Mancava solo lui nella collezione della saga RPG Monolith presente adesso per intero su Nintendo Switch, e finalmente, dopo anni di attesa, è arrivato: Xenoblade Chronicles X, ovviamente in “Definitive Edition” rimasterizzata magnificamente nell’estetica e nella tecnica, come solo Nintendo pare saper fare con costanza e metodo per ogni suo porting. Se non avevate provato l’enorme opera di Monolith Software sul “paddone” di Wii-U, fidatevi: il salto generazionale si sente eccome, e rende pienamente giustizia al titolo, alla sua trama e al suo gameplay. Affine a quello della serie di cui fa parte, certo, ma con alcuni elementi indipendenti e identitari che motivano l’entusiasmo dei fan alla notizia della pubblicazione su Switch.
Cos’è Xenoblade Chronicles X?
Anzitutto urge un riassunto, per chi nell’epoca d’oro di Wii U (la prima casa di X) fosse passato “alla concorrenza”, o semplicemente non era riuscito a mettere le mani sul titolo Monolith: cos’è Xenoblade Chronicles X, e come si inserisce nella lore o nella continuità della saga? Risposta breve, per rassicurare chi non abbia intenzione di passare attraverso altre tre lunghe (per quanto magnifiche) esperienze ludiche (Xenoblade 1, 2 e 3): X è un titolo autonomo rispetto agli altri giochi della serie e non è direttamente collegato alla loro lore principale. Ne condivide alcune tematiche e meccaniche di gioco, ma non è un sequel né un prequel: è “solo” uno spin off ambientato in quello che sembrerebbe proprio un universo parallelo agli altri tre capitoli.
La Terra di X viene distrutta nell’anno 2054, a causa di una guerra tra due razze aliene avanzatissime. Gli umani, campioni di resilienza, sopravvivono fuggendo nello spazio a bordo di varie astronavi-colonia che trasportano ciò che resta della civiltà terrestre. Dopo un attacco alieno, una di queste astronavi, la White Whale, precipita su Mira: un pianeta misterioso e inesplorato, che si dimostra in apparenza adatto per la fondazione di una nuova colonia. Tuttavia, durante l’atterraggio di fortuna è andata perduta una sezione fondamentale della nave: il Lifehold, una struttura che contiene la maggior parte degli umani in fuga, posti in stato di ibernazione. I sopravvissuti non si perdono d’animo e mentre iniziano a costruire la città di New Los Angeles (NLA), avvalendosi di avanzati mecha da combattimento si dividono l’esplorazione di Mira, allo scopo di recuperare i loro compagni dispersi.
Il protagonista, un colono risvegliato dalla criostasi, è un umano qualsiasi che fa parte dell’organizzazione militare BLADE, fondata con lo scopo di proteggere NLA e affrontare le minacce del pianeta Mira, che si scopre ben presto essere abitato da varie razze autoctone. L’eroe finirà ovviamente per scoprire segreti che avrebbe fatto meglio a lasciare sepolti, e che lo metteranno in serio pericolo: un classico. Qual è la vera natura dell’esistenza umana su Mira? Chi è davvero il nostro eroe? Sta a lui, e a noi, rispondere.
Un gameplay ancora modernissimo
Posto quindi che il gioco si svolge su di un pianeta alieno, è chiaro che gran parte dell’attrattiva di X consiste nell’esplorare il più possibile. Mira è incredibile: un mondo aperto vasto e diversificato composto da cinque continenti unici, ciascuno con ecosistemi, creature e ambientazioni distintive. I giocatori possono vagare liberamente, affrontando sfide ambientali e scoprendo numerosi segreti ben nascosti, da scovare a volte sfruttando gli Skell: mech personali in dotazione alla BLADE che consentono di muoversi rapidamente su qualunque terreno e, in fasi più avanzate, persino di volare.
Il level design certosino di Monolith comunque è uno spettacolo sia da percorrere che da guardare, oggi come alla prima pubblicazione: regala scorci meravigliosi e sembra sviluppato ieri, per quanto è moderno e funzionale. Senza contare che con i nuovi punti di trasporto rapido, poi, attraversare il mondo di gioco è ancora più piacevole. Quanto al sistema di combattimento, è rimasto invariato e simile a quello della serie principale. Solo che se avete giocato a Xenoblade Chronicle 3 potreste trovare quello di X un pizzico “datato” in termini di possibilità strategiche e gestione del team.
Alla base, comunque, c’è sempre l’ottimo sistema in tempo reale che combina attacchi automatici con l’uso strategico delle “Arti”, abilità speciali con tempi di ricarica specifici. Pertanto, bisogna posizionarsi tatticamente sul campo di battaglia per sfruttarle al meglio, perché come da tradizione della saga alcune mosse infliggono danni maggiori se utilizzate da determinate posizioni, o contro parti specifiche dei nemici. La gestione dell'”aggro” è cruciale, pertanto bisogna saper sfruttare sia le Arti offensive che difensive, per mantenere il controllo dello scontro. Con l’avanzare del gioco, infine, è possibile pilotare gli Skell anche in combattimento, introducendo nuove dinamiche e strategie e differenziando il combat system da quello della saga principale.
Quanto ai personaggi e alla loro progressione, Xenoblade Chronicles X offre ampie possibilità di personalizzazione: ci sono varie classi, ciascuna con abilità e Arti uniche, e l’equipaggiamento può essere modificato e potenziato, influenzando sia l’estetica che le prestazioni in battaglia. Quanto agli Skell, anche loro sono moddabili e hanno a disposizione varie armi e armature visibili a schermo quando le equipaggiamo, il che consente di fatto la creazione di mech su misura: spettacolare, no? Il sistema di affinità tra i membri del gruppo è stato mantenuto e ampliato, permettendo di sbloccare cutscene opzionali e approfondire le relazioni tra i personaggi. Inoltre, sono stati introdotti nuovi costumi ed equipaggiamenti.
Infine, la struttura e l’avanzamento della trama principale è classica: a missioni suddivise fra primarie e secondarie. Queste ultime non sono da meno di quelle degli altri Xenoblade, e approfondiscono a più riprese la lore del pianeta Mira e dei suoi abitanti con dovizia di particolari. Variano da semplici incarichi di raccolta a complesse quest narrative che influiscono con le relazioni con i personaggi non giocanti, e influenzano l’espansione della colonia umana su Mira.
Xenoblade Chronicles X Definitive Edition, quindi cosa è cambiato?
Uno degli aspetti più evidentemente diversi di questa edizione rispetto alla precedente è la grafica, intesa sia in senso tecnico, che di design. I modelli dei personaggi principali sono stati completamente ricostruiti, con volti più espressivi e dettagliati rispetto alla versione originale. Tuttavia, similmente a come accadeva nella prima remaster di Xenoblade, alcuni personaggi secondari, i modelli di alcuni personaggi secondari non hanno beneficiato dello stesso livello di rifinitura. Poco male, ma andava specificato. Il sistema di illuminazione è più moderno e credibile, conferisce nuova profondità agli ambienti di gioco e potenzia l’atmosfera di alcune aree in particolare.
E tecnicamente? È una remaster altrettanto pulita ed efficiente. In modalità docked raggiunge una risoluzione di 1080p, mentre in portabilità si attesta sui soliti 720p, garantendo in entrambi i casi una presentazione visiva nitida e piacevole. Il frame rate è stabile a 30 fps e l’esperienza è fluida anche nelle situazioni più concitate. Tuttavia, permangono occasionali fenomeni di pop-in degli elementi dello scenario, sebbene meno frequenti rispetto alla versione originale. Vabbè, aspettiamo Switch 2 per scoprire se saprà gestire meglio di così gli spazi aperti…
Infine, non mancano vari aggiustamenti atti ad aumentare la quality of life generale: l’interfaccia utente ha subito un restyling completo, è più intuitiva e meno ingombrante. I menu sono stati riprogettati per facilitare la navigazione e la gestione dell’inventario, e un’aggiunta interessante è la possibilità di visualizzare una linea guida che conduce al prossimo obiettivo alla bisogna. Perchè no: perdersi negli ambienti non è immersivo, è solo tedioso. Specialmente quando si ha un mondo di gioco così vasto.
Con lo stesso intento, migliorare la leggibilità e il “flusso” dell’esperienza, sono stati introdotti altri graditi rinnovi: la possibilità di far correre automaticamente i personaggi senza dover tenere premuto un pulsante apposito; la possibilità di cambiare configurazione del team ovunque nella mappa; punti esperienza “donati” anche ai membri non attivi della squadra e level cap alzato da 60 a 90. Infine, sono stati aggiunti degli avvisi visivi durante le battaglie, che indicano se il posizionamento del personaggio è corretto per sfruttare al massimo gli effetti aggiuntivi delle tecniche.
Menzione d’onore per la colonna sonora, composta da Hiroyuki Sawano, che è stata rimasterizzata e offre ora brani orchestrali di alta qualità. I giocatori hanno comunque la possibilità di scegliere tra la nuova colonna sonora arrangiata e quella originale. A proposito di sonoro: sono presenti sia il doppiaggio in inglese, che quello in giapponese.
La recensione in breve
Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition su Nintendo Switch è la versione definitiva che tra ottimizzazioni all’interfaccia, modifiche estetiche e musiche ri-orchestrate, dimostra ancora una volta la superiorità di Nintendo in fatto di remaster. Che si tratti di una prima esperienza o di un ritorno al titolo, questa edizione offre un'avventura Action RPG vasta, coinvolgente e tecnicamente raffinata, nella sua forma migliore dalla pubblicazione a oggi e pure portatile: cosa si può volere di più?
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Voto Game-Experience