2018

Snap Maps footage coming out of the YouTube HQ shooting. Crazy. Stay safe, tech. pic.twitter.com/v8F7ycotxw

— Daniel Sinclair (@_DanielSinclair) April 3, 2018

She's actually poking fun at the hijab, asking ironically whether she looks good in it. Her post appears to be an anti-Hijab statement. #youtubeshooter #nasimaghdam https://t.co/bsQfZXCJIm

— Golnaz Esfandiari (@GEsfandiari) April 4, 2018

Here is the note that @sundarpichai just sent to Googlers worldwide. pic.twitter.com/bdC6KeTl9c

— Google Communications (@Google_Comms) April 3, 2018

From everyone at Apple, we send our sympathy and support to the team at YouTube and Google, especially the victims and their families.

— Tim Cook (@tim_cook) April 3, 2018

We’re also aware of the misinformation being spread on Twitter. We’re tracking, learning, and taking action. We‘re working diligently on product solutions to help. https://t.co/V8vmxgFkmR

— jack (@jack) April 3, 2018

 

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